28/10/13

Qualche semplice riflessione di ritorno da Pescara sul mondo dell'informazione

Di ritorno da Pescara, vorrei condividere con voi lettori alcune considerazioni a caldo sulla tavola rotonda sul mondo dell'informazione, che in quanto vocidallestero ci tocca più da vicino. 



In primo luogo però voglio dire che sono stata molto contenta di aver potuto stringere qualche mano, identificare qualche volto di questi nick che compaiono sui commenti o sui blog amici, o semplicemente di quelli che leggono e compongono la grande famiglia di cui, mi sembra, ormai ci sentiamo parte. Nella buia notte italiana, trovarsi fisicamente in mezzo a tanta gente che ha la nostra stessa consapevolezza è un fatto unico che emoziona. Da qui i tanti applausi a scena aperta nel bel mezzo delle relazioni, non certo perché fosse la prima volta che sentivamo quelle parole, anzi, proprio perché già le sapevamo (#Sapevatelo), facevano parte di noi, e sentirle pronunciate anche dai relatori portoghese, spagnolo o greco, o dal giovane  Fusaro, ci inebriava per un attimo dell'emozione consolante della condivisione!


Le relazioni vanno sentite tutte, c'è lo streaming (grazie Simone!): i relatori stranieri delle famiglie infelici tutte nello stesso modo, Bagnai che ha aggiunto un importante tassello alla sua analisi sul come uscire, Borghi che è stato chiaro ed insieme esilarante come al solito, i bravi Zezza e Pozzi... vanno sentite e basta.

Due parole in particolare sulla tavola rotonda dell'informazione, il tema che ci riguarda più da vicino..

Certamente c'è da apprezzare i giornalisti per il solo fatto di essere venuti, alcuni anche non condividendo (o ignorando, in alcuni casi) le nostre posizioni, perché questo dimostra la volontà di creare un ponte attraverso il quale, mi auguro, si potrà trasferire sempre di più anche sui media più tradizionali, che restano la principale fonte di informazione di massa del grande pubblico, il vasto e ampio dibattito sull'euro che si sta svolgendo nella rete.

Si è detto che in Italia non c'è stato  un dibattito serio e credibile su cui i giornalisti potessero fare divulgazione. E' vero che chi scrive o trasmette via radio o tivù per professione si trova nella responsabilità di inserirsi, come si è detto, in correnti di pensiero affermate - e dunque si trova nella strettoia di dover evitare, da un lato,  di confondersi col dibattito becero e poco qualificato di cui indubbiamente è piena la rete, e dall'altro di non avere forse il tempo o in alcuni casi le necessarie competenze per studiare a fondo i papers accademici che rappresenterebbero appunto il pensiero solido e affermato da cui non discostarsi.

In quanto vocidallestero, la prima ovvia osservazione che mi viene da fare è che indubbiamente il dibattito fuori dall'Italia è stato più aperto: ci sono testate autorevoli come il New York Times, il Financial Times, l'Economist, il Guardian, o il Telegraph, che lasciano ampio spazio alle voci dissonanti di importanti economisti - basti citare il Nobel Krugman che ha una rubrica fissa sul NYT - o di giornalisti economici di tutto rispetto, i quali non hanno mancato in questi anni di crisi di sottolineare con autorevolezza e competenza la plateale inadeguatezza  delle politiche europee e in molti casi l'assurdità economica o i secondi fini non dichiarati del progetto dell'euro. 
Tanto che vocidallestero è nato proprio per l'esigenza di far circolare anche qui queste voci che nel nostro paese erano semplicemente tabù o quasi totalmente ignorate, pur essendo sicuramente autorevoli e facilmente reperibili e accessibili in rete nel format giornalistico non troppo impegnativo che consente una rapida informazione. Con impegno volontario e non remunerato, io che non sono nessuno ho creato dal nulla un blog che in tre anni fa più di centomila visite al mese, e non lo dico per vantarmi, non è un numero da capogiro, ma indica che la domanda c'è e va solo incrociata con un'offerta adeguata.  Ora, grazie al contributo volontario, disinteressato ed entusiasta di altri autori che si sono spontanemente aggiunti a voci, potremo forse anche crescere, incrementando questo "lavoro sporco" di ripetitori delle voci oltre confine.  Senza contare che i blog o i siti di informazione che divulgano dall'estero si sono nel frattempo moltiplicati, svolgendo anch'essi un lavoro egregio.

Ma la seconda  osservazione è che  già da un paio d'anni,  in alcuni casi anche di più, la parte migliore e più critica dell'accademia italiana scrive su blog, come avviene già da diverso tempo anche all'estero. Oltre al mitico e infaticabile Bagnai, c'è Cesaratto, Zezza, Brancaccio, Piga...oltre ad altri riuniti nella rivista economiaepolitica.it. Tra i giuristi c'è Barra Caracciolo che ci spiega tutto sui trattati europei. L'accademia e la cultura non sono più confinate nei sacri testi delle biblioteche, è scesa in piazza e parla, a voce alta ed autorevole, dalla rete. La situazione economica, sociale e politica è tale da richiedere l'intervento degli esperti, e loro lo stanno facendo, con uno sforzo e un impegno che meriterebbero un risalto molto più significativo di quanto non avvenga oggi, anche per semplice dovere di informazione. 

Ben arrivati giornalisti (alcuni già più operativi e ben disposti, è vero, altri che più timidamente si affacciano sulla soglia...). Riporto alcune frasi che durante la conferenza di Pescara mi hanno colpito al cuore, rifletteteci, soprattutto i secondi. (Del resto, a ognuno le sue responsabilità, grazie Sofia):

Riporta Alberto Montero Soler, dell'Università di Malaga, come sia sottolineata dagli esperti con incredula sorpresa la capacità di resistenza del popolo spagnolo, come di fronte a un'offensiva brutale, di fronte a una riduzione del proprio Pil così importante, non abbia messo in atto nessuna rivolta sociale...il popolo spagnolo è ripiegato a pensare alla propria sopravvivenza, e si dimentica o non pensa alla possibilità di resistere! 

Perché sarà?

Alcune frasi di Fusaro:
"La crisi di oggi viene vissuta come fosse la peste dei Promessi Sposi.... I patimenti degli offesi sono presentati come loro colpa... La violenza economica agisce a distanza, il carnefice resta nascosto e le vittime non sanno a chi attribuire la responsabilità..."

La domanda di informazionec'è, o anche se non si vede ancora tanto, è potenzialmente enorme. E la democrazia è sulle spalle di chi fa informazione, che ne rappresenta il presupposto imprescindibile.

Un'ultima cosa: 

Angelini ha detto una frase che ci tocca prendere in considerazione: la vittoria arriverà (parlava dello spazio nei media al pensiero critico) quando le vostre mail tempesteranno le redazioni chiedendo visibilità per questo o per quest'altro pensiero.

Ok. Anche noi facciamoci sentire.

 








71 commenti:

  1. Risposte
    1. Ah! Barbara, ho cercato un'anatra zoppa per tutto il convegno..:)

      Elimina
    2. @fuoridalleuro28 ott 2013, 11:57:00

      Concordo pienamente con Angelini.Se saremo in tantissimi riusciremo ad abbattere questo muro di disinformazione giornalistica tradizionale.

      Elimina
  2. Sempre grazie Carmen. Oggi, tanto per cambiare :-), siamo usciti "insieme" con un post sullo stesso tema. Ma ci voleva...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Quarantotto, ci voleva, sì, e anzi rimando anche i miei lettori (per quei pochi che non ci fossero già arrivati da soli) al tuo bellissimo post, come sempre denso di riflessioni e importanti riferimenti.

