31/07/13

L'Economia Olandese fa acqua e va incontro alla stagnazione

Il Wall Street Journal pubblica un articolo a tinte fosche sulla deriva della "rigorosa" Olanda  rispetto all'Europa "core". Già in aprile avevamo riportato il grido d'allarme dello Spiegel sullo scoppio della bolla immobiliare e il peso dell'enorme debito privato. Ma intanto il governo procede con l'austerità,  aggravando ulteriormente la crisi. 




Traduzione di Henry Tougha

L’Olanda è nella sua terza recessione dal 2009

di Maarten Van Tartwijk e Làra Hilmarsdòttir

AMSTERDAM—L'Albert Cuyp Market, famoso per la sua offerta di abbigliamento a  basso costo e cibi esotici, è uno dei mercati più affollati dell'Olanda.

Ma sebbene continui ancora ad attirare un sacco di clienti, questi sono sempre più attenti a come spendono i loro soldi, dice Nicolas Steur, un pescivendolo 50-enne. I ricavi della sua bancarella, dove vende merluzzo fresco, aringhe crude e altri tipi di pesce, sono crollati del 20% rispetto a quattro anni fa.

30/07/13

I sondaggi UE mostrano che gli Inglesi sono contro l'UE perché sono veri Europei

Per il Telegraph gli Inglesi ben rappresentano la nuova sensibilità politica comune che aleggia per l'Europa: la sfiducia verso la UE e verso le elite dei governi filoeurocrati





Di Bruno Waterfield, 24 Luglio 2013


I britannici sono ostili all’Unione Europea perché non si fidano del suo governo, non perché sono xenofobi – e gli stessi sondaggi EU lo provano. Inoltre nel loro essere diffidenti gli Inglesi risultano più rappresentativi, più europei, dei difensori delle istituzioni UE.

29/07/13

Orfani del collasso UE

Dal Daily Mail, uno speciale report sulla situazione sempre più disperata della Grecia lì dietro l'angolo... una faccia una razza.


Genitori della classe media in Grecia lasciano i loro bambini negli orfanotrofi per non farli morire di fame.

Dei bambini giocano in un cortile dal profumo di pino, in una calda serata d'estate.L'eccitazione sale febbrile quando si taglia un cremoso dolce al cioccolato. Sembra una scena idilliaca senza tempo - ma in realtà si tratta di una moderna tragedia greca.

27/07/13

Il nuovo Eurobarometro: ecco cosa non c'è nel comunicato stampa della Commissione europea

Mentre Der Spiegel diffonde l'idea che il maggior problema in Italia sia la Casta (come per Johnny Stecchino il problema a Palermo era il Tchraffico)..ma questo non ve lo traduco, tanto già ve lo dicono tutti...

Open Europe commenta l'ultimo sondaggio sull'opinione pubblica nella UE: molto meno positivo di come si voglia far sembrare (ma certo ancora troppo positivo per come dovrebbe essere...)

E' uscito l'ultimo Eurobarometro e, come da tradizione, la Commissione europea fa del suo meglio per manipolare i risultati di un sondaggio che, da quando è scoppiata la crisi della zona euro, non è certo una lettura rassicurante.

26/07/13

Sbagliato vedere la Germania come il paese che ha vinto

Il prof. Hans-Werner Sinn sul Financial Times riassume ciò che noi conosciamo come "ciclo di Frenkel" (o romanzo di Centro e di Periferia) ma sostiene non si possa dire che la Germania come paese ne sia uscito vincitore (sebbene noi sappiamo che alcuni paesi ne sono usciti sconfitti, e di certo qualcuno ci guadagna). E propone di riformare l'eurozona in un  sistema più simile al vecchio Bretton Woods.




Traduzione di Henry Tougha

Hans-Werner Sinn riassume sul Financial Times il meccanismo che ha portato all'attuale crisi (i lettori di Goofynomics ci vedranno l'arcinoto "ciclo di Frenkel"):

"I paesi ora in crisi sono quelli che ricevevano i capitali mobilizzati dall'unione monetaria. L'euro ha eliminato il rischio di cambio, così chi investiva nei paesi del sud accettava rendimenti più bassi. I flussi di capitali hanno prodotto dei boom che hanno dato origine a delle bolle, provocando massicci deficit delle partite correnti. Le bolle sono scoppiate quando gli investitori hanno smesso di finanziare questi deficit, abbandonando le economie non competitive."

