Il sito di Flassbeck commenta il risultato delle elezioni tedesche, con il preoccupante ritorno della destra estrema in parlamento. L’evidenza lo dimostra: questo risultato è figlio delle politiche inique dei partiti tradizionali tedeschi, che hanno lasciato crescere povertà e malcontento a vantaggio dei più ricchi. La soluzione proposta è un aumento dei salari tedeschi: proposta quantomeno ingenua, visto che l’euro stesso esiste proprio perché i capitalisti tedeschi possano godere appieno della moderazione salariale che applicano ai propri lavoratori.
Di Will Denayer, 25 settembre 2017
Inizialmente, non intendevo commentare le elezioni tedesche, dato che abbiamo fior di esperti (tedeschi) a disposizione. Ma lasciatemi dire la mia.
Chi è rimasto sorpreso dal risultato di queste elezioni doveva essere molto distratto. Il partito di estrema destra AfD aveva già conquistato seggi nel parlamento di 13 dei 16 stati federali tedeschi, con una percentuale di consensi del 24,3% nella regione della Sassonia, nell’Est della Germania, lo scorso anno. Era inevitabile che la destra estrema entrasse nel Bundestag (il parlamento Tedesco NdVdE). Il 13% degli elettori tedeschi che hanno votato ha scelto AfD. E guardando ai risultati disaggregati per regione, la situazione è ancora peggiore. L’AfD ha conquistato il 21,5% dei voti nella vecchia Germania Est (inclusa Berlino Est) (i numeri consolidati potrebbero un po’ variare, ma non di molto). L’AfD ha conquistato tanti voti nell’Est quanti ne ha conquistati la SPD a livello nazionale. Certo Die Linke (partito di sinistra NdVdE) ha ottenuto il 16,5% dei voti nell’ex Germania Est, ma molti meno nell’Ovest, e complessivamente ottiene un deludente 10%. È trimste, perché il partito meritava ben di più.
Figura 1: proiezioni di ZDF e paragoni con l’elezione del 2013 (Fonte: ZDF).
Figura 2: proiezioni della composizione del nuovo Bundestag (Fonte: Bloomberg).
Figura 3: proiezioni che evidenziano la differenza tra Ovest ed Est (Fonte: Bundestagwahl 2017).
La SPD non è l’unico grande perdente. Si tratta del peggiore risultato per i principali partiti dal 1949. Abbiamo un minimo storico per la CDU, un minimo storico per l’SPD, un massimo storico a partire dal dopoguerra per la destra estrema. Per capire le proporzioni del risultato, le due coalizioni principali, questa volta la CDU/CSU e la SPD complessivamente hanno ottenuto il 53% dei voti. Nel 1972, avevano ottenuto complessivamente il 91,2%
Quello che succederà ora è che, qualsiasi sarà la composizione del nuovo governo, esso dovrà confrontarsi con 88 (o 92, al momento ancora non è chiaro) parlamentari di estrema destra all’interno del Bundestag. L’estrema destra guadagna consensi ovunque – aspettate poi a vedere l’anno prossimo quando ci saranno le elezioni in Svezia: sarà anche peggio! – ma la Germania è differente. Non si tratta di un paese di dieci milioni di persone. In Germania, c’è una profonda etica del “Mai più fascismo”. AfD è un partito neo-nazista? Possiamo assumere che alcune parti di esso siano fasciste e neo-naziste, senza dubbio.
