20/10/19

FT - Angela Merkel chiede uno sconto per la Germania sul contributo al bilancio UE

Se Atene piange, Sparta non ride: mentre Boris Johnson combatte in Parlamento per portare a termine la Brexit secondo il mandato popolare, in Unione europea iniziano a volare gli stracci su come dividere il nuovo bilancio, da concordare nel 2021 e che durerà sette anni. Non paga di essere il paese che si è più avvantaggiato dell'Unione monetaria, la Germania lamenta che con l'uscita del Regno Unito si ritroverà con un fardello troppo pesante. L'Italia, contribuente netto (ovvero versa all'Ue più soldi di quelli che riceve), al momento non fiata. Ne dà conto il Financial Times. 

 

17 ottobre 2019

 

 

La cancelliera afferma che Berlino deve affrontare un "onere eccessivo" a causa della Brexit

 

Angela Merkel, cancelliera tedesca, ha chiesto che la Germania ottenga uno sconto nell'ambito del prossimo bilancio dell'Ue, affermando che Berlino deve affrontare un "onere eccessivo" a causa dell'uscita della Gran Bretagna dall'Unione.

 

La Cancelliera parlava di fronte al Bundestag in vista di un vertice chiave dell'UE a Bruxelles, dove sarà esaminato il prossimo bilancio a lungo termine dell'unione. Il piano di spesa, che dura sette anni, deve essere concordato all'inizio del 2021.

 

I negoziati su quello che è noto a Bruxelles come il quadro finanziario pluriennale (QFP), saranno insolitamente difficili: la Brexit ha aperto un buco nel bilancio e tutti gli stati membri dovranno fare di più.

 

Ma c'è disaccordo su quanto grande debba essere il budget. La Germania, insieme ad altri grandi contribuenti netti come i Paesi Bassi e l'Austria, vuole che sia limitato all'1% del reddito nazionale lordo dell'UE, mentre la Commissione europea ha proposto l'1,1%.

 

La Merkel ha affermato che anche una percentuale dell'1% comporterebbe un "chiaro aumento dei contributi" della Germania. I funzionari di Berlino affermano che la Germania dovrebbe pagare in media 40 miliardi di euro lordi, 10 miliardi di euro in più rispetto a quanto ha attualmente investito.

 

"A causa di questo aumento e dell'imminente uscita della Gran Bretagna dall'Ue, la Germania sarà eccessivamente gravata quando si tratterà del QFP", ha affermato Angela Merkel. "Per questa ragione dobbiamo parlare di un'equa ripartizione degli oneri sul piano finanziario e di uno sconto per la Germania".

 

La Commissione europea dopo la Brexit vuole eliminare tutti gli sconti per gli stati membri che sono contribuenti netti.

 

Secondo un diplomatico dell'Ue, il contributo netto della Germania al bilancio dell'UE salirà a 30 miliardi di euro nel 2027, mano a mano che lo sconto già previsto verrà gradualmente eliminato. L'anno scorso il contributo netto tedesco è stato di 13,5 miliardi.

 

Infatti alcuni dei maggiori contribuenti netti al bilancio dell'Unione beneficiano già degli sconti, che hanno origine nella riduzione sui pagamenti "eccessivi" del Regno Unito per i sussidi agricoli dell'Ue, che Margaret Thatcher ottenne dall'Unione a Fontainebleau 35 anni fa.

 

Questi "meccanismi compensativi" limitano la somma pagata dai paesi più ricchi. Mark Rutte, il Primo Ministro olandese, ha sostenuto che queste riduzioni mantengono il sistema "equo".

 

Germania, Paesi Bassi, Danimarca, Svezia e Austria chiedono che vengano mantenute.

 

La Francia è invece il più grande fautore della eliminazione degli sconti, e anche un gruppo di Stati membri che sono percettori netti di contributi, come Polonia, Ungheria e Paesi baltici, sostiene la loro abolizione.

 

La Merkel ha dichiarato anche ai parlamentari di sostenere il principio secondo cui l'erogazione dei fondi dell'Ue deve essere strettamente collegata al rispetto dello stato di diritto negli Stati membri, affermando che la questione è della "massima priorità" per la Germania.

 

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