23/07/13

L’Euro Versa Sangue Italiano

Riporto qui il manifesto che spiega le ragioni dello striscione fatto volare domenica mattina sulle spiagge italiane dal coraggioso e battagliero Giuseppe Trucco, con cui ho avuto l'onore di collaborare come correttrice di bozze. Una voce che si leva sull'Italia e si fa sentire con tutti i mezzi: diffondiamola

Una bellissima immagine di Marco Cacciatore.


Oggi, domenica 21 luglio, un velivolo farà volare questo slogan (“l’euro versa sangue italiano”) su di uno striscione sui litorali di Marche, Romagna e Veneto.
Per chi ha cercato lo slogan su un motore di ricerca e ha trovato questo articolo, spiego qui le ragioni della mia iniziativa, dedicata al ricordo di Marco Cacciatore di Meda, un giovane di 26 anni disoccupato che si è sparato alla testa per la disperazione. Si fa presto a spiegare le mie ragioni: quando si assiste ad un reato è un dovere morale denunciare chi lo ha commesso, io credo di poter denunciare l’euro come colpevole di induzione al suicidio di Marco Cacciatore, cui è dedicata questa iniziativa, e di molti altri disoccupati. 

21/07/13

Sapir: Sovranità e Nazione

Ricevo e pubblico volentieri un contributo da parte di un lettore e commentatore del blog, Arturo, che ha tradotto un articolo di Sapir di carattere filosofico politico sul concetto di nazione e di sovranità. 
Buona lettura

 

di Jacques Sapir - Aspettando il 14 luglio, a proposito di un articolo di Frédéric Lordon.


Frédéric Lordon ha appena pubblicato un articolo importante (1) - Ce que l'extrême droite ne nous prendra pas - in cui affronta la questione essenziale della sovranità ma anche quella altrettanto essenziale della Nazione. Vediamo subito quale sia il nocciolo di questo articolo e le domande a cui cerca di rispondere, nel contesto della crisi dell'Euro, ma anche, più genericamente, della crisi dell'idea europea generata dagli sforzi di coloro che si proclamano i più ferventi difensori dell'Unione Europea. Tali questioni sono già state affrontate nel libro a cura di Cédric Durand (2) e invito i lettori di questo blog a riferirsi al dibattito che ho avuto con lui in articoli precedenti. (3)

Krugman: La Cina sbatte contro la Grande Muraglia

Un importante articolo di Krugman sul New York Times a proposito del rallentamento della Cina: il caro vecchio esercito industriale di riserva è finito!


Tutti i dati economici sono visti per lo più come un genere particolarmente noioso di fantascienza, ma i dati cinesi sono ancora più fantascientifici di tanti altri. Metteteci un governo non trasparente, una stampa controllata, la vastità del paese, ed è più difficile capire cosa stia realmente accadendo in Cina che in qualsiasi altra grande economia.

20/07/13

In Germania la sinistra inizia a dubitare dell'euro. E altrove?

Sul giornale britannico The Guardian un articolo di Costas Lapavitsas ed Heiner Flassbeck riassume la posizione delle forze di sinistra europee sull'euro. I paesi periferici non sembrano in condizioni di affrontare esplicitamente il problema. Ma se in Germania con Lafontaine il dibattito si è aperto, adesso si può sperare che anche in Inghilterra e in altri paesi germoglino i semi di una vera sinistra europea che rifiuti l'euro (togliendo l'argomento al monopolio delle destre) e riporti le proprie grandi questioni sulla scena.

In foto Oskar Lafontaine, ex-presidente del Partito Socialdemocratico tedesco, che ha invocato un ritorno alle monete nazionali con un sistema gestito di tassi di cambio. Fotografo: Christian Charisius/Reuters.

traduzione di Henry Tougha
 
In Germania la sinistra sta iniziando a dubitare della moneta unica
di Costas Lapavitsas and Heiner Flassbeck -
guardian.co.uk, Martedì 16 Luglio 2013, 9.20 BST

Prima della dichiarazione a sorpresa di Oskar Lafontaine, le critiche violente alla moneta unica erano dominio della destra tedesca. E adesso cosa può fare la sinistra inglese?