Si possono trovare diverse ragioni per spiegare questo risultato, ma non confondiamo l’analisi con la comprensione o l’empatia. Certo, le condizioni di vita di alcuni si sono deteriorate e ora sono veramente misere, in maniera inumana. Certo, il mainstream politico non ha ascoltato queste persone. Queste persone avevano le spalle al muro, non avevano rappresentanza politica (o perlomeno non avevano la sensazione di essere rappresentate). Il mainstream ha attuato politiche che hanno massicciamente aumentato la disuguaglianza di reddito e ricchezza in Germania. La Hartz IV non è un welfare sociale, è uno scandalo per un paese civilizzato, si tratta più di pulizia sociale punitiva che di inclusione e sostegno. Naturalmente, il mainstream è il responsabile della crescita della povertà in Germania. Questi sono i risultati della moderazione salariale tedesca, chiamata anche mercantilismo tedesco. Mentre alcuni hanno tratto da essa grandi profitti, la popolazione ne ha pagato il prezzo, per più di dieci anni. Nessuno ha pagato un prezzo più salato dei poveri, degli anziani e degli ammalati. È tutto vero. Ma c’è anche della responsabilità personale e ci sono altri modi per combattere tutta questa miseria oltre che votare per un partito che, se dovesse avere un’influenza sulla politica, renderebbe tutto PEGGIORE, mentre per il resto non ha niente altro da dire che delle spregevoli, marce sciocchezze su rifugiati, immigrati, musulmani e poveri, tra cui ovviamente i poveri tedeschi.
“Ovviamente non siamo riusciti a mantenere ed espandere la nostra base elettorale tradizionale, nonostante i molti risultati sociali ottenuti negli ultimi quattro anni” ha detto Martin Schulz.
A quali risultati si riferiva Schulz? Si riferiva forse all’aumento del salario minimo di 34 centesimi di quest’anno? Ecco qual è il problema nella sua essenza. Non cercare di risolvere i problemi, ma appiccicare ogni tanto un cerotto sulla ferita, mentre intanto lasci che l’infezione si diffonda. Non capisci che la gente si è stufata di te? Quando mai i socialdemocratici lo capiranno? C’è un solo partito socialdemocratico in tutta Europa che oggi guadagna rappresentanti e voti ed è il Labour del Regno Unito. Anche lì le cose non vanno affatto bene, ma il nodo è che il Labour sta convincendo la base elettorale appoggiandosi al manifesto più di sinistra che abbia mai avuto dal 1980. Tutti gli altri partiti socialdemocratici non stanno semplicemente perdendo, stanno venendo amaramente umiliati e completamente sconfitti. Quando lo capirete?
Quello che ora succederà non lo sa nessuno, ma la mia opinione è che non succederà niente di particolare. Ci saranno verosimilmente lunghe negoziazioni prima della formazione di un nuovo governo. Secondo Henrik Enderlein, professore della Hertie School of Governance, non ci sarà una nuova coalizione prima del 15 di ottobre – giorno delle elezioni regionali nella Bassa Sassonia. Ci sono solo due opzioni, o forse tre – esiste l’opzione teorica di un governo di minoranza tollerato dalla SPD all’opposizione, ma la Germania non ha mai sperimentato governi di minoranza, che comunque causano solo problemi. Le due vere opzioni sono una continuazione della Grande Coalizione – CDU/CSU e SPD – o una coalizione tra la CDU/CSU, il partito conservatore liberale FDP e i Verdi. Manuela Schwesig, il primo ministro della SPD dello stato Mecklenburg- Pomerania, ha detto a ZDF che i leader del partito sono uniti nella determinazione di andare all’opposizione. Altri politici dell’SPD non sono stati così espliciti.
Una cosa è certa: le negoziazioni per formare una coalizione non saranno semplici. I Verdi hanno promesso durante la campagna che non entreranno in nessun governo che non appoggi la proibizione dell’uso di autovetture a combustibile entro il 2030. La Merkel è in aperta opposizione a questa misura. Ma non c’è nulla di chiaro. I Verdi vogliono battere il populismo anti-europeo, combattere i cambiamenti climatici e lavorare per una società più giusta. Tutte belle parole. La Merkel è uno dei difensori più agguerriti degli Accordi di Parigi, quindi potrebbe esserci spazio per un compromesso.
I veri cambiamenti di politica saranno probabilmente minimi. Alcuni dicono che il mandato della Merkel quando inizierà i negoziati su una più profonda integrazione europea sarà indebolito. Potrebbe essere vero, come potrebbe essere vero il contrario. La reazione potrebbe essere: meglio andare avanti prima che l’”onda bruna” ottenga ancor più potere.
