16/05/18

Per il Telegraph gli investitori dovrebbero sostenere le nuove idee dell'Italia

Mentre i politici europei, amplificati dai media sia italiani sia internazionali, lanciano i consueti severi moniti e le alte grida di allarme di fronte allo spauracchio "populista" che si aggirerebbe per l'Italia, con questo esercitando pesanti interferenze sull'impegnativo processo democratico per la formazione del nuovo governo, vi sono però importanti testate e giornalisti prestigiosi che si discostano da questi luoghi comuni. Dopo le aperture di Wolfgang Munchau sul Financial Times, anche Matthew Lynn esce sul Telegraph con un articolo più riflessivo e realista sulla situazione italiana.

 

Il nervosismo serpeggia sui mercati e nel mondo bancario per la "strana coalizione populista che si prepara a prendere il potere in Italia", osserva il Telegraph. Per dare un'idea ai lettori inglesi, l'articolo paragona l'alleanza Lega-5Stelle - dipinti come due partiti totalmente al di fuori del mainstream - a una inedita coalizione tra Ukip,  Verdi e Partito Unionista Democratico. Eppure, dice Lynn, "questo allarme diffuso potrebbe rivelarsi totalmente infondato. I mercati in realtà dovrebbero accogliere con favore l'audace esperimento italiano."

 

In primo luogo, Lynn giustamente sottolinea come, in confronto alla Germania, che ha impiegato ben sei mesi per riuscire a formare un governo, o in confronto al Belgio, che è rimasto senza governo per un tempo che pare incredibile, addirittura sino a due anni, i due mesi dell'Italia sembrano un record di efficienza e di rapidità.

 

Il problema dell'Italia che più preoccupa politici e mercati pare essere soprattutto la grossa mole del debito pubblico, che raggiunge il 132% del Pil.  Se il nuovo governo dovesse realizzare le sue promesse e violare i vincoli di bilancio, una crescita del debito potrebbe portare al default con enormi ripercussioni e panico generalizzato sui mercati. Sono timori fondati?

 

La realtà, osserva infatti il Telegraph, è che l'Italia ha alle sue spalle ben due decenni perduti, e ha disperatamente bisogno di nuove idee e di un nuovo modo di pensare che la possano far riemergere dalla palude in cui sta soffocando. Se i mercati temono la novità, molto probabilmente si stanno sbagliando, perché è proprio di novità che il nostro paese ha bisogno:

 

"Eppure, questo panico potrebbe risultare infondato. Forse un po' di radicalismo non è una cattiva idea. Se ci si ferma un attimo a prendere in esame la bozza di piattaforma politica concordata tra i partner della coalizione, alcune idee appaiono davvero sensate. E anche per le più azzardate, potrebbe valere la pena di provarci.

 

Una proposta è di introdurre una flat tax del 15%. Se andasse avanti, si tratterebbe di uno degli esperimenti più audaci di riforma fiscale che qualsiasi grande economia abbia mai provato. Ci saranno urla di sdegno dalle istituzioni politiche. Ma, in verità, le flat tax sono un'idea perfettamente valida.

 

Dove sono state messe alla prova - ad Hong Kong, ad esempio - hanno funzionato bene, aumentando le entrate fiscali, incentivando le imprese a maggiori investimenti e le persone in generale a lavorare di più, oltre a semplificare drasticamente il sistema, migliorando il metodo di riscossione.  Perchè non provarci?

 

Inoltre, si propone una "moneta parallela" complementare all'euro. È un'idea complessa, ma che in Italia ha guadagnato forza. Il governo emetterebbe dei titoli, essenzialmente una forma di moneta, che potrebbero essere utilizzati per le transazioni da cittadini e imprese. Due forme di moneta circolerebbero l'una accanto all'altra, un'idea presa in considerazione anche in Grecia... Potrebbe funzionare, o anche no. Ma sarebbe certamente meglio che restare in un sistema monetario che ha bloccato il Paese in una depressione permanente. E se avesse successo, potrebbe benissimo fornire una soluzione elegante ad alcuni squilibri creati dalla moneta unica. Di nuovo, è difficile capire cosa ci sia di così terribile."

 

Sul reddito di cittadinanza, il Telegraph lo definisce un'idea radicale, con la quale si pensa di ”rendere la società più egualitaria”. La proposta presenta un aspetto preoccupante, che principalmente è quello di ”spezzare il legame tra lavoro e reddito, fondamentale per un'economia di successo”. Ma anche questa, osserva il Telegraph, è una possibilità da esplorare.

 

Ma soprattutto, visto il totale fallimento delle politiche degli ultimi decenni - che pur puntualmente svolgendo i "compiti a casa" suggeriti dalle istituzioni europee non hanno portato a niente altro che a fallimenti, disoccupazione crescente, aumento della povertà e anche all'aumento dello stesso debito che con quelle politiche si sarebbe dovuto risanare - allontanarsi da questo solco fallimentare può essere un'idea più che sensata. Del resto, le politiche più osteggiate in quanto "populiste" e pericolose, spesso hanno al contrario prodotto buoni frutti. E i mercati, in realtà, dovrebbero festeggiare.

 

Ecco le conclusioni del Telegraph:

 

"Non è che l'Italia sia stata un grande successo economico negli ultimi 20 anni. Da quando ha adottato l'euro, il suo tasso di crescita medio è stato pari a zero. Avete letto bene. Un tubo, nada, niente, come direbbero in Italia. In confronto, la Francia ha registrato lo 0,84%, la Spagna l'1,08% e la Germania l'1,25%. La disoccupazione è paralizzante e la povertà cresce inesorabilmente. Niente di tutto ciò è inevitabile.

 

Dopo tutto, in passato il paese ha avuto periodi di notevole successo economico: dal 1961 al 1980 l'Italia è cresciuta di quasi il 4% all'anno, solo leggermente meno della Spagna, e significativamente di più di Francia o Germania. È difficile sostenere che non valga la pena provare qualcosa di diverso.

 

Quando i politici populisti arrivano al potere, ci sono sempre previsioni di catastrofi. Ma in realtà, non fanno troppo male. Donald Trump potrebbe anche essere un odioso buffone (se è in giornata buona), ma il suo mix di tagli alle tasse e deregolamentazione sta aiutando la crescita. La Polonia sta andando veramente bene sotto il suo governo "populista", nonostante la minaccia di punizioni da parte di Bruxelles - e si prevede che crescerà di un altro 4% quest'anno. E così l'Ungheria.

 

Con una crescita misera, l'economia in stallo, la produttività stagnante e un'accumulazione di debito su cui nessuno riesce a fare niente, l'economia globale ha dannatamente bisogno di nuove idee.

 

Quando il nuovo governo prenderà il potere a Roma, la Borsa di Milano potrebbe anche crollare e i rendimenti obbligazionari salire alle stelle. In realtà, i mercati dovrebbero finalmente accogliere con favore qualche visione nuova - e gli investitori puntare su un paese che potrebbe essere in procinto di rinascere."

 

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