19/07/13

Sapir: una svalutazione dell'euro o il suo scioglimento?

La svalutazione dell'euro sarebbe sufficiente alla ripresa? Da questo studio di Sapir risulta che sarebbe accettabile per la Francia, ma non risolverebbe per gli altri paesi periferici. L'ipotesi migliore per tutti resta lo scioglimento



La tesi di un possibile deprezzamento dell'Euro ha ancora dei sostenitori in Europa. E' vero che sulla carta unisce i benefici di una svalutazione (di cui si riconosce il crescente bisogno [1]) e della conservazione dell'Euro (per il quale molti hanno un attaccamento che giudico irrazionale). E' vero che le indagini dell'INSEE hanno da tempo stabilito che la rivalutazione dell'euro ha avuto un impatto negativo sull'economia francese. [2] Uno studio di Natixis ha analizzato questo scenario nei primi mesi del 2012. [3]

17/07/13

La Grecia e la Costituzione messa tra parentesi

Nello stato d'emergenza un paese sospende temporaneamente la "piena realizzazione" dei diritti costituzionali per far fronte ad una situazione eccezionale. Quel che succede in Grecia assomiglia molto ad uno stato d'emergenza permanente. Una prof.ssa greca ha scritto un breve post per fare il punto sulla giurisprudenza in periodo di crisi.




Affrontare lo stato d'emergenza: La giurisprudenza della crisi in Grecia
di Christina M. Akrivopoulou, prof.ssa aggiunta presso l'Università Democritus, Tracia, 11 luglio 2013


È solo di recente che i tribunali greci hanno tentato di esercitare un controllo sui Memoranda stipulati tra lo Stato Greco, l'Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale che impongono misure di austerità al paese. Questa autolimitazione della giurisdizione si deve soprattutto all'estrema severità della crisi finanziaria. In teoria nelle situazioni in cui gli Stati affrontano una vera emergenza si può utilizzare lo strumento dello stato d'emergenza, per permettere che la protezione dell'interesse pubblico prevalga temporaneamente sulla piena realizzazione dei diritti costituzionali.

16/07/13

La Grecia e la Pausa Estiva della Troika

Da Economonitor un breve pezzo sui rattoppi al programma di salvataggio della Grecia, che viene implementato nonostante l'evidente inadeguatezza: intanto l'importante è fare le vacanze in pace e arrivare a settembre...



di Robert Kahn - Il governo Greco ha trovato un accordo con la Troika (BCE, Commissione Europea e FMI) su un set di politiche per procedere nel programma di salvataggio e ricevere gli 8,1 miliardi di euro di ulteriori prestiti durante l’estate, necessari per finanziare il governo fino a settembre. Per farlo, occorre anticipare dei prestiti che erano originariamente previsti negli anni successivi. Questo significa che un grosso gap finanziario si profila per il 2014.  Ma questo è un problema che si porrà dopo l’estate.

15/07/13

L'Italia non è in vendita

Rilancio qui una voce made in Italy che merita il massimo risalto. Dopo aver spiegato chiaramente come la strategia dell'austerità serve a ridimensionare il debito privato estero (mentre inevitabilmente porta alle stelle il debito pubblico), in un post magistrale (che consiglio di leggere interamente) il prof. Bagnai denunzia la svendita del nostro paese, con la complicità dei media del regime. Facciamolo girare, e facciamo loro sapere che sappiamo, che abbiamo capito...


...Vorrei far capire una cosa, molto semplice. Quale creditore intelligente chiederebbe a un artigiano di vendere i propri utensili per abbattere, poniamo di 10, un debito di 100? Nessuno, per il semplice motivo che il restante 90, l'artigiano, senza utensili non riesce a rimborsarlo, perché smette di lavorare. O meglio: un modo per rimborsarlo ce l'avrebbe ancora: andare sotto padrone. Ed è questo che vogliono.