Per quanto riguarda AfD, Bershidsky di Bloomberg ha detto una cosa importante. Gli elementi di estrema destra non cadono dal cielo, né arrivano improvvisamente dalla crisi dei rifugiati, anche se la crisi ne è stata certamente un catalizzatore. Questi elementi di estrema destra esistevano ben prima di essa, ma erano interni alla CDU e alla CSU. Queste persone non sono molto cambiate. Negli ultimi due anni hanno a mala pena formato un’entità separata, che ora si oppone alla leadership della Merkel apertamente, anziché agire dietro le quinte.
Quindi dobbiamo arrivare a questo: crisi dei rifugiati, immigrati, musulmani. Cosa sta succedendo davvero? Una settimana fa circa, Flassbeck l’ha spiegato perfettamente nella sua ultima intervista con Real News Network (qui). La Merkel ha promosso la sua “cultura dell’accoglienza” ha detto Flassbeck, ma non ha fatto nient’altro. Avrebbe potuto – e avrebbe dovuto, perché sarebbe stato bene per tutto il Paese e per l’Europa in generale – alzare i salari e avrebbe potuto investire in alloggi e altri servizi per i rifugiati e gli immigrati. Questo avrebbe creato occupazione e quindi redditi e quindi domanda. Non che il Governo tedesco non avesse i soldi per fare una politica del genere. Ma la Merkel non ha fatto niente del genere.
Ora sentirete giorno e notte come la crisi dei rifugiati e l’immigrazione in generale abbiano contribuito all’ascesa di AfD. È vero: sono fattori che hanno contribuito. Gli immigrati saranno incolpati delle politiche del governo. Molti commentatori eviteranno la patata bollente, il vero colpevole, la cosa che non viene menzionata: i salari. Circa un quarto della forza lavoro tedesca riceve ora un “salario di basso livello”, ossia un salario inferiore ai due terzi della mediana. Si tratta di una percentuale maggiore rispetto a tutti gli altri Paesi europei, a eccezione della Lituania! Il numero di lavoratori precari in Germania è quasi triplicato negli ultimi dieci anni (ora sono 822.000).
Figura 4: Non l’immigrazione, ma la paura e il pregiudizio, I salari bassi e la precarietà hanno spinto AfD (Fonte: Financial Times).
È chiaro, come ha detto Flassbeck nell’intervista con il Real News Network, che l’aumentato tasso di occupazione è stato ottenuto a spese dei redditi reali di coloro che lavorano (vedere qui). I lavoratori tedeschi sono stati costretti ad accettare incrementi salariali molto bassi, mentre i capitalisti tedeschi hanno ottenuto grandi profitti. I salari reali sono ora inferiori al livello che avevano nel 1999, nonostante il PIL reale tedesco per abitante sia cresciuto di quasi il 30 per cento. Questa è la disfunzione, l’ingiustizia e la follia, in poche parole.
Se ci sarà la possibilità di una svolta fiscale non si può sapere. Molti si aspettano che la CDU si sposti ulteriormente a destra. Non è da escludere che la SPD si muova ancor più a destra. Attenti amici miei, la differenza tra voi e AfD è ora soltanto del 7%. Per il resto, e per quel che vale, i sondaggi di ZDF dicono che i populisti AfD avevano il sostegno del 16% degli uomini e solo del 9% delle donne. Nell’ex Germania Est, l’AfD è stato il partito più votato dagli uomini con il 27% contro il 24% della CDU.
L’affluenza è salita al 77% dal 71,5% di quattro anni fa. Secondo il sondaggio, l’AfD è riuscita a ottenere il voto di 1,2 milioni di cittadini che in precedenza non votavano. Mi chiedo quanti elettori disillusi della SPD ritornerebbero a votare, se solo ciò portasse loro qualcosa di buono.
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