      Elimina
  3. Ti voglio bene Carmen...lo sai
    ma sia anche come la penso...
    Già la battaglia è quasi impossibile da vincere ed al momento e stra-persa...e loro hanno stravinto...
    almeno per ora...

    ma se per di più impostate la battaglia stando dietro a gente come Bagnai e soci
    PERDERETE AL 1000%
    ed è un peccato...veramente...
    BISOGNA FARE SUBITO UN MOVIMENTO POLITICO
    CALATO IN MEZZO ALL'ECONOMIA REALE ED ALLA PARTE PRODUTTIVA DEL PAESE
    in stile AfD

    Ma fate voi che sapete...
    tanto ti aspetto al varco...
    lo sai che le azzecco spesso
    ed vedrai che mi darai ragione, prima o poi...

    ma intanto avrete perso tanto tanto tempo
    magari vitale e prezioso

    mentre il PAESE MUORE TUTTI I GIORNI
    anche letteralmente
    e la parte produttiva o chiude o fugge
    e NON TORNERA' PIU'

    non c'è PIU' tempo per i manifestini alla Bagnai che intano vende libri e prende stipendio all'università
    mentre imprenditori si suicidano...
    BISOGNA FARE qui ed adesso
    E NON PIU TEORIZZARE E DIFFONDERE
    amen...:-)

    dovete inserire nella vostra battaglia non solo prof. ma anche imprenditori e gente che viene dall'arena dell'economia reale

    un abbraccio ed in bocca al lupo

    ed i 100mila al mese li avresti raggiunti comunque
    prima o poi perchè te li meriti!
    ma anche grazie a blogger come me
    che ti hanno supportato in vari modi
    hai raggiunto visibilità prima e più in fretta
    e questo nella rete conta
    anche se hai deciso di escludermi per diversità di visione...:-)
    :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Stefano lo sai che ti voglio bene anch'io. Non ho mai negato che soprattutto tu col Grande Bluff ma anche Mercato Libero mi abbiate dato il primo lancio di visibilità, ma è vero anche come riconosci tu stesso che è la forza del blog che ha fatto il resto.

      Su tante cose ci hai anche ragione, forse la battaglia è persa, per ora è persa, ma Stefano, perché invece di insultare i prof che fanno la loro parte spendendosi senza risparmio, non pensi a fare la tua, di parte, e invece di metterti a criticare con supponenza dall'alto le loro analisi fondate su studi teorici e dati statistici - cosa che non ci compete, né a te né a me! - non ti impegni a divulgare queste analisi e questi incontri che si fanno in Italia presso altri piccoli e medi imprenditori che tu puoi raggiungere (molti già ci sono), che stanno soffrendo aspramente questa crisi, insieme ai lavoratori disoccupati? (crisi che presto toccherà anche noi del settore pubblico, la Grecia insegna, non ci illudiamo, e non ci sentiamo una botte di ferro come pensi tu..) e non contribuisci alla creazione di questo movimento politico, che raccolga trasversalmente i pezzi dei partiti che si disfaceranno via via, e che ha bisogno di imprenditori, di lavoratori, di disoccupati, ma anche di intellettuali giusti che sappiano prefigurare scenari e offrire vie d'uscita percorribili, sia economiche che giuridiche.
      Ovvia, non è facile creare un movimento dal nulla. Grillo ha buttato alle ortiche tutta la protesta che era riuscito a raccogliere.

      Ma Stefano ti prego basta con le polemiche tipicamente italiane dei guelfi e dei ghibellini. Non discutiamo chi ha cominciato prima, chi è più stressato, chi sta col culo al caldo o chi se passa più brutta...!!! Andiamo oltre! Il momento è grave!

      :-) Se abbassi la guardia e ti metti in posizione collaborativa sarò più che felice di riprenderti nel mio blogroll :-) Anzi, diciamo proprio che non vedrei l'ora :-)

      Elimina
    2. Stefano Bassi, nonostante non fossi d'accordo con alcuni dei tuoi post e con quasi tutti gli interventi dei tuoi lettori (qualcuno al limite del comico, molti veramente deprimenti e senza senso, peggio che al bar sport), sono sempre stato un discreto frequentatore del tuo blog e in fondo capisco anche il tuo punto di vista, ma da almeno due mesi non vi frequento più.

      Mi dispiace.
      Penso che la qualità degli interventi dei lettori di un blog altro non sono che la manifestazione della qualità degli articoli del blogger, ed in questo gli interventi che leggo in Voci dall'Estero o Orizzonte o Goofy se paragonati con quelli che leggo sul tuo blog è enorme.

      Elimina
    3. Signor bassi, è veramente curioso il suo comportamento. prima dice che uscire dall'euro è pericoloso perchè ci sono i traders in leva in 50k ( per la serie digi-digievolve in.....) e poi con attegiamento un pò suppoennete pretende di dire agli altri come fare il movimento anti-euro. Mi scusi se glielo faccio notare ma lei mi sembra alquanto incoerente. Se lei non condivide l'uscita dall'euro che pifferi gliene frega a lei come creare il movimento anti-euro o no? E poi scusi lei non è da secoli (per usare la stessa cognizione temporale che adotta lei nel suo blog) che dice di andarsene e mandare a quel paese tutti e tutti? bene, se si crea e non si crea a lei cosa cambia? Suvvia, come dice un mio amico, se a me il libro di Fabio Volo mi fa schifo io non vado a scrivere a Fabio volo che i suoi libri sono m...da, lo dico ai miei amici, lo dico a mia moglie e chissenefrega. Ma no, qua dobbiamo tutti giudicare tutto e tutti. Dio santo, mi scusi la provocazione ma lei così facendo non si dimostra tanto diverso da quei radical-chic che dice di detestare.
      Con simpatia

      Nessuno

      Elimina
  4. La violenza economica di cui parla Fusaro, è semplicemente un adeguamento alle moderne tecniche di guerra. Una volta ci si uccideva da una trincea all'altra, in un fango fisico e morale che accomunava i due contendenti. Ora si schiaccia un bottone, che può essere il bottone di una votazione, o l'apertura di una rampa di lancio di missili, o il decollo di un Drone. L'obiettivo è deresponsabilizzare le azioni criminali, diventando tutti dei piccoli Eichmann che, dalla propria anonima scrivania, mandava a morte milioni di persone.

    RispondiElimina
  5. Colgo l'occasione per dirti che da anni vocidallestero è la prima e l'ultima lettura della mia giornata e che che almeno un terzo degli articoli che ho scritto ha trovato qui e nei blog segnalati ispirazione e contenuti. Quindi con colpevole ritardo grazie

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti Massimo Rocca, si vede. Felice di servirti, tu che dalla tua rampa di lancio hai una gettata più lunga della mia...:-)

      Elimina
  6. Ho visto la conferenza in streaming e condivido tutto ciò che hai scritto.
    Vorrei però aggiungere due critiche a due argomenti dei giornalisti:

    "E' vero che chi scrive o trasmette via radio o tivù per professione si trova nella responsabilità di inserirsi, come si è detto, in correnti di pensiero affermate"

    A me sembra che questo sia un modo eufemistico con cui i giornalisti ammettono la loro sottomissione alla dittatura dello SHARE (l'indice degli ascolti dei programmi tv).
    Esplicitamente: i giornalisti temono di perdere ascolti, quindi vanno sul sicuro e trattano solo i temi che statisticamente hanno avuto più Share finora.
    Quindi finché non ci sarà un programma televisivo con Share alto che propone un dibattito approfondito sul tema "uscita dall'euro" nessuno ne parlerà: quindi nessun giornalista mainstream ne parlerà finché un altro giornalista mainstream non ne parlerà facendo ascolti.
    Mi ricorda l'omertà su cui si fonda la mafia, mi sbaglio?

