10/11/11

Giorni contati dell'Italia nell'Eurozona?

Mercato Libero segnala un articolo sul Financial Times di Nouriel Roubini, il Nobel dell'economia chiamato "gufo" (ma che spesso ci prende), in cui fa una fotografia realistica e disillusa della situazione:


Con i tassi di interesse sul debito sovrano in aumento ben al di sopra del sette per cento, vi è un rischio crescente che l'Italia possa presto perdere l'accesso al mercato. Dato che è too-big-to-fail, ma anche too-big-to-save, questo potrebbe portare ad una ristrutturazione forzata del debito pubblico da € 1,900 miliardi. La ristrutturazione affronterebbe parzialmente il problema dello"stock" di debito insostenibile di grandi dimensioni, ma non risolverebbe il problema di "flusso", un ampio deficit di conto corrente negli scambi con l'estero, mancanza di competitività, e un peggioramento in caduta del prodotto interno lordo e dell'attività economica.


Per risolvere quest'ultimo problema, l'Italia potrebbe, come altri Paesi periferici, aver bisogno di uscire dall'unione monetaria e tornare a una moneta nazionale, innescando così un crollo della zona euro.





Fino a poco tempo l'argomento che veniva portato avanti era che l'Italia e la Spagna, diversamente dalla Grecia chiaramente insolvente, erano solo illiquide ma solventi, quindi il problema poteva essere risolto con una politica di austerità e di riforme.





Ma una volta che un Paese illiquido perde credibilità nel mercato, ci vuole tempo - solitamente un anno o giù di lì - per ripristinare la credibilità, con azioni politiche appropriate. Perciò, a meno che non ci sia un prestatore di ultima istanza che può acquistare il debito sovrano, nel frattempo che la credibilità non è ancora ripristinata, un paese illiquido ma solvente può alla fine risultare davvero insolvente. E' questo lo scenario in cui gli investitori scettici spingeranno gli spreads sovrani ad un livello tale per cui o il paese perde l'accesso ai mercati o la dinamica del debito diventa insostenibile.




Così l'Italia e altri paesi illiquidi, ma solventi, hanno bisogno di un "big bazooka" per evitare la profezia “autoavverante” di una corsa sul debito pubblico. Il problema è, tuttavia, che nell'eurozona non esiste un credibile prestatore di ultima istanza.

Quindi Roubini spiega come i vari meccanismi di ingegneria finanziaria messi in piedi dai vertici Europei non possono funzionare e sarebbero destinati al fallimento. E comunque anche l'intervento della BCE è assolutamente improbabile, sia perché la BCE non vuole intervenire, ma anche perché un simile intervento sarebbe illegale, chiaramente contro il Trattato e la clausola del no-bailout.


Così, dato che il EFSF a leva non funzionerà, e non c'è abbastanza denaro al Fondo Monetario Internazionale per soccorrere Italia e / o Spagna - gli spread sul debito Italiano hanno raggiunto un punto di non ritorno.


...l'unica opzione sarà una ristrutturazione coercitiva ma ordinata del debito del paese. Anche un cambio al governo Italiano, con una coalizione guidata da un rispettato tecnocrate, non cambia il problema fondamentale – che gli spreads hanno raggiunto un punto di svolta, che il risultato è la caduta libera e che, dato un rapporto debito/PIL del 120 per cento, l'Italia ha bisogno di un avanzo primario di oltre il 5 per cento del PIL solo per impedire al suo debito di esplodere.





Il risultato adesso è un circolo vizioso in caduta libera. Più austerità e riforme - che sono necessari per la sostenibilità a medio termine - non faranno che peggiorare la recessione. Aumenti delle tasse, tagli e ristrutturazioni di lavoro e capitale inefficienti durante le riforme strutturali hanno un effetto negativo sul reddito disponibile, sull'occupazione, la domanda e l'offerta aggregata. La deflazione recessiva che la Germania e la BCE stanno imponendo all'Italia e agli altri paesi della Periferia renderà il debito ancora più insostenibile.



Anche una ristrutturazione del debito - che causerà danni e significative perdite ai creditori in Italia e all'estero - non riporterà la crescita e la competitività. Questo richiede un deprezzamento reale che non si può ottenere da un euro più debole, date le politiche della Germania e della BCE. Non può avvenire nemmeno attraverso la deflazione o riforme strutturali depressive che richiedono troppo tempo per ridurre il costo del lavoro.





Quindi, se non si può svalutare, né crescere, né deflazionare ad un deprezzamento reale, l'unica opzione finirà per essere quella di rinunciare all'euro e tornare alla lira e ad altre valute nazionali. Naturalmente questo produrrà una conversione forzata dei debiti denominati in euro, in nuovi debiti in valuta nazionale.


L'eurozona può sopravvivere alla ristrutturazione del debito e all'uscita di piccoli paesi come la Grecia o il Portogallo. Ma se l'Italia e/o la Spagna dovessero ristrutturare e uscire, questo sarebbe effettivamente un crollo dell'unione monetaria. Purtroppo questo deragliamento al rallentatore è ora sempre più probabile.

Secondo Roubini, quindi, questa strada in discesa sarebbe evitabile solo se la BCE diventasse prestatore illimitato di ultima istanza e tagliasse i tassi a zero, ma occorrerebbe che l'euro arrivasse alla parità con il dollaro, grazie a una politica fiscale espansiva in Germania e nel centro della zona euro. Solo così la la periferia può percorrere utilmente la strada dell'austerità, e forse si potrebbe fermare l'imminente disastro.

