29/07/13

Orfani del collasso UE

Dal Daily Mail, uno speciale report sulla situazione sempre più disperata della Grecia lì dietro l'angolo... una faccia una razza.


Genitori della classe media in Grecia lasciano i loro bambini negli orfanotrofi per non farli morire di fame.

Dei bambini giocano in un cortile dal profumo di pino, in una calda serata d'estate.L'eccitazione sale febbrile quando si taglia un cremoso dolce al cioccolato. Sembra una scena idilliaca senza tempo - ma in realtà si tratta di una moderna tragedia greca.

Perché questo edificio di mattoni rossi situato in un ricco sobborgo di Atene è un istituto per l'assistenza all'infanzia. Eppure, molti di questi ragazzi non sono orfani né figli di famiglie disfunzionali. Invece, sono vittime dimenticate della crisi dell'Eurozona, lasciati dai genitori che non possono più permettersi di dar loro da mangiare.

La crisi finanziaria in Grecia ha causato dolore e sofferenza in tutto il paese. Ma in un
paese in cui l'idea di famiglia è centrale nella vita, proprio i più giovani stanno sopportando il carico più pesante della crisi.

Decine di bambini sono stati messi in orfanotrofi e case famiglia per motivi economici; un'organizzazione di beneficenza ha detto che 80 su 100 dei bambini che abitano nei suoi centri residenziali sono lì perché le famiglie non possono più provvedere a loro.

Il dieci per cento dei bambini greci sono a rischio di denutrizione. Gli insegnanti dicono di dover annullare le lezioni di educazione fisica perché i bambini sono denutriti, e raccontano di vedere gli alunni cercare cibo nei cassonetti.

Presso l'istituto
di assistenza all'infanzia Zanneio, Nicolas Eleftheriàdu, di nove anni, mi ha offerto un pezzo di torta. Quando gli ho chiesto come stava, mi ha risposto con un sorriso timido: 'Sono forte come una roccia.'

I suoi genitori, Olga e Alexandros, sono arrivati
a prendere i tre figli più grandi per riportarli a casa per il fine settimana; i bambini stanno nell'istituto dal Lunedi al Venerdì. Entrambi i genitori hanno perso il lavoro nel settore della ristorazione, due anni fa; lui consegnava pizze, lei lavorava in un negozio di sandwich.

Con cinque figli, hanno cercato di sopravvivere con £ 400 al mese di sicurezza sociale, oltre a vari lavoretti in nero. Vorrebbero un vero lavoro, ma i posti sono pochi. La madre vedova di Olga ha cercato di aiutare la famiglia con la sua pensione di invalidità. Purtroppo, non è stato sufficiente - e così da più di un anno Nicolas, il suo fratellino di otto anni, e la sorellina di sette, sono stati mandati a Zanneio, a un'ora di distanza dalla loro casa dall'altra parte di Atene.

La coppia ha ammesso che è stato incredibilmente doloroso. “E' stato difficile, estremamente difficile, soprattutto all'inizio” dice Olga. “Non riuscivo a sopportarlo, ma i bambini si sono abituati. L'unica consolazione è che sembrano più felici ora e i loro insegnanti sono molto gentili e premurosi'.

La storia
degli Eleftheriadous mostra la durezza della vita nella Grecia moderna, con un'economia in caduta libera - sta continuando a contrarsi del cinque per cento all'anno - e un tasso di disoccupazione che è il più alto in Europa.

Quasi un terzo degli adulti sono senza lavoro,
oltre a due terzi dei giovani con meno di 25 anni. Ma anche quelli che lavorano sono in crisi. Le retribuzioni del settore privato sono diminuite del 30 per cento in quattro anni e sono state imposte nuove pesanti tasse a causa dell'adesione all'euro, che mette in croce il paese.


Nei pochi giorni che sono stato ad Atene, i mercati hanno retrocesso la Grecia da 'pease sviluppato' a 'paese emergente'; un'associazione per i diritti umani ha condannato la colpevolizzazione spaventosa dei migranti e l'emittente pubblica ERT è stata oscurata dal governo per tagliare i costi.

La chiusura di ERT
ha scioccato i Greci e ha dato agli stranieri la misura della crisi del paese. La decisione ha fatto cadere la fragile coalizione di governo, dalla quale il partito più piccolo si è tirato fuori - e potrebbe portare al terzo round elettorale in poco più di un anno.

Tale è la portata della crisi che la contrazione economica della Grecia è già pari a due volte quella della Gran Bretagna durante la Grande Depressione degli anni '30.

Nessuna meraviglia che lo staff dell'Istituto Zanneio - situato in mezzo a delle belle ville di star del cinema, di finanzieri e persino di un ex premier - abbia visto tanti casi strazianti.

Una famiglia è stata costretta a mettere
in istituto quattro bambini di età compresa tra sei e 14 anni, dopo che il ristorante del padre è fallito e il proprietario è stato messo prigione, sulla base di nuove leggi intransigenti, e la loro madre non è stata in grado di far fronte alla situazione.

Un
a bambina undicenne dall'aspetto angelico mi ha detto di quanto non veda l'ora di rivedere la madre al venerdì. Suo padre è morto, la madre è disoccupata e non è in grado di permettersi il suo mantenimento; lei è lì già da due anni. Questi casi sconvolgono coloro che si prendono cura dei bambini. 'La divisione della famiglia non fa parte della cultura greca', ha detto Menelao Tsaoussis, 45 anni, ex direttore della fondazione. 'Queste situazioni sono molto traumatiche per le famiglie.'


Un'altra organizzazione di beneficenza ha riportato il caso dello scorso anno di quattro figli, tra cui un bambino appena nato, abbandonati alle sue porte. Una bambina è stata trovata in possesso di un biglietto che diceva: 'Io non verrò a prendere Anna oggi, perché non posso permettermi di prendermi cura di lei. Vi prego di prendervi cura di lei. Mi dispiace.'

Il