    Altro punto fondamentale: dire che il "movimento no euro" deve proporre un intero progetto etico-politico, una corrente di pensiero, e non può limitarsi a direttive economiche, significa:
    1) sottovalutare l'importanza dell'economia e della sua ripresa: essa è infatti la premessa fondamentale di ogni repubblica fondata sul lavoro e sottintende la difesa dei lavoratori di qualsiasi settore (è quindi già, in un certo senso, la base di un progetto non solo economico; lo ricorda anche Orizzonte48 qui: http://orizzonte48.blogspot.it/2013/10/il-sarchiapone-di-pescara-la-non-notizia.html ma in generale ne parliamo da anni...)
    2) limitare ai partiti (le correnti di pensiero già affermate) il diritto di accedere ai media mainstream in Italia: è come dire che non puoi dire una verità se non la colleghi a tutti gli altri temi formando un programma politico da partito.
    Ma è veramente necessario fare un partito per inserirsi nel dibattito pubblico?
    E, anche se fosse necessario, ciò è desiderabile?
    Sarebbe come dire agli sviluppatori del software di E-democracy "Airesis" (tra i quali c'è il ragazzo che ha filmato l'evento in streaming, grazie Simone!) che un software non basta, poiché ci vogliono i contenuti che rendano il progetto un partito politico: ma, al contrario, il valore di quei software è che essi consentono di discutere di politica fuori dai partiti e sono quindi una delle poche risposte alternative e costruttive al sistema partitico attuale!!
    Grazie ancora, alla prossima.
    Stefano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, le tue osservazioni sono giuste e arricchiscono di valore questo spunto di dibattito.

      Elimina
    2. non c'è nessuna schiavitu' dell' odiens.
      C'è solo la schiavitu' dello stipendio che gli passsano gli editori (e gli inserzionisti).

      Elimina
    3. Va beh, però lo stipendio dipende anche dallo share..o no?

      Elimina
    4. No. Dello share se ne strafregano. Lerner si prendeva 700mila euro/anno con una trasmissione che guardavano 4 gatti (tanto per fare un esempio), se facessero trasmissioni spiegando le cose come stanno, in un momento come questo, c'è da star tranquilli che avrebbero grande attenzione e presto grande share.

      ma di certi argomenti NON SI DEVE PARLARE.
      Alla gente non interessa nulla ma nulla nulla proprio delle mutande di Berlusconi e della legge elettorale, almeno oggi come oggi.

      Certi argomenti, certi interessi, è meglio non toccarli e basta.
      Prendiamo Barnard, possiamo dire tutto il male che vogliamo (e sono anche in parte d' accordo), ma, non c'è dubbio alcuno che sia un giornalista coi contro...cosi. Era molto apprezzato e seguito, eppure, qualche inchiesta sull' industria farmaceutica e qualche puntata sui nascenti accordi sul commercio internazionale , guarda un po', lo hanno messo fuori gioco.
      Chi lavora sui giornali e nelle televisioni ste cose le sa e si AUTOCENSURA, almeno nella stragrande maggioranza dei casi. Tengono famiglia e li capisco anche, se vogliamo.
      Ma la realtà è questa, quella di non affrontare certi argomenti perché non fanno share è una pietosa bugia, come quella che sono "argomenti troppo complicati" (se hanno l' input di affrontare questo o quell' argomento sanno spiegare cavilli giuridici, tecniche investigative, inchieste su questa o quella evasione fiscale, su questo o quell' episodio di corruzione, ecc. e a farsi capire e appassionare pure i lettori/ascoltatori).


      Elimina
    5. Grazie, mi hai effettivamente aperto gli occhi. Lo share è una scusa bella e buona, il tuo discorso mi torna perfettamente.

      Elimina
    6. E' cosi,Bargazzino,hai ragione.Ma c'e' anche un'altro aspetto,e riguarda la volonta' precisa,a tacito e condiviso consenso,nei media,a perpetrare stimolo alla mediocrita' e superficialita' nelle masse.Apre scenari molto profondi.

      Elimina
    7. Oh, grazie ad entrambi, Carmen e "George".
      Sono lusingato di avervi fornito strumenti di (ulteriore/possibile) lettura dei fatti.
      Anche perche' solitamente sono destinatario del "percorso" inverso. Ovvero siete voi due (anche se "George" e' un po' che non lo trovo in giro sul "uebbe") che mi munite di preziosi appoggi nella "scalata" alla ontagna conoscenza.

      Elimina
  7. Anch'io sono rimasto sorpreso dall'osservazione sulla scarsità delle discussioni italiane sull'euro: ma da quando in economia il dibattito scientifico si svolge in ambito nazionale? Al giornalista economico è concesso ignorare tutto ciò che dicono gli economisti fuori dai patri confini? Perché se così non è la notizia ci sarebbe già, ovvero lo scollamento della discussione scientifica italiana rispetto a quella internazionale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. il problema è che il "sistema" è pro euro e quindi la vulgata ufficiale è che se usciamo dall'euro l'inflazione schizza al 50% e potrei continuare per ore...il problema principale è che noi si discute se ha ragione bagnai oppure brancaccio e Pasquinelli sull'uscita da dx o da sx, o meglio dak capitale o dai lavoratori, mentre il mainstrem proprio non discute: x scelta e quindi essendo conscio della genesi della crisi, leggi bilancia dei pagamenti, oppure per ignoranza, nel senso del non sapere? con la rete la seconda ipotesi la vedo dura :)

      Elimina
  8. a me spiace solo vedere in tutta evidenza
    ed in tutta la mia esperienza previsionale che non è malaccio
    CHE PERDERETE
    ma finchè avete stipendi tutti i mesi (o quasi..) e risparmi da parte
    potete ancora permettervelo...
    beati voi..
    MA LA PARTE PRODUTTIVA DEL PAESE
    ed i giovani
    NON possono permettersi QUESTO TEMPO
    perchè non hanno le risorse di cui Voi potete ancora disporre...
    ahi ahi ahi ;-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Stefano, ma ti pare che avendo uno stipendio tutti i mesi, per ora, possiamo fregarcene che il nostro paese stia perdendo non solo il benessere economico e sociale ma anche la libertà? Ma dai!
      Piuttosto, quale sarebbe la vincente alternativa che tu proponi, questo non mi è affatto chiaro...

      Elimina
    2. Anche con icebergfinanza inizio' cosi'. Bassi piu' o meno vi muove la stessa accusa. Vi sta dicendo che dovete tacere, affinche' tutto vadi a ramengo prima possibile. Siccome ricevete uno stipendio, siete in palese conflitto di interessi. Vi date da fare per fare qualcosa per l'italia, perche' avete paura di perdere lo stipendio. Essendo in conflitto di interessi, non avete diritto a dire nulla.. Solo lui puo' aprire bocca, per dire che dobbiamo tutti portare i soldi fuori dall'Italia naturalmente tramite lui, perche' l'italia e' fallita (invece gli altri no, eh?).
      Caposaldo

      Elimina
    3. Non so, non confonderei Bassi con ML così tout court.

      Elimina
    4. lo puoi confondere, lo puoi confondere...

      Se fosse per lui l' Italia dovrebbe adeguare i suoi stipendi a quelli del terzo mondo e eliminare lo "Statoladro"-

      Il suo guru è Oscar Giannino, e ho detto tutto....