9 commenti:

  1. Per Carmen, Roubini il "gufo" dice in sostanza questo:
    Quando le nazioni saranno spennate per bene o come dice "al rallenatore per l'italia", le lasceremo andare, però il debito rimane..... in lire o nella moneta che preferite.
    Grazie tante, se ne può fare anche a meno.
    Di questa farsa l'abbiamo già avuta con le am-lire negli anni 44/45 grazie ai nostri salvatori.
    Direi che il giochetto è meglio finirlo qui.
    Saluti.
    Orazio

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  2. E bravo il gufo!!!
    Siamo praticamente in un vicolo chiuso, disarmati e senza difese, inseguiti da un branco di lupi famelici!!!
    Ma ci faranno uscire dall'euro???

    Secondo il prossimo premier Monti, parlando all'Infedele di Gad Lerner, l'euro non è affatto un fallimento, anzi al contrario sta producendo esattamente gli effetti auspicati, infatti sta costringendo Paesi come la Grecia, a perseguire politiche di stabilità, che altrimenti difficilmente avrebbero intrapreso.
    Hai capito il Trilateral e Bilderberg Monti!!!!

    E perchè lui che era Commissario europeo all'epoca dell'ingresso nell'euro, e poi advisor Goldman Sachs, non ha detto nulla sul fatto che i conti della Grecia erano stati truccati proprio dalla sua Banca Americana, senza che lui come Commissario UE, battesse ciglio????
    E perchè non ha detto che l'attuale premier greco Papademos, era all'epoca governatore della Banca Centrale Greca, che ha condotto in prima persona unitamente al governo, gli intrallazzi con la Goldman Sachs, per truccare i conti e permettere l'ingresso nell'euro???
    E perchè dopo Papademos è stato premiato, per il servizio reso, con l'incarico della vicepresidenza della BCE???

    E perchè è stato ancora premiato, dopo tali intrallazzi, diventando addirittura premier della Grecia???

    Ma chi te li fa tali domande????

    Sarebbe difficile rispondere vero, caro Trilateral Bilderberg Monti???

    saluti, Nicola.

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  3. Ciao Nicola. E' la shock economy, anche qua.

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  4. Per Carmen parla per noi della sovranità monetaria.
    Saluti.
    ORazio

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  5. Interessante l'articolo, come interessante il commento di Nicola.
    Ma io mi chiedo qual'è lo scopo della Trilateral o della Bilderberg?
    Oltre ad averci commissariato, come sembra dove vogliono arrivare?
    Comunque la soluzione per me come si evince anche da Roubini, e come pensano i 2 Nobel dell'economia recenti, è un governo Centrale, una BCE che abbia i poteri della Fed, che possa stampare moneta (QE) e non pensi solo al cambio e all'inflazione.
    Tutti dobbiamo perdere un pò di sovranità per una sovranità centrale, l'Europa politica unita e coesa, indi fare gli Eurobond garantiti da questa nuova Europa.
    Saremo pronti per questo...ancora sembra di no...vedremo.
    Comunque è così chiara e semplice la soluzione, non trovate!
    Ma le cose quando sono troppo semplici non si riescono a fare...ci si deve complicare per forza eppure sencondo me ce l'abbiamo davanti al naso.

    Hans Castorp

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  6. Certo bisogna avere una sensibilita' analitica ai numeri reali in gioco non indifferente. Solo esperti e professionisti possono avere questo polso. Se Roubini ci ha visto giusto siamo ad un bivio: "piu' Europa" o "crollo dell'eurozona". Il nodo e' convincere tedeschi e francesi e gli altri nordici a fare il QE con i titoli dei paese mediterranei. A prescindere poi da tutte le responsabilita' che ci hanno portato a questa situazione: adesso si tratta di difendersi e uscirne.

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  7. Orazio: fatto.

    Ciao Hans e Spartan, a mio modo di vedere non mancano le soluzioni, sono evidenti a chi ci studia su, ma quello che manca è proprio la volontà di attuarle. La shock economy torna comoda per poter realizzare sull'onda dell'emergenza quelle malefiche riforme "strutturali" che servono a toglier di mezzo il baluardo statale (quel che ne resta) a vantaggio della libera volpe in libero pollaio. E che democrazia e democrazia, come dice bene Cobraf, facciamola finita e che votino i traders!
    Saluti a tutti!

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  8. Georgejefferson14 nov 2011, 23:08:00

    lo stato come cane da guardia(polizia,tributi)e socializzazione delle perdite(pre frenare chi calca troppo la mano nel sistema)lo stato come entita' a tutela del bene comune...cioe,l'unica legittimazione per cui esso e'nato come ideale....lo vogliono cancellare dalla memoria collettiva...troppo impegnati a spartirci le briciole per il trionfo..e il ritorno...della legge del piu forte...l'acrescimento culturale...questo devono ostacolare...la cultura della visibilita' e del consumismo sono diffusi per questo...non esiste il vero senso di democrazia senza partecipazione e controllo ai controllori...benvenuti nel neoliberismo

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  9. Già Carmen, hai detto bene!
    Comunque in Italia, siamo nelle mani di questi parlamentari, che devono difendere gli interessi del capo. La vedo dura...
    Saluti

    Hans Castorp

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