Tanto dolore per nulla? La difficoltà di deflazionare e la curva di Phillips

Per riequilibrare rapidamente la competitività (in assenza di flessibilità del cambio valutario) un paese in crisi deve ridurre il livello dei salari e, per ottenere ciò, recessione e disoccupazione costituiscono una leva di comprovata efficacia. Parliamo di curva di Phillips. Un post sul sito di Bruegel, un importante gruppo di ricerca internazionale con sede a Bruxelles, espone con placida calma (manco si trattasse delle nostre vite!) l'andamento di disoccupazione e salari nei paesi dell'Eurozona e conclude che forse andare avanti così è troppo doloroso e meno efficace del previsto.
Però sia chiaro, anche se forse lo sapete già: la forte disoccupazione non è per forza tra le priorità da risolvere. Per qualcuno è uno strumento.


Traduzione di Henry Tougha

Tanto dolore per pochi risultati: la difficoltà di aggiustamento dei prezzi nell'Eurozona
di Erkki Vihriälä & Guntram B. Wolff, 25 giugno 2013

L'ultimo World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale aveva discusso le ragioni per cui c'era stata un'inflazione relativamente stabile dopo la Grande Recessione. È stato fatto notare che ampi output gap (differenza tra il Pil effettivo e quello potenziale, ndt) ed elevata disoccupazione avevano causato una disinflazione sorprendentemente limitata nei paesi avanzati.

10/07/13

Gold standard, Euro e democrazia minacciata: parallelismi inquietanti


Da un articolo sul sito dell’Economist, la sintesi del paper di Bordo e James sui parallelismi tra la crisi dell’euro e la crisi del gold standard. Una serie di trilemmi ricapitola ciò che viene sistematicamente messo a rischio nei paesi che adottano un sistema di cambi fissi associato a libertà di movimento dei capitali: autonomia delle politiche monetarie, stabilità finanziaria e infine democrazia.



Traduzione di Henry Tougha

Un trio di trilemmi
Il gold standard porta lezioni inquietanti per la moneta unica
da freeexchange sul sito dell'Economist
Sabato 6 Luglio 2013


Dalla scorsa estate i leader europei hanno goduto di un periodo di tregua dalle turbolenze finanziarie. Eppure l’euro è ancora vulnerabile. Non appena la coalizione di governo si è spaccata, i tassi d’interesse dei bond portoghesi hanno ricominciato a salire. L’economia irlandese si è contratta per tre trimestri di fila. Un’unione bancaria adeguata è ancora lontanissima. La fragilità dell’euro è stata sottolineata da un nuovo studio * di Michael Bordo della Rutgers University e di Harold James dell’Università di Princeton. I due storici dell’economia hanno analizzato i difetti di un altro regime monetario internazionale che si pensava indistruttibile, il gold standard, e hanno trovato dei buoni motivi per preoccuparsi della moneta unica.

08/07/13

Studiare macroeconomia serve! (ovvero perché il Regno Unito ha rifiutato l'Euro)

A volte si sente dire che l'economia è del tutto aleatoria e non azzecca mai le previsioni. Il prof. Simon Wren-Lewis, dell'Università di Oxford - in un articolo menzionato ed elogiato anche da Paul Krugman - ci fa notare che non è così, e che quando si basano le proprie scelte di politica macroeconomica su studi scientifici approfonditi, i risultati poi ripagano. Questo è stato il caso della decisione del Regno Unito di rifiutare la moneta unica. (D'altronde, come sappiamo, i pareri autorevoli non mancavano.)
 

Traduzione di Henry Tougha
Come dovrebbe funzionare la trasmissione della conoscenza
di Simon Wren-Lewis, Professore di Economia all'Università di Oxford
Venerdì 5 Luglio 2013

È appena trascorso il decimo anniversario della decisione presa dal Regno Unito nel 2003 di non adottare l'euro. A parte tutte le mie lamentele su quanto male siano state fatte le politiche macroeconomiche negli ultimi tempi, penso che valga le pena di analizzare un esempio di buona decisione. Buona non soltanto perché si è rivelata la decisione giusta alla luce dei fatti degli ultimi anni, ma anche per il modo in cui è stata presa, e per il modo in cui la conoscenza accademica è stata utilizzata.