      Elimina
    5. E da quando in qua avere uno stipendio è una colpa o un conflitto d'interessi? Io conosco amici che fanno lavoro precario e si muovono per risolvere i propri problemi in maniera solidale, ma forse per qualcuno queste persone sono ontologicamente raccomandate o figli o nipoti di... e poi non sono neinte di tutto questo. Cattiveria generale. E poi dovrebbero emigrare questi ragazzi? Si, per venir bullati dagli ex italiani, come i meridionali che venivano bullati dagli ex meridionali al nord. Non le sopporto queste cose, quindi me ne resto, perchè tanto se vado fuori verrò trattato come un'ameba dall'ex connazionale perchè io so io e lui è lui... se resto almeno avrò la possibilità di rivalermi, almeno non cadrò nel loro gioco

      Elimina
  9. PER CARMEN E PER GRANDE BLUF.
    A me è successo che il 2° mi ha fatto conoscere il 1° e il 1° mi ha fatto capire il 2°. Per favore smettetela! Smettetela di dividervi e di dividerci. Ci piaccia o no abbiamo la necessità che tutti si uniscano a tutti per un unico movimento di cambiamento. Abbiamo perso? Oppure non abbiamo fino ad ora, provato veramente a vincere? Io vi ritengo entrambi necessari ma inutili se non avrete l'intelligenza e la ferrea volontà di trovare punti elementari ma oggi fondamentali di unione e di reciproca collaborazione. Per favore fate i passi giusti. Ne abbiamo bisogno tutti. Ne ha bisogno il nostro paese: imprenditori operai impiegati pensionati e bambini. SE penaste di non farcela da soli aprite un pubblico dibattito in rete e fatevi aiutare da noi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. concordo col punto per cui dividersi ora è senza senso.

      l'efficacia del dividi et impera non è mai stata così chiara come ora.


      i miei complimenti cmq a Carmen (se posso usare il nome proprio) per l'attività vitale che compie.

      Elimina
  10. Ha ragione Tempesta!Abbiamo bisogno di sperare ancora,l'alternativa è l'asservimento al sistema che ci sta stritolando,la lotta,il tipo di lotta può venire solo dalla consapevolezza di ciò che sta accadendo!Le persone ancora non capiscono,è difficile.....una malìa sembra essersi impossessata del mondo,ma da soli cosa potremo fare?Claudio.

    RispondiElimina
  11. Cara Tempesta, caro Luca, caro Claudio, qui non ci sono punti di dissenso particolari, l'analisi è sostanzialmente comune, a quanto mi risulta.

    Il problema sta nel fatto di chi vorrebbe immediatamente lanciarsi in un'impresa politica, perché giustamente il tempo stringe, il paese sta crollando, la gente soffre e si rischia di perdere tutti gli asset ancora rimasti, privati e pubblici, di valore nel nostro paese, sacrificandoli alle svendite e a questa scellerata politica di privatizzazioni...e chi d'altra parte si rende realisticamente conto che un partitino che parta da zero rischia di prendere si e no l'1% in questo muro di beata disinformazione..(di cui appunto sopra...) e mira in primo luogo a questa battaglia, dell'informazione, ostacolo duro ma imprescindibile per ogni speranza di successo. ....

    E l'informazione di massa la fa la Tivù, la fanno le radio, la fanno i giornali, prima e più della rete (che se ci va un sacco di gente, va a Facebook a parlare di calcio di ricette di cure naturali...)

    Questo è il vero dilemma, non sono le contrapposizioni tra noi. Quando si aprirà un varco, che presumibilmente partirà da fuori, forse dalla Francia, si verificherà un terremoto politico che farà scomparire i vecchi partiti e quello sarà il momento di agire. Intanto possiamo solo lavorare sull'informazione e preparare il terreno. Le divergenze quando sarà il momento si scioglieranno come neve al sole.

    L'unico mio auspicio è che questo momento non arrivi troppo tardi. Non vedo altre soluzioni praticabili.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. a me non sembrano molto concordanti le vostre analisi.
      Secondo "il grande bluff" (nomen omen) bisogna adeguarsi alle politiche neoliberiste globaliste, senza se e senza ma. Nun ce se po' fa nulla....

      Da quello che ho capito, secondo te, no, le cose non stanno così.
      Lui è addirittura conetnto del vincolo esterno.
      lui è per "si salvi chi puo'", ognuno si arrangi con propri mezzi.
      poi voglio vedere quando qualcuno, per dire, seguirà i suoi "precetti" (con i suoi limitati mezzi) e gli occuperà una casa di sua proprietà....

      Elimina
    2. E' vero che è da mo' che non leggevo più il Grande Bluff...
      Ho di Stefano l'idea di una persona con una sensibilità sociale, a differenza di ML. Ed effettivamente credo che ce l'abbia. Ma evidentemente preferisce o ritiene percorribili solo delle risposte individualiste. Pace. Basta che non rompa le palle a noi, che restiamo qua.

      Elimina
  12. Carissimi...io NON HO SOLUZIONI
    purtroppo...
    tutte le mie analisi e le mie previsioni portano alla stessa conclusione
    DECLINO COSTANTE E STRUTTURALE
    pure deciso e perseguito a tavolino

    il bello è che maggioranza italioti pensa pure che siamo sulla giusta strada
    e qui ha ragione Carmen su diffusione verità e consapevolezza
    ma poi sbaglia...
    perchè anche in quello non abbiamo abbastanza potere di fuoco,
    Italioti formano al 99% opinione altrove...nei mass media mainstream...
    nemmeno il mitico (per Voi...) Bagnai ce la po' fa'....
    che con il suo modo di fare del cazzo spreca ben più di Grillo....;-)
    e non va bene...non va bene per nulla
    ma non potete dirglielo altrimenti vi fanculizza e vi sbatte fuori...;-)

    insomma per ora non ci sono soluzioni corali e generali
    anche se uno è una brava persona come Carmen che pensa agli altri
    ed anche io lo faccio e da ben prima di Carmen
    da tanto cerco di diffondere la consapevolezza in mezzo a 1000 difficoltà
    remember il BlogeconomyDay di Castrocaro...;-)
    bei tempi...eravamo tutti uniti e facevamo sistema (come si diceva negli anni 70)
    ma adesso...difficile
    esistono secondo me solo soluzioni di nicchia e personali
    poi,....quando italioti andranno bene bene a FONDO e sentiranno i morsi della fame
    allora sarà il timing giusto per tentare di cambiare qualcosa
    ma io lo farò tornando da fuori ed avendo salvato il salvabile
    e non da sotto un ponte con mia figlia che si prostituisce per necessità
    poi...fate vobis...;-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ok, Stef, vedi la risposta di sopra, e buon viaggio.

      Elimina
    2. Ancora co sta storia dei morsi della fame? la fame non c'entra niente. Chi ha fame se ne sta a casa a gufare che il suo vicino che stia meglio cada in disgrazia come lui, questa è la verità. Almeno da quello che capisco io parlando con gli altri. Questo è il trionfo dell'individualismo, questo è il trionfo dell'egoismo,
      LUIGI

      Elimina
  13. Abbiamo visto tutti sabato a Pescara, confermato in maniera drammatica dal "caso Grecia", quale sarà il nostro futuro prossimo. Ora pare confermata la notizia che sia stato introdotto il reato di opinione, contro UE e euro, ovvio.
    Dal sondaggio presentato, ma francamente anche da esperienza quotidiana, il tema dell'uscita dall'euro si sta imponendo nonostante la disinformazione mainstream e aggiungo, se è vero che sarebbero favorevoli il 70% degli operai e artigiani e con titolo di studio medio basso, ben più dei laureati, mi sembra da non sottovalutare il buon senso della popolazione, l'istinto dell'ispettore Colombo alla Borghi per intenderci.
    Un partito che ne facesse la sua bandiera non prenderebbe l'1%. Ma non lo vogliamo di destra, non lo vogliamo di Grillo, non lo vogliamo far noi, non ci piace l'ARS...e aspettiamo la Francia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Da destra non si vede niente, da Grillo nemmeno, l'ARS ha numeri irrisori, i prof non lo ritengono fattibile, se almeno la Le Pen facesse saltar tutto ci aprirebbe un varco, ma non è vero che stiamo ad aspettare con le mani in mano. Chi ha strade percorribili da proporre le faccia presenti.

