27/07/13

Il nuovo Eurobarometro: ecco cosa non c'è nel comunicato stampa della Commissione europea

Mentre Der Spiegel diffonde l'idea che il maggior problema in Italia sia la Casta (come per Johnny Stecchino il problema a Palermo era il Tchraffico)..ma questo non ve lo traduco, tanto già ve lo dicono tutti...

Open Europe commenta l'ultimo sondaggio sull'opinione pubblica nella UE: molto meno positivo di come si voglia far sembrare (ma certo ancora troppo positivo per come dovrebbe essere...)

E' uscito l'ultimo Eurobarometro e, come da tradizione, la Commissione europea fa del suo meglio per manipolare i risultati di un sondaggio che, da quando è scoppiata la crisi della zona euro, non è certo una lettura rassicurante.

Il comunicato stampa che accompagna l'ultimo Eurobarometro
è intitolato: "Una maggior dose di ottimismo", giustificata dal fatto che "in 19 su 28 paesi, quelli che si dichiarano ottimisti sul futuro dell'Unione europea sono più numerosi di coloro che si dicono pessimisti".

Ma ora, ecco un paio di risultati della stessa indagine che non troverete nel comunicato stampa della Commissione europea (ma sono disponibili qui):



Il numero di coloro che "tendono a non fidarsi" dell'Unione europea è di nuovo al 60% - un aumento del 3% rispetto alla precedente rilevazione. La cifra totale comprende l'83% dei ciprioti (+19% rispetto alla precedente rilevazione), l'80% dei greci (-1%), il 75% degli spagnoli (+3%) e il 71% dei portoghesi (+13%). [Gli Italiani che non si fidano dell'UE sono il 61%, ndt]. Per essere onesti, il livello di fiducia nei governi / parlamenti nazionali in questi paesi è ancora più basso - ma questo non dovrebbe essere di grande consolazione.


Alla domanda "ti senti un cittadino dell'Unione europea?", la maggioranza (62%) degli intervistati ha risposto positivamente, anche se in tre paesi il numero di persone in disaccordo è più alto rispetto a quanti concordano con questa affermazione. Che tra questi paesi vi sia il Regno Unito non può essere una grande sorpresa, ma che ci siano anche la Grecia e Cipro dimostra quanto la cattiva gestione della crisi abbia appannato la reputazione della UE.


La maggioranza relativa degli europei ha un'immagine neutra della UE (39%, =), e la percentuale di intervistati per i quali evoca un'immagine positiva continua ad essere appena superiore alla percentuale per i quali è negativa (30% positiva, invariato; 29% negativo, invariato). Anche in questo caso, in Grecia, Cipro, Spagna e Portogallo la maggioranza (a volte relativa, a volte assoluta) degli intervistati ha "una immagine negativa" della UE.

Due terzi degli europei affermano che nella UE la loro voce non conta (67%), un aumento di 3 punti che fa salire questo punteggio al suo livello più alto dall'autunno 2004, quando la domanda è stata posta per la prima volta. Questa percentuale è aumentata quasi ininterrottamente dal 53% della primavera 2009. Solo poco più di un quarto degli intervistati (28%, -3) pensano che nell'UE la loro voce conta.


Il 49% degli intervistati non crede che l'Unione europea "renda migliore la qualità della vita in Europa", rispetto al 43% che pensa di sì.


Sull'euro, l'opinione pubblica è fortemente divisa, con solo
un 9% di netta approvazioneun 51% che continua a sostenerlo e il 42% che vi si oppone. Nei paesi membri della UEM l'approvazione si attesta al 62% (in calo del 4% dall'autunno 2012), ma solo al 29% nei paesi non euro.


7 commenti:

  1. @Carmen
    L'articolo di der Spiegel fa un riassunto a 360° della nostra situazione e relativi problemi.
    La politica (casta) dovrebbe essere il medico, che trova gli strumenti necessari per guarire il paese. Come si fa a non rendersi conto della carenza di politici seri, competenti ed efficienti in Italia, mah...

    Chi ha preso la decisione di entrare nell'euro, che per molti sarebbe l'origine di tutti i nostri mali?
    La casta, no?
    Il paragone con il "Tchraffico" di Johnny Stecchino nn mi sembra molto calzante...

    In democrazia, è la politica che deve prendere provvedimenti. O mi sbaglio?

