18/01/19

FT - Una Brexit caotica farebbe traballare l’industria tedesca

Un breve articolo del Financial Times riporta il grido di allarme della Federazione delle industrie tedesche (Bdi) sulle conseguenze per la Germania di una Brexit disordinata, scenario sempre più verosimile dopo il rifiuto dell’accordo da parte del parlamento britannico. Questo avvertimento smentisce le precedenti affermazioni arrivate da parte dei politici tedeschi sul fatto che la Germania sia abbastanza solida da non avere nulla da temere dalla Brexit. Dopo avere distrutto i propri maggiori partner commerciali al Sud con l’euro e l’austerità, la Germania si sta dunque rendendo conto che rischia di perdere uno dei pochi mercati sani che le erano rimasti a causa dell’atteggiamento intransigente contro chi vuole uscire tenuto nei negoziati.

 

 

17 gennaio 2019

 

Una Brexit disordinata sarebbe un colpo negativo per la crescita economica in Germania, lasciando le imprese “a guardare nel baratro”. Così ha avvertito la potente federazione industriale tedesca questo martedì.

 

Dieter Kempf, presidente della Federazione delle industrie tedesche (Bdi), ha detto ai giornalisti che erano presenti a Berlino che il rifiuto dell’accordo di uscita da parte del parlamento britannico è stato un avvenimento “drammatico”. “Ci stiamo dirigendo pericolosamente verso una Brexit caotica”, ha detto.

 

Il grido di allarme mette in evidenza le crescenti preoccupazioni dei leader politici e industriali tedeschi, che soffrirebbero più di chiunque altro, tra le economie Ue, a causa di un’uscita caotica del Regno Unito. Le aziende tedesche hanno investimenti per un valore di 120 miliardi di dollari nel Regno Unito, e il commercio bilaterale, che coinvolge beni e servizi, viene stimato a un valore di oltre 175 miliardi di euro all’anno.

 

Il recente avvertimento da parte dell’industria tedesca sembra destinato a incoraggiare i sostenitori della Brexit nel Regno Unito, che sperano da tempo che pressioni di questo genere possano spingere la Ue a offrire a Londra un accordo più vantaggioso. Il segnale di tensione lanciato dalla Bdi getta dubbi sulle ripetute rassicurazioni arrivate da parte del governo tedesco, sul fatto che la Germania sia pronta a qualsiasi scenario di Brexit, inclusa l’uscita caotica senza accordi alla fine di marzo.

 

Kempf ha insistito nel sostenere che dovrà essere Londra a decidere di evitare lo scenario peggiore e trovare una via di uscita dall’impasse. “Laccordo sul tavolo non può essere rinegoziato. Tocca al Regno Unito fare la sua mossa. È giunto il momento in cui i britannici devono dirci chiaramente che cosa vogliono fare”, ha affermato. “È del tutto illusorio continuare a ripetere quello che non vuoi, senza però dire quello che vuoi”.

 

Kempf ha detto che le aziende da entrambi i lati della Manica non hanno altra scelta che prepararsi a una “hard Brexit”. “Alcune aziende hanno già annunciato che intendono sospendere la produzione a partire da aprile, o che porteranno avanti solo i lavori di manutenzione. Altri hanno spostato il personale o chiuso i battenti”.

 

Ha quindi aggiunto: “Deve essere chiaro a tutti che il Regno Unito potrebbe, nel giro di poche settimane, diventare un paese terzo rispetto alla Ue. Questo significherebbe che uno dei nostri più stretti partner commerciali potrebbe finire in coda alla Turchia, alla Corea del Sud o al Ghana in termini di regole che governano le nostre relazioni economiche con loro”.

 

La Bdi ha affermato di aspettarsi una crescita economica dell’1,5 per cento in Germania quest’anno, ma ha anche avvertito che uno scenario di Brexit caotica senza accordo potrebbe portare a una significativa revisione al ribasso delle stime.

 

Nella nostra previsione per il nuovo anno partiamo dalla ipotesi che non ci sia una Brexit disordinata e incontrollata”, ha detto Kempf. “Se ci dovesse essere una importante interruzione del commercio tra Regno Unito e Ue, prevediamo che la crescita possa essere più bassa”.

 

Il capo della Bdi ha precisato che, in uno scenario di questo tipo, la crescita tedesca possa scendere all’1 per cento.

 

Le nostre aziende stanno guardando nel baratro in queste settimane”, ha dichiarato ancora Kempf. “Un accordo politico è ancora possibile. Ma la condizione perché ciò avvenga è che Londra ritorni a un senso della realtà”.

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