      Elimina
    2. Ovvero, come raggiungere il punto di discontinuità? Prima di rinunciare a fare qualsiasi cosa perché non proviamo a contarci? Propongo di fare la conta su alcuni punti che sono compatibili con l'euroexit:
      - piena occupazione
      - meno tasse (riduzione aliquote, IVA, accise, ecc)
      - ripristino welfare (educazione, sanità, pensioni)
      - rafforzamento ricerca,cultura
      - politica industriale (recupero delle competenze perse)

      Se cominci a parlare alla gente che vuoi raggiungere la piena occupazione, migliorare il welfare, abbattere le tasse e fare le politiche industriali basate su alto valore aggiunto (innovazione) e che la realizzazione di questi obbiettivi è penalizzata dall'euro forse hai qualche possibilità di vincere. Se pensi che è meglio farlo dall'interno dei partiti esistenti o aspettare che qualcosa arrivi dall'estero ti rendi passivo rispetto alla realtà e di conseguenza subisci gli avvenimenti.

      La condizione necessaria per raggiungere i suddetti obbiettivi per me significa uscire dall'euro e dai dogmi dell'economia "main stream". A mio avviso, questo nuovo partito non deve essere pensato nella cornice di destra o di sinistra ma semplicemente far capire che, ad esempio, la piena occupazione coincide con la crescita economica, che l'unico modo di abbassare le tasse è quello di utilizzare sia la leva fiscale che quella monetaria, che bisogna accrescere i consumi interni con i prodotti domestici e così via.
      Visto che si è fatto enorme sforzo nell'analisi e nella divulgazione del problema euro perché non contarci su alcuni punti (vedi sopra)?
      Possiamo utilizzare i blog per definire i punti programmatici e fare la conta. Se l'iniziativa avrà una risposta significativa si procede, se no aspettiamo e subiamo.


      Ho visto in diretta streaming la tavola rotonda coi giornalisti. Non bisogna aspettare da loro alcun aiuto. Loro fanno parte del giro, altrimenti perderebbero i loro posti (ascoltate il fuori onda di Lops e l'altro). Non sono propensi al rischio. Si muoveranno solo se spinti dalla forza. E la forza può arrivare solo da un soggetto politico nuovo in grado di mobilitare tante persone attorno all'idea politica che rende possibile la libertà e lo sviluppo del paese e da la speranza. Si sa che la lotta politica può essere rischiosa. Ognuno deve decidere quanto e disposto a rischiare. La tecnologia consente di velocizzare la comunicazione e la circolazione delle idee ed iniziative. Proviamo a contarci.

      Elimina
    3. Come proporresti di fare quest conta? Il sondaggio di scenarieconomici.it ci ha già dato delle risposte...
      Secondo me intanto la cosa che si può fare è creare e partecipare a iniziative che smuovano i media, che volenti o nolenti le dovranno riportare, sempre di più e sempre meglio, e nel contempo protestare per la disinformazione imperante, sempre di più e senza sosta...

      Elimina
  14. “(..) vuole uscire dall’Euro (..) Chi ha un livello culturale più basso; non so se studiando di più ci si deforma il cervello o invece forse è il contrario (..)” si chiede “Amleto” Feltri, responsabile dell’economia al “(Mis)fatto quotidiano” …

    …novecentonovantanovemilanovecentonovantotto,
    novecentonovantanovemilanovecentonovantanove,
    un Milione!

    “Come questa tazza, tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?”.

    Ahimé, che brutta fine! Nel suo caso, lo studiare di più, gli ha deformato il cervello! Eppure non dovrebbe essere così difficile capire che la cultura è un mezzo e non un fine…

    RispondiElimina
  15. Grazie ancora Carmen per tutto quello che fai- A lungo, sono stato lettore del "Grande Bluff" ma, col tempo, mi sono stancato di sentirmi proporre di andare a comprare casa a Berlino. Io vorrei continuare a vivere in Italia e spero ancora che mio figlio potrà vivere e lavorare dove è nato e dove ha i suoi affetti, se questo gli farà piacere.

    E' legittimo non essere d'accordo con Alberto Bagnai e criticare alcuni suoi comportamenti ma, come non riconoscere la sua capacità di informare e formare, di fornire chiavi di lettura originali e documentate, di aumentare la consapevolezza di tanti che avvertivano disagio e preoccupazione ma non sapevano individuarne le cause.

    Per tornare a Pescara e al tema di questo post, oltre ad esprimere gratitudine, ammirazione ed apprezzamento per tutti i relatori, vorrei attribuire una standing ovation a Massimo Rocca e Antonello Angelini, per la competenza, la libertà, l'indipendenza, la disponibilità a mettersi in gioco ed a rischiare la loro posizione e la loro carriera.

    Un grande apprezzamento anche a Vito Lops, per l'umiltà, la semplicità, l'onesta, di chi cerca di capire, senza pregiudizi e senza barriere ed informa con correttezza e trasparenza.

    Invece una forte delusione per Stefano Feltri e Giulia Innocenzi: il primo mi è sembrato pieno di luoghi comuni, di sudditanza verso l'establishment politico finanziario.
    Giulia Innocenzi, invece, solo perché fa parte dell'associazione a delinquere di Servizio Pubblico, pensa di essere l'ombelico del mondo e, a mio avviso, è venuta soltanto per ricercare visibilità personale e notorietà.

    Una delusione anche per Simone Spetia: naturalmente posso sbagliarmi e forse è presuntuoso, da parte mia, esprimere un giudizio così affrettato ma mi è sembrato il classico tipo che pensa di sapere tutto, che entra in un posto e non si interessa minimamente di chi è già lì: più che guardare, ascoltare e cercare di capire, sembra ricercare tanti specchi per rimirarsi.

    Comunque, il mondo dell'informazione è questo e, forse, dobbiamo comunque apprezzare chi è venuto, rispetto ai tanti che ci hanno ignorato.

    Naturalmente, sarei felice di sbagliarmi, nei giudizi meno positivi e sono pronto a fare ammenda se i fatti lo dimostreranno.

    Infine, un grazie sentito a chi si è speso per organizzare l'evento e mi ha dato la possibilità di conoscere persone di grande valore, di fare nuove conoscenze, di sentirmi veramente fra amici.

    RispondiElimina
  16. Scusa Carmen. Scusa se insisto e ti pongo una domanda. Ma non hai il timore che Grande Bluff possa avere ragione sul fattore tempo? Eppure il quadro generale in Italia non è fermo. La recente manifestazione in difesa della Costituzione è un tentativo cosciente di aggregazione di un area culturalmente oppositiva a ciò che l'euro comporta sulla sovranità nazionale. Sapir ha addirittura auspicato l'unione di tutte le forze che sono avvisate sulla pericolosità dell'euro. Persino La Malfa dice che le istanze di opposizione debbano trovare un momento di "offerta politica". Non condivido il tuo non vedere altre soluzioni e non condivido il timore dell'1%, anzi. Se le istanze sul recupero della sovranità nazionale, si saldassero, per esempio, con le analisi economiche più avvedute che pure circolano in Italia e fuori (vedi appunto Pescara), ne potremmo vedere delle belle.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo che condivido questo timore, siamo in molti ad avere questa paura. Certo che le istanze di opposizione devono trovare un momento di "offerta politica", con l'unione di tutte le forze consapevoli della pericolosità dell'euro. Se questo avvenisse, se una proposta politica forte si presentasse in campo, saldandosi con le analisi economiche più avvedute che circolano in Italia....se questo avvenisse, sarei la persona più felice del mondo!