07/07/13

Come si esce dall'Euro - Wall Street Journal


 Il Wall Street Journal pubblica un articolo che spiega una buona strategia di uscita dall'euro, prendendo come esempio la Grecia, ma specificando che potrebbe valere per qualsiasi altro paese.
Il punto nodale è capire che, anche se il ritorno alla moneta nazionale non è di per sè la soluzione a tutti i mali,  non è quella catastrofe che si vorrebbe far credere.




Traduzione di Henry Tougha
Come si esce dall'Euro
di  ROSS MCLEOD
Abbandonare la moneta unica non deve necessariamente diventare un inferno.

L'Eurozona di questi tempi è piena di paesi duramente colpiti  e in modo quasi isterico viene accolta l'idea che la miglior strada da percorrere per questi paesi sia di andarsene dal blocco monetario.


03/07/13

Troika per tutti! (Governance economica per principianti)



Da Corporate Europe un piccolo manuale per spiegare la crisi ai principianti e sollecitare i cittadini europei alla resistenza


Traduzione di Ugo Sirtori
Come e perché la politica economica dell'UE cambia le nostre vite

A partire dallo scoppio della crisi l'UE ha sviluppato una nuova legislazione per controllare la politica economica degli stati membri, chiamata "governance economica". Anche se queste leggi e le materie che toccano vengono discusse come se fossero soltanto materie da tecnici, esse incidono sulla nostra vita quotidiana, dal taglio dei salari, ai servizi privatizzati, passando per le pensioni perse. Ecco una breve descrizione degli effetti di alcune di queste riforme.

02/07/13

Munchau sul FT: la UE rimpiangerà di aver affossato l'unione bancaria (e il piano Letta è ridicolo)

Wolfgang Munchau nel suo articolo sul Financial Times, The EU will regret terminating a banking union, afferma senza mezzi termini che Bruxelles ha definitivamente seppellito l'idea di un'unione bancaria, e che questa decisione peserà e avrà profonde conseguenze sull'economia dell'eurozona, e sulla permanenza dell'Italia.


Dopo l'impegno solenne del luglio 2012, in cui il Consiglio Europeo ha preso la decisione di procedere alla costruzione di un'unione bancaria che rompesse il pericoloso legame tra stati sovrani e banche, in apparenza la settimana scorsa  il progetto è stato riconfermato:  tutti i rischi saranno spostati dagli stati di origine delle banche per essere condivisi tra le varie categorie dei creditori. Il problema è che la nuova struttura in realtà non solleva gli stati di appartenenza delle banche in crisi dal peso del salvataggio, perché i creditori sono principalmente gli istituti nazionali, e gli stessi stati di appartenenza. 


01/07/13

“A dispetto dei recenti successi, la Germania non ha fatto alcun investimento per il proprio futuro” - lo dicono i tedeschi

Il giornale tedesco Der Spiegel riassume uno studio del prestigioso DIW (Istituto Tedesco per la Ricerca Economica) che spiega come la Germania si stia “ammazzando di risparmio” anziché investire per assicurarsi un futuro. E i risultati si vedono già: infrastrutture fatiscenti, pochi investimenti per istruzione, impianti e macchinari, produttività del lavoro in declino, patrimonio pubblico trascurato, enormi somme di denaro investite all'estero con pessimi risultati. Ma i politici tedeschi non se ne accorgono, parlano tutti lo stesso linguaggio ed hanno elargito promesse mai mantenute.
L'articolo è giunto alla nostra attenzione grazie ad un recente post sul blog del prof. Alberto Bagnai (il quale faceva notare questi problemi già da parecchio tempo).


Traduzione di Henry Tougha

Infrastrutture a pezzi: la tirchieria minaccia il futuro della Germania

Vista da fuori la Germania sembra avere un'economia robusta. Ma uno studio pubblicato da un importante istituto economico mostra che il paese sta investendo decisamente troppo poco in infrastrutture e nel proprio futuro, e in pratica si sta ammazzando di risparmio. SPIEGEL Staff