06/12/21

Il folle raid dell'UE nella City è un pericolo per il mondo



In un contesto internazionale in cui si tende a un rialzo dei tassi, la necessità della Ue di mantenerli bassi nel tentativo di salvare l'euro e con esso il debito dei paesi del sud presto nuovamente a rischio, a causa della costruzione fragile e pericolosa dell'eurozona, cozza con le esigenze del resto del mondo e rappresenta un continuo azzardo finanziario, con conseguenze potenzialmente disastrose per tutti. Ne parla senza mezzi termini sul Telegraph Barnabas Reynolds, uno dei massimi esperti in materia di mercati finanziari e regolamentazione bancaria.


di Barnabas Reynolds, 4 dicembre 2021

La Commissione europea sta puntando molto sulla "autonomia strategica" nei servizi finanziari, sostenendo che dopo la Brexit vi è la necessità di spostare le attività finanziarie dal Regno Unito all'UE.

La ragione principale della forte pressione dell'UE potrebbe non essere immediatamente evidente a tutti. Non è solo una questione di posti di lavoro.

Alla base della spinta per il business c'è il bisogno di controllare e poter modificare gli standard di regolamentazione finanziaria globale per alleviare le pressioni del mercato sul progetto euro, estremamente fragile e pericoloso. Tuttavia, l'idea è avventata e le conseguenze di un tale approccio, se l'UE dovesse avere successo, potrebbero essere disastrose per l'economia mondiale.

La ragione di ciò deriva dalla struttura della zona euro. Il diritto dell'UE divide la sovranità della zona euro tra gli Stati membri, che sono responsabili ai fini fiscali, e la Banca centrale europea, che disciplina le questioni monetarie. Di conseguenza, nessuno dei due è sovrano.

A differenza dei veri sovrani, come il Regno Unito o gli Stati Uniti, gli stati membri della zona euro non possono richiedere alla BCE di stampare una maggiore quantità di moneta per ripagare i debiti. Quindi gli unici soldi su cui possono contare sono quelli derivanti dalla loro base imponibile.

Il debito degli stati membri viene utilizzato per finanziare la zona euro. Ingenti somme sono detenute da investitori UE e internazionali. A causa della mancanza di un emittente sovrano, quegli investitori corrono il rischio costante di insolvenza degli Stati membri - a parte una quantità relativamente piccola di obbligazioni dell'UE emesse per il finanziamento del Covid.

L’eurozona si sta finanziando sulla base di un debito di qualità sub-sovrana, che la rende altamente vulnerabile al sentimento del mercato. Nello stesso tempo,  l'UE ha cercato di costringere il mercato a considerare i suoi accordi come normali e appropriati per una zona valutaria.



Le leggi e i regolamenti dell'UE richiedono alle società finanziarie dell'UE di trattare il debito sub-sovrano degli Stati membri come fosse sovrano. Inoltre, alcuni dei costi derivanti dal sistema sono stati ignorati o nascosti, con l'adozione di regole contabili che consentono alle società finanziarie di registrare delle attività, come i crediti in sofferenza, come altro rispetto a ciò che sono realmente.

Allo stesso modo, le regole contabili implicano che le passività che i mercati assumono siano a carico di stati membri ricchi come la Germania, di fatto non compaiono nel relativo bilancio, fornendo un'immagine fuorviante di salute finanziaria.

Il problema fondamentale è che il costo della mutualizzazione dei debiti degli Stati membri della zona euro e della creazione di uno stato unitario è un costo politicamente troppo alto, ed è chiaro che tutto ciò non accadrà a breve. Inoltre, il costo di una corretta capitalizzazione e applicazione degli standard internazionali al sistema finanziario dell'UE, per riflettere il rischio derivante da questo sistema, sarebbe proibitivo. L’evolversi di queste finzioni sta creando dei punti critici, e quello più in vista è l'euro-clearing.

Si tratta di un sistema in base al quale, per alcune negoziazioni di derivati ​​liquidi, una clearing house (o stanza di compensazione) diventa l'acquirente per ogni venditore e il venditore per ogni acquirente. Ciò consente di ridurre il rischio sui mercati finanziari attraverso la compensazione delle posizioni.

I contratti compensati risultanti contengono esposizioni a lungo termine e la clearing house raccoglie garanzie, spesso giornalmente, dai partecipanti al mercato per adeguarsi alle fluttuazioni del valore delle esposizioni.

Trilioni di rischi vengono eliminati in sicurezza nel Regno Unito; ma l'UE desidera controllare questa funzione e potenzialmente tassarla per raccogliere fondi per l'eurozona.

L'UE ha minacciato di non consentire alle società finanziarie dell'UE di utilizzare le clearing house del Regno Unito, non utilizzando i suoi poteri per dichiararle sicure. Questo nonostante gli standard del Regno Unito siano più elevati, perché, a differenza dell'UE, il Regno Unito non sta cercando di nascondere le crepe di un sistema finanziario costruito a metà, mascherando così i pericoli derivanti dall'eurozona.




La Commissione europea ha recentemente deciso di sospendere i suoi sforzi per smantellare l'attività delle stanze di compensazione del Regno Unito, affermando che continuerà a riconoscere l'uso delle stanze di compensazione del Regno Unito, temporaneamente, in attesa di riuscire nell’intento di ospitare l'attività all'interno dell'UE.

Ma la Commissione ha chiarito che il suo impegno in questo senso non si ferma. L'UE sostiene che la compensazione dell'euro è una parte essenziale della sua catena di approvvigionamento, che deve controllare e che pertanto deve essere onshore.

L'UE protesta perché nel 2011 e nel 2012 la London Clearing House – una delle tre principali stanze di compensazione del Regno Unito -  ha aumentato gli “haircut” o sconti applicati al valore delle obbligazioni degli Stati membri dell'area dell'euro meridionale ricevute dalla stanza di compensazione come garanzie reali, per tener conto del loro valore effettivo all'epoca.

Tuttavia, il regime giuridico del tutto particolare dell'UE per la zona euro significa che i tentativi dell'UE di spostare la compensazione dell'euro al suo interno sono, in effetti, avventati.

Il desiderio dell'UE di limitare l'attualizzazione del debito della zona euro da parte delle clearing house comporterebbe un rischio estremo nel momento in cui i mercati avessero una visione diversa del valore di quel debito, ad esempio perché ritengono peggiorate le condizioni fiscali all'interno dello Stato membro.

Il controllo dell'UE significherebbe che una clearing house correrebbe un rischio maggiore, per volontà dei regolatori dell'UE, che le sue garanzie non siano sufficienti a coprire le perdite; e poiché la clearing house si trova nel mezzo, tra acquirenti e venditori, questo rischio sarebbe effettivamente mutualizzato tra le principali istituzioni finanziarie del mondo che forniscono ai propri clienti i servizi di compensazione.

All'UE piace spesso fare riferimento agli Stati Uniti come termine di paragone. Ma c'è una profonda differenza. Gli Stati Uniti sono un paese solo, con organi centrali dietro i quali sta il sovrano federale. Questo non è vero per l'UE.

L'UE sta cercando di correre prima di riuscire a camminare. Il mondo non può restare a guardare e permettergli di farlo, senza considerare i rischi del suo sistema monetario costruito a metà, unico rispetto a tutti gli altri.

 

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