      Elimina
    2. Riporto qui la sintesi del pensiero di Borghi via twitter, che penso abbia maledettamente ragione...
      Anche dal pregevole sondaggio di scenarieconomici.it alla fine, nonostante il progresso della posizione potenziale antieuro - che è la parte notevole e importante del sondaggio - il PUDE mantiene comunque la maggioranza assoluta!

      Elimina
    3. Ciao Carmen,
      giustissimo quello che dice Borghi: anche io condivido.
      Pensavo in aggiunta che una leva molto potente per corrompere la monolitica integrità del PUDE può essere servirsi di quella idiozia che è la "logica del contraddittorio": ossia l'idea secondo la quale intorno ad un tema ci sono due ragionamenti contrapposti aventi pari dignità e rispetto ai quali il "bravo giornalista" (diceva Vito Lops) non deve schierarsi.
      Nell'immaginario collettivo questo ragionamento fa presa: si accetta così che ci possa essere chi, ad esempio, è pro o contro la nostra Costituzione, chi è fascista o comunista, chi con le guardie o con i ladri. Fanno eccezione poche cose: non si accetta chi nega l'olocausto e forse chi è platealmente omofobo.
      Anche il valore positivo dell'euro non era in discussione anni fa: ma ormai le cose non stanno più così.
      Oggi non si può più propagandare la moneta unica dando per assodata la sua indiscutibilità. Persino Marco Travaglio se ne è accorto, facendo il nome di Bagnai e affermando che è assurdo che non ci sia discussione sul tema dell'euro.
      Quindi, benché a mio modesto avviso ci sia ben poco da discutere, può essere utile proprio evocare il fantomatico "contraddittorio": cioè affermare la necessità di un dibattito per dare conto dei diversi pareri, tacendo così di integralismo chi questo dibattito nega.


      Elimina
  17. Carmen, caposaldo parlava di Andrea Mazzalai di icebergfinanza non di quelli di mercato libero.
    @ Stefano le situazioni non sono tutte uguali c' è chi come te può salvare quello che ha andando via, francamente ti auguro di raddoppiare quel che hai, c' è qui può andare via e diventare jobwunder in Germania. Allora forse è meglio perdere qui, almeno secondo me. Trovo tu sia un po' presuntuoso(sempre meglio che modesto), perché il god morning America di Reagan e il là società non esiste della lady di ferro, fecero breccia nelle rispettive società attraverso conferenze tipo quella di Pescara, magari loro avevano più soldi, chi vivrà vedrà. In ogni caso qui si voterà nel 2018 e comunque di un partito come Afd, che altri non è che un fare senza euro,qui non sappiamo che farcene... Ha sicuramente un senso in Germania, qui NO!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dino, sì, l'avevo capito. Io dicevo che quella mi sembrava la posizione di ML verso Mazzalai, non di Stefano, ma forse non è così...

      Elimina
  18. Questa sera ho inviato questa email al "Fatto quotidiano".
    Cari amici del "Fatto Quotidiano" considero il vostro giornale il miglior quotidiano italiano ed apprezzo molto le vostre battaglie civili e politiche e la vostra indipendenza economica. Il sottoscritto è una persona che nel suo piccolo cerca di aiutare , anche finanziariamente, tutte quelle iniziative , politiche , di opinione ed editoriali che ritiene giuste ed utili al nostro Paese. Tanto per fare alcuni esempi ho finanziato l'iniziativa di Santoro , il movimento di Grillo ed infine ho cercato di sostenere il vostro giornale abbonandomi ad esso due anni fa. Non sono deluso dal "Fatto" , tuttavia ho deciso di non rinnovare l'abbonamento per due ordini di motivi. Il primo , forse un po' infantile, è di ordine strettamente personale. E' giusto dare spazio ad opinioni diverse , tuttavia non è apprezzabile un linguaggio del tipo usato dal Dr Scacciavilllani su coloro che hanno opinioni diverse dalla sua sull' Euro. Il Dr Scacciavillani ha definito "canea vociante" chi ritiene necessario per l'Italia uscire dall'unione monetaria.
    Mio commento di 5 mesi fa: "Bene vedo che il Fatto quotidiano permette gli insulti a senso unico( canea vociante) da parte del Dr Scacciavillani a chi non la pensa come lui, censurando chi , invece, risponde sullo stesso tono ne più ne meno. Caro "Fatto" oggi hai perso un sostenitore e un abbonato". Infatti rispondevo al Dr Scacciavillani :"Canea vociante sarai tu". Commento prontamente rimosso dal moderatore di turno. Anche il Prof. Bagnai non va tanto per il sottile con il linguaggio , ma lo ha sempre fatto solo ed esclusivamente sul suo Blog , mai su uno spazio pubblico.
    Il secondo motivo è di natura pratica ed ideologica. Il sottoscritto ritiene che sia fondamentale portare avanti una discussione chiara ed approfondita sul processo di decadenza economica nonché civile e politica in cui si sta avvitando il nostro Paese. Ho la presunzione di ritenere di aver capito che l'appartenenza a questa UE sia una se non la principale causa del processo di involuzione democratica dell'Italia.
    Non comprendere che economia , politica e democrazia sono un tutt'uno mi sembra un grosso limite del vostro giornale e del vostro responsabile economico. E poiché le risorse sono limitate ed anche per darvi solo un piccolo umilissimo segnale di malcontento ho deciso di destinare le risorse stanziate per l'abbonamento al vostro giornale a movimenti che sono più specificatamente impegnati su questo fronte. Spero presto di poter tornare ad abbonarmi al vostro quotidiano sempreché me ne diate motivo.

    Saluti

    GioC

    RispondiElimina
  19. La vittoria arriverà quando si comincerà ad agire con un vero soggetto politico antieuro che si faccia interprete de tante voci senza rappresentanza.Va bene l'informazione,ma non basta,occorre agire.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo che non basta, però è una premessa importante.

      Elimina
  20. Ciao Carmen, finalmente a Pescare ci siamo conosciuti di persona.
    Condivido il tuo pensiero e credo che anche se ci sia ancora molto da fare ed informare, la presenza di giornalisti pro-euro a Pescara, ed il precedente evento del 23 settembre a Roma per la presentazione del Manifesto di Solidarietà Europea, abbiano aperto quella che un po scherzosamente mi piace definire la Breccia di Porta Pud€, che a questo punto va tenuta aperta ed allargata, continuando a fare opera di diffusione informativa.
    Personalmente la "sorpresa" più piacevole è stata quella rappresentata dal punto di vista filosofico di Fusaro, sia per la qualità dei contenuti che per la giovane età della mente pensante (Diego).
    Credo sia veramente notevole il processo di crescita e maturazione che il nostro cammino ha raggiunto, partito da un punto di vista puramente economico con goofy e Alberto, si è evoluto in osservazioni politiche e legislative (Quarantotto docet), con l'importante aggiunta di informazioni di qualità provenienti dall'estero (grazie a voi) e dalla Germania (grazie a voci dalla Germania); arrivando con goofy2 all'ulteriore importante contributo del pensiero filosofico di Diego Fusaro. Senza ovviamente dimenticare gli amici che dal Portogallo, dalla Spagna e dalla Grecia, ci hanno riportato quello che accade nei loro paesi, confermandoci (se ce ne fosse ancora bisogno) che il progetto €uropeo si è rivelato per quello che è, cioè un progetto Fallito e Fallimentare, come in molti ci avevano anticipato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Leo, anche a me ha fatto molto piacere vederti magari la prossima volta poter scambiare qualche parola in più. Grazie per questa visione ottimistica e per la breccia di Porta PudE (non risco a fare l'euro nella mia tastiera...è sintomatico?)

      Elimina
  21. Il tuo articolo mi ha dato una piccola idea, questo blog è anche seguito da un gruppo sostanzioso di persone su fb...potremmo organizzarci tutti insieme e riempire di mail una testata giornalistica al giorno...non sarebbe una brutta idea! Sai se arrivano 10.000 mail al giorno....li mettiamo in crisi!!!!