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    1. Lo Spiegel è sempre un buon giornale. L'analisi che fa della situazione italiana è senza dubbio interessante ed approfondita, anzi addirittura nelle ultime righe lancia anche l'idea che l'uscita dall'euro gioverebbe all'Italia.

      Tuttavia, addebitare la mancata crescita alla corruzione e all'inefficienza della pubblica ammnistrazione è un'interpretazione troppo facile, che non tiene conto delle politiche competitive e dell'austerità recessiva imposte dalla Germania. Cioè, se siamo d'accordo che ci vorrebbe una buona classe politica, e siamo assolutamnente d'accordo, lo Spiegel dovrebbe anche sapere che una buona leadership politica in Italia sarebbe quella capace di garbatamente e diplomaticamente rovesciare il tavolo della UE.

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    2. Appunto.
      A prescindere da come la si veda su cosa bisognerebbe fare per uscire dalla crisi, e sui motivi che non ci permettono o hanno permesso di farlo, bisogna pur convenire che è il comandante che pilota la nave.
      Se il comandante è corrotto o quantomeno inefficace ed inefficiente, di che ci lamentiamo?
      Qualsiasi tentativo di ripresa, verrebbe avvelenato dalla incapacità politica (volontaria o no.

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    3. Ma certo, e appunto per questo stiamo qui a fare informazione. Purtroppo la stampa e la televisione sono lottizzate dalla stessa classe politica che ci ha portato fin qua, e guida l'opinione pubblica e il consenso. La nostra democrazia è fortemente malata perché la gente non ha gli strumenti per esercitare a ragion veduta i residui diritti politici (stravolti dal maggioritario). Nella sanità lo chiamano consenso informato...

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  2. Scusa l'OT rispetto all'articolo che hai tradotto, ma ho una gran paura che l'informazione in Italia, anche questa cosiddetta controinformazione, non stia andando al nocciolo del problema.
    Non che questo sia facile, e ho i miei dubbi che sarebbe tantomeno efficace.
    Chiaro che con l'acqua alla gola, la prima cosa da fare sarebbe pensare a come riuscire a continuare a respirare.
    Ma non sono così certo, anzi non lo sono proprio, che la classe politica/dirigente di questo paese, che ci ha messo in ginocchio prima e dopo l'euro, si occuperà della povera gente (8 milioni sotto la soglia della povertà secondo der spiegel) e risolverà (intanto) i problemi economici del paese.
    Con la lira o con l'euro, svalutando o no, il comandante corrotto/incapace, penserà solo ed esclusivamente ai cavoli suoi, dei suoi familiari e di tutte le lobby/corporazioni che offriranno il proprio sostegno elettorale, in cambio di un minimo privilegio a mo di specchietto per le allodole...
    Prontissimo a ricredermi (vorrei tanto).

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  3. @ Matteo Thomann
    La casta c'è sempre stata, è quasi una costante, mentre gli italiani hanno visto variare più volte l'economia (proprio in quanto, questo è ovvio, essa non dipende esclusivamente dalla casta), che è quindi "variabile": e cosa dovrebbero cercare di variare, durante una violenta crisi, se non ciò che può variare e risolvere la crisi?
    Secondo me tu dici cose vere, ma che non rendono vano il lavoro di Carmen (ti chiami cosi?), la quale traducendo cose che qui in Italia arrivano raramente sta aprendo utili possibilità politiche ed economiche.
    Sullo sfondo, giova ricordarlo, sta un mondo che non si migliora mai definitivamente, poiché è un continuo flusso di perdite-riconquiste di diritti, dignità e cibo.

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  4. Il lavoro di Carmen e di tanti altri in rete serve a rendere consapevole un'opinione pubblica che per anni grazie ad un'indecente informazione non riesce ad avere gli strumenti per unire i puntini, come dice Bagnai. Quando l'opinone pubblica capirà, speriamo presto, cambiera anche la classe politica espressione della volontà popolare. Certo è possibile che l'uscita dall'euro avverrà per l'implosione della moneta unica ed allora sarà la classe politica che abbiamo a gestire tutto questo, ma la situazione sarebbe così cambiata che gli stessi dovranno tenere conto di una popolazione che a quel punto sarebbe molto più accorta e arrabbiata per il semplice motivo che avrà chiaro il disegno autoritario che si svolgeva sopra le proprie teste.

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