Il Guardian riporta uno studio della Croce Rossa che critica duramente le
risposte date
dalla politica alla crisi europea: stanno preparando un periodo duraturo di disoccupazione,
disuguaglianza crescente,
disperazione e forte rischio di
disordini sociali, e ancora il continente non ha capito la batosta che lo colpirà.
Un mendicante senza tetto ad Atene. Fotografia: Milos Bicanski / Getty Images |
Secondo un ampio studio di
prossima pubblicazione (sarà pubblicato giovedì), le politiche
di austerità adottate in risposta alla crisi del debito degli ultimi
quattro anni stanno
sprofondando l'Europa
in un periodo duraturo
di povertà crescente,
di disoccupazione
di massa, di esclusione
sociale, di
maggiore disuguaglianza e di
disperazione collettiva.
"Mentre
altri continenti riescono con successo a
ridurre
la povertà, l'Europa la
aumenta",
dice il rapporto di 68 pagine della Federazione Internazionale della
Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa . "Le conseguenze a lungo
termine di questa crisi non si
sono
ancora manifestate.
I problemi che
sono stati creati si
faranno sentire per decenni, anche se l'economia girasse
per il meglio in un prossimo futuro ... Ci chiediamo se noi, come
continente, veramente comprendiamo
quello
che ci è
caduto addosso."
La critica radicale alla risposta politica data alla crisi del debito che si è manifestata in Grecia alla fine del 2009 e ha sollevato questioni fondamentali circa la sostenibilità della moneta unica euro, pubblicata in esclusiva dal Guardian, prevede un futuro estremamente cupo per decine di milioni di europei.
Disoccupazione di massa soprattutto tra i giovani, 120 milioni di europei che si trovano in condizioni o sono a rischio di povertà, forti ondate di immigrazione clandestina che si scontrano con l'aumento della xenofobia nei paesi di accoglienza, crescenti rischi di disordini sociali e instabilità politica stimati essere 2-3 volte superiori rispetto alla maggior parte delle altre regioni del mondo, maggiori livelli di insicurezza per le classi medie tradizionali - tutti questi aspetti si combinano dandoci un quadro del futuro europeo più incerto che mai dal dopoguerra ad oggi.
"Da
quando la crisi economica è
cominciata, milioni di europei vivono
nell'insicurezza,
nell'incertezza
di cosa
riserva il futuro. Si tratta di uno dei peggiori stati psicologici
della mente umana.
Assistiamo ad
una quieta disperazione che
si diffonde tra gli europei, causando
depressione, rassegnazione e perdita della
speranza. Rispetto
al 2009, nuovi milioni di persone fanno la
fila per il cibo, non
possono comprare le medicine né hanno
accesso all'assistenza
sanitaria. Milioni
sono senza lavoro e molti di quelli che ancora sono
occupati incontrano difficoltà a
sostenere le loro famiglie a causa dei salari insufficienti e dei
prezzi alle stelle."
"Molti della classe media sono entrati nel circolo vizioso della povertà. La quantità di persone che dipende dalle distribuzioni alimentari della Croce Rossa in 22 dei paesi presi in esame, tra il 2009 e il 2012 è aumentato del 75%. Più persone si sono impoverite, e i poveri diventano sempre più poveri ."
L'indagine condotta nel primo semestre di quest'anno "ha mappato" i 28 paesi membri dell'UE, più altri 14 paesi dei Balcani, dell'Europa orientale e dell'Asia centrale.
Nella UE, lo studio ha rivelato che il severo impatto della crisi non si è limitato ai paesi in crisi che sono stati oggetto di “salvataggi” dell'Europa meridionale e all'Irlanda, ma si è esteso ai paesi europei di relativo successo come la Germania e parte della Scandinavia.
Lo scorso anno la Croce
Rossa spagnola ha lanciato un appello in
tutto il paese per aiutare le persone in
stato di bisogno,
il primo in assoluto di questo genere di
appelli. I
suicidi tra le donne in Grecia si
sono almeno raddoppiati.
Molti impiegati in Slovenia non vengono pagati da mesi. In Francia
350.000 persone sono
cadute sotto la
soglia della
povertà nel periodo 2008-2011.
Uno su cinque finlandesi nati nel 1987 sono stati curati per disturbi
psichiatrici o mentali, legati alla crisi economica Finlandese
degli
anni '90.
Nonostante il successo
vantato dalla
Germania nell'evitare
gli elevati livelli di disoccupazione diffusi
in gran parte della UE, un quarto degli
occupati
del paese sono
classificati come lavoratori a basso reddito, quasi la metà dei
nuovi contratti di lavoro dal 2008 sono i cosiddetti mini-jobs a
bassa retribuzione, flessibili,
part- time, con
un basso livello di tutele
e di solito privi di
prestazioni sociali. Nel luglio dello scorso anno 600.000 occupati
in Germania con l'assicurazione sociale non hanno
avuto abbastanza per vivere.
Secondo questo studio, anche le società più ricche d'Europa, come la Danimarca e il Lussemburgo, sono toccate da questi problemi.