    RispondiElimina
  22. Grazie Carmen, grazie a te, e a tutti i "divulgatori", noi assenti ci sentiamo meno isolati.
    Che fare?
    Considero il lavoro di Goofy, 48, VdE, VdG, ecc. (mi scuso con gli omessi, ma la lista, fortunatamente, si allunga) una cassetta degli attrezzi, non un lavoro finito; questa mi mette in condizione di capire, discutere, forse convincere. Penso che ognuno dovrebbe usare questi arnesi nell'ambito in cui opera, dx, sin, partito, sindacato, condominio o bottega. Io, per storia personale lo faccio sul giornale che ho sempre letto e che da un paio d'anni (guarda caso) mi fa incazzare come una bestia: il manifesto, e nel partito che ho sempre votato dalla nascita PRC ed assimilati. I risultati sono risibili confrontati alla fatica, ma ci sono. Il manifesto ha pubblicato diverse lettere e ospitato economisti e opinionisti "nostri" (forse rammaricandosi per non poter ospitare il capolista per i noti motivi), il partito comincia al suo interno a distillare un'opinione "nostra" tramite iscritti di qualche peso, quando l'opinione sarà rilevante si potrà discutere sull'eventuale utilità del contenitore.
    Quando il botto si verificherà (dalla Francia, concordo) i semi saranno stati gettati qui e là, e gli schizzi volanti faranno da concime.
    Chi vivrà vedrà.

    RispondiElimina
  23. Sì, diamoci da fare. Potremmo anche organizzarci in una sorta di suddivisione dei compiti, ma più che un mail bombing che può far pensare al trollaggio (ma l'avete sentita la bimba, ci ha detto che siamo troll!!!!), penso che la lettera di GioC al FQ o gli interventi di Mariof al Manifesto ci possano fare da esempio. Che ognuno si curi l'orticello o il suo ex orticello sottolinenando il proprio disappunto o abbandono per le loro posizioni non miopi ma cieche del tutto, e ribattendo con una certa continuità. Io per esempio sono una ex ascoltatrice di Focus Economia...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. io credo che una mail bombing possa seriamente rompere i co...ni!cmq se ci organiziamo io ci sto...io stò già facendo una cosa da solo nel mio paese...

      Elimina
    2. Io, nel mio piccolo, avendo più seguito come musicista che come divulgatore in prosa, sto finendo di comporre un disco dedicato al rapporto degli italiani con l'economia, per spiegare in che senso la chiusura autistica del dibattito italiano (che non ascolta le "voci dall'estero") renda impossibile la comprensione della (e contribuisca di fatto alla) attuale situazione internazionale.
      Il genere musicale è elettronica concettuale, in rima: lo definirei "rap" ma considerando il rap-trash che passa oggi in tv sarebbe fuorviante...
      Un esempio è questa mia vecchia canzone (una brevissima genealogia del debito che spiega in che senso la concezione attuale del debito è troppo moralista, come quella antica - ma forse non quella preistorica): http://youtu.be/Alpkhg0xXIg
      Se vi interessa vi aggiornerò quando uscirà il disco nuovo.

      Elimina
    3. Rap macroeconomico! Vai, Gilles, al bersaglio! Certo che ci piace e ci interessa, segnala, segnala...

      Elimina
    4. Ti ringrazio, non immagini quanto questa tua apertura verso la mia "musica" mi faccia piacere: il tuo blog infatti mi è servito tantissimo!
      Grazie per tutto, a presto!

      Elimina
  24. Mi riallaccio a Fusaro che tanti, me compresa, ha emozionato col suo attacco al capitalismo assoluto, al primato di un'economia che permea oramai tutto nella nostra vita, ad opera di elite che si arricchiscono spogliando di democrazia a spese della popolazione.
    Altro intervento emozionante, Borghi, al grido "prima viene la libertà" sempre e comunque. Lo stesso Borghi che afferma, con ragione o meno non so giudicare, che in Italia non v'è accentramento di ricchezze significativo ma impoverimento generale.
    Bagnai ha sottolineato mediando come il capitalismo non nasca come assoluto, ma anzi per definizione si debba limitare necessariamente per esistere, alla Ford, direi con Bozzo, una bellissima sorpresa per me che non lo conoscevo.
    Eppure il capitalismo assoluto esiste e qui ed oggi si arma dell'euro, sicuramente segherà il suo ramo come filosoficamente definisce come necessità Bagnai, perché in sé insostenibile, ma quanti morti intanto...

    Due giornate splendide a Pescara, oltre le aspettative.
    Mi confermano che la lotta è unica ma conducibile da posizioni diverse.
    Da buona profana rifletto e cerco la mia. Mi è piaciuto però ci fossero, perché insieme si può fare tanto di più.
    Per questo Carmen mi sento di accogliere come ti ho già scritto, più che cancellare, punti di vista diversi, anche quello di Mercato Libero e Il Grande Bluff che invitano ad esportare i capitali, ad andarsene, disperando, ma che stranamente rimangono a denunciare qui, in Italia, i dati che non tornano, le falsificazioni di regime. Con concreta acutezza (anche se infastidiscono e deludono anche me gli inutili attacchi ai "professorini", come d'altro canto mi infastidisce a mille Bagnai quando fa l'autoritario invece che l'autorevole o lancia i suoi strali ai marxisti dell'Illinois...) E infatti pure Sollevazione, che litiga con Eco della Rete (che litiga con Bagnai), agli antipodi nel cercare di definire la nuova classe degli sfruttati, palesemente non più i proletari tradizionali, ma consci che nell'unione sta la forza, a suon di insulti dei lettori del blog che non accettano una lotta che non sia la cara vecchia lotta di classe degli anni 70. E poi c'è l'ARS da approfondire sicuramente, se non sbaglio Tempesta Perfetta è tra i fondatori.
    Non trascuro ovviamente il 5s, perché, alla Borghi, è per definizione e lo sta dimostrando, movimento permeabile alle istanze democratiche, e perciò necessariamente antieuro.

    Secondo me siamo in tanti, su internet, basterebbe contarci sulle proposizioni fondamentali e molto banalmente credo che magari su un circoscritto ma qualificante obiettivo si può fare squadra. E il tempo stringe.

    Ovviamente Carmen mi permetto di insistere qui perché mi sembra di vedere nel tuo blog una disposizione al "dibattito critico ma accogliente" che da un anno a questa parte sta paradossalmente mancando.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Chiara, abbiamo molto bisogno di questo "dibattito critico ma accogliente" come tu ben lo definisci! Ben venga (tra noi, eventuali anonimi troll se ne possono levare, invece).

      Riporto qui, in risposta anche alle tue parole, il commento che ho pubblicato sul blog di Mattia Corsini, che ha fatto un bel post di resoconto su Pescara più alcune sue considerazioni di molto simili alle tue:

      "...Intanto, siamo tutti preoccupati del tempo che passa e del paese che va in pezzi. Il fragoroso applauso tutti in piedi a Fusaro che parla dell'incendio da spegnere esprimeva proprio questo desiderio di unione e compattezza per poter incidere.

      E' giusto, è umano...

      Ma non è che in questo voler fare subito un partito anti euro, unendo tutte le variegate piccole realtà fuori dal PUDE, si manifesti in fondo un ottimismo della volontà che vuole buttare il cuore oltre l'ostacolo, senza sapersi ben regolare sui dati della realtà? Ragazzi siamo tanti qui sulla rete ma siamo e restiamo una minoranza e quello che dobbiamo fare adesso, se le nostre illusioni e i nostri desideri forti e legittimi non ci accecano e non ci impediscono di essere anche disincantati, oltre che appassionati, è di lavorare il più alacremente possibile a demistificare in ogni sede raggiungibile il pensiero unico corrente!
      Ora che noi ci siamo chiariti le idee, facciamo e propagandiamo incontri, scriviamo ai media telefoniamo alle radio andiamo in gruppetti alle manifestazioni sociali politiche partitiche sindacali e a 5stelle, organizziamo manifestazioni il più oceaniche possibile per difendere le proprietà pubbliche, erodiamo dal basso il consenso ai partiti del PUDE e facciamogli sgretolare il terreno sotto i piedi, siamo contagiosi.
      Forse tutto questo è anche più difficile che riunirci in un partitino a stilare punti e programmi, cosa che darebbe sollievo alla nostra ansia senza in realtà incidere sul mondo là fuori, che come dice Diego, sopporta e crede che la colpa sia sua, sia nostra.

      Ragazzi se i professori non si buttano in un partito ora c'è una ragione, io credo, e non è di codardia o di elitismo o di chissà cosa, hanno fatto l'umanamente possibile sinora buttandosi nella mischia senza risparmio. E se non si buttano ora in questo agognato partito antieuro è - pensiero mio - per non bruciarsi e per non bruciarci in un'avventura sterile che servirebbe solo a placare l'ansia che ci divora.
      Invece dobbiamo muovere mari e monti. E più lo facciamo più il momento arriverà in cui ci saranno degli orfani del PUDE da raccogliere in un nuovo soggetto politico né di dx né di sx, ma intelligente e sovranista.

      E Mattia se temi che il cambiamento sarà affidato a quelli stessi che ci hanno portato sin qui finora, credo che non ci sia pericolo di questo. Erodere il consenso è fargli rumorosamente cadere la cadrega sulla quale sono ben sistemati, è chiaro chiarissimo che si cambieranno i cavalli.

      Scusatemi, parlo qui perché so di essere in luogo aperto al dialogo.
      Naturalmente sia chiaro le idee sono mie e non ho parlato con nessuno dei professori precisamente di questo, solo è l'aria che mi sembra di cogliere."
      .

      Elimina
  25. Oramai anch'io mi sento del gruppo dopo un anno e mezzo di frequentazione dei vari blog goofynomics, voci dall'estero, dalla Germania, Orizzonte 48 anche se raramente commento i post.
    Partecipo però su twitter a varie discussioni cercando di spiegare la situazione a qualche "piddino" e devo dire con scarso successo.
    Proprio per questo non credo si possa convincere facilmente la base dei vari partiti sperando che in questo modo adottino in programma di uscire dall'€ per il semplice motivo che la psicologia del piddino è quella di adottare come verità assoluta ciò che i suoi leader dichiarano. Puoi convincerne un piddino su alcune tematiche ma in cuor suo avrà sempre dei dubbi e continuerà a seguire il proprio leader. Il problema è che il piddino non è una rarità ma è il tipico soggetto maleinformato dal mainstream che vota e vota sempre il solito partito: diciamo il 40% degli italiani?
    Credo quindi che "convincere" i partiti (come proposto da Borghi) è un'operazione lenta, troppo lenta da evitare la metastasi dell'Italia. Temo che allora sarà troppo tardi.
    Al contrario fondare un partito provocherebbe una vera discussione nei vari media, basta vedere cosa ha provocato nei tradizionali partiti molte delle proposte del M5S come la sua politica dei ggiovani ( es. Renzi nel PD o Alfano nel PDL).
    Bisogna fare presto, non abbiamo molto tempo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Melchiorre fare un partito fra i mille che esistono sarà inutile oltre che faticosissimo...forse se convinvi i 5 cavalieri della tavola rotonda riusciresti a fare qualcosa...Borghi, bagnai, savona, fusaro e Rinaldi...ma la vedo molto dura...io spero nella Francia!!!

      Elimina
    2. Apposito di sondaggi: sono fuorvianti perché danno solo l'idea di un instante anche se ripetuti nel tempo. Potrebbero essere significativi se il contesto non mutasse. Ma se vi è un'innovazione, un punto di discontinuità che porta ad un novo paradigma tutto cambia e i sondaggi del passato non valgono più. Certo, se si pensa che viviamo nelle condizioni immutabili, già date, allora sarei d'accordo con chi pensa di andarsene via o di fare dal basso come dice Borghi. Con questa logica non varrebbe la pena di fare niente di nuovo. Temo che essa sia data anche dalle carenze culturali perché si utilizza il modo di pensare unidirezionale del tipo causa-conseguenza-soluzione. Bisogna, invece, utilizzare il pensiero laterale e uscire dal contesto "dato". Non è facile ma succede sempre nella realtà.

      Penso che sia indispensabile creare un novo soggetto politico che dia un messaggio innovativo rispetto ad alcuni obiettivi, ad esempio:
      - piena occupazione
      - riduzione delle tasse, cancellazione IVA
      - ripristino welfare
      Sappiamo che l'euro non consente niente di ciò ma è soltanto la condizione necessaria.
      Ecco, per iniziare il percorso farei un sondaggio tra di noi sui obiettivi programmatici. Possiamo raccogliere i contributi tramite la posta elettronica, che ne dite?

      Elimina
    3. Melchiorre, hai ragione che si tratterebbe di un'operazione lenta se non fosse che la realtà ci dà sempre più schiacciantemente ragione ogni giorno che passa, per cui chi vorrà sopravvivere capirà che deve saltar giù dalla nave che affonda: è questa la chiave del ragionamento di Borghi e non è affatto infondata. Certo, non tutti noi abbiamo accesso a giovani dirigenti di partiti ma possiamo comunque contribuire a rendere più facile il lavoro a chi ce l'ha alimentando la discussione e il dissenso.

      Elimina
  26. Un saluto a tutti i lettori del blog. Io commento per la prima volta su questo blog. Ho deciso di intervenire in quanto partecipante alla conferenza di Pescara e stimolato dalla discussione aperta nei commenti sull'utilità di un nuovo partito anti-euro. Carmen, che approfitto per ringraziare per il lavoro che fa sul blog, ha già pubblicato il link al sondaggio di "scenari economici" e all'idea del Prof. Claudio Borghi in merito. E' evidente che anche un parito anti-euro al 22%, rafforzerebbe i partiti esistenti. Il Pd, in particolare, dove è più forte la difesa della moneta unica, al contrario di quanto si rileva nel centro destra in cui ci sono opinioni critiche e indipendentemente dal fatto che queste siano tali per motivi "ideologici" o meramente elettorali, potrebbero essere captate dall'ipotetico partito anti-Euro riducendo il suo peso elettorale complessivo e portando, appunto, il nuovo parito vicino a quel 22%, che si raggiungerebbe, poi, intercettando il voto di elettori 5 stelle o lega.
    Questo per dire che la roccaforte della moneta unica (oggi rappresentato dal centro sinistra) continuerebbe a governare.
    Quello che vorrei segnalare, però, è il parallelismo che questo dibattito suscita con l'invocato (da qualcuno) referendum sull'euro. In questo caso ci ritroveremmo a decidere euro sì o no senza una completa informazione al riguardo, con il rischio di doverci tenere la moneta unica perché l'abbiamo scelta e non potremo nemmeno più lamentarci. Facendo questo parallelismo è facile intuire l'importanza di un movimento di informazione, prima che politico. Lo stesso accadrebbe relativamente al nuovo partito: senza una corretta informazione sulle conseguenze di questo regime monetario, non si riuscirebbe a intercettare un vero e ampio consenso e ci si dissolverebbe in una tornata elettorale.
    Davide

    RispondiElimina
  27. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Evitiamo almeno di infilare luoghi comuni uno dietro l'altro senza leggere le centinaia di articoli basati su analisi che li smontano ad uno ad uno...

      Elimina