Nei paesi baltici e in Ungheria in questi ultimi anni fino al 13% delle popolazioni hanno lasciato il paese a causa di difficoltà economiche. Lo studio riporta un trend di aumento della migrazione intra-europea, soprattutto da est a ovest, fatta di persone in cerca di lavoro.
La crisi del lavoro è uno dei problemi più debilitanti che l'UE e la zona euro si trovano davanti. Di oltre 26 milioni di disoccupati nell'Unione europea, quelli senza lavoro da più di un anno sono pari a 11 milioni, quasi il doppio del livello di cinque anni fa, quando negli Stati Uniti scoppiò la crisi finanziaria internazionale.
Secondo lo studio della
Croce Rossa, l'impatto sociale di
questa crisi è immenso.
In Grecia e in Spagna molti adulti
con le loro famiglie
stanno tornando dai
loro genitori, diverse generazioni vivono sotto
uno stesso tetto con un solo
capofamiglia che lavora. A Milano, la capitale
finanziaria dell'Italia, è ormai un fatto
comune vedere
uomini e donne della classe media, un tempo
prosperi, dormire
all'addiaccio.
In un quarto dei paesi esaminati i dati sulla disoccupazione giovanile vanno dal 33% ad oltre il 60%. Ma l'aspetto forse più distruttivo per le famiglie, dice il rapporto, è dato dagli alti livelli di disoccupazione dei lavoratori tra i 50 e i 64 anni di età, che tra il 2008 e il 2012 sono passati in Europa dai 2.8 ai 4.6 milioni.
"La velocità con
cui i dati sulla
disoccupazione sono aumentati negli
ultimi 24 mesi è essa stessa
un indicatore
dell'aggravarsi
della crisi, con gravi conseguenze
a livello personale,
e rischi di possibili
disordini ed
estremismi.
Insieme all'aumento
del costo
della vita, ne
risulta una
combinazione pericolosa ", dice
lo studio.
Nonostante il successo apparente della Germania, il motore economico europeo, lo studio prende ad esempio proprio il più grande paese dell'Unione europea per illustrare il crescente divario nella ricchezza, sollevando forti dubbi circa la persistenza del modello tradizionale della UE, l'economia sociale di mercato. Secondo la Fondazione Bertelsmann in Germania negli ultimi dieci anni circa 5,5 milioni di tedeschi hanno perso il loro status sociale di classe media e sono caduti nelle file della classe a basso reddito, mentre nello stesso periodo un mezzo milione di persone ce l'ha fatta a raggiungere un alto reddito.
"Rispetto al 2009, nuovi milioni di persone fanno la fila per il cibo, non possono comprare le medicine né hanno accesso all'assistenza sanitaria." E cosa fa il governo nazional€urista del bellodizzzio? Ancora tagli alla sanità. Eliminando assistenza sanitaria e spesa farmaceutica i seguaci della spesapubblicabrutta avranno così raggiunto una grande vittoria: lo stato stato non spenderà più per dare un servizio scadente... Geniale!
RispondiEliminaE poi lo sanno tutti, la Croce Rossa Internazionale ha la sede a Ginevra, cosa volete che ci facciano con il loro francuccio, parlano così solo perché ci invidiano il nostro €urone che tanto bene sta facendo ai popoli europei.
.. e ancora il continente non ha capito la batosta che lo colpirà.
RispondiEliminaProprio così anche se ho notato negli ultimi tempi che qualcuno, nel mio entorage comincia a capire che qualcosa di brutto sta succedendo, anche erchè quale che sia la sua condizione sociale nota che le difficoltà del vivere sono in continua crescita.
Non capisce ne vede non la batosta ma lo tsunami che sta per abbattersi su tutti noi.
E non ci sarà scampo per nessuno.
si, io me ne sono reso conto. basta leggere i trattati di maastrcht non ci vuole un genio. io non me ne intendo di economia ma basta leggere qualche articolo o wikipedia su queste regole europee e si capisce benissimo!!!
EliminaHeinrich Brüning adotto la stessa politica, (1930-1933)
RispondiEliminaNSDAP 1930, 5-7%
NSDAP 1933, 37%
grafico BIP Weimarer repubblik 1926-1939, subito saltano al occhio gl'anni di austerita feroce di Brüning (30-33) con un Crash del BIP tra il 5-10%.
dopo 2-3 anni l'hanno mandato al Diavolo, per Fortuna ma passarono dalla padella alla brace. e incominciarono gli anni pui bui della Germania. 1933-1945)
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/c0/BSPDRWeltkrise.PNG
paolo
Scusate ma proprio la Croce Rossa parla????? Che sta mandando a casa dipendenti che da 10/15 e anche più di 20 anni lavorano con Croce Rossa???? Io rimango esterrefatto da tali affermazioni, non lo sò se sapete che la Croce rossa ha chiesto la privatizzazione nella persona del presidente Rocca. E il decreto 178 sta mietendo disoccupati in tutti Italia, Perugia, Napoli, l'ultima il Cie di Milano, e il Cem di Roma.....basta cercare nel web...e io sono uno dei 17 di Perugia che ha mandato a casa. Ma di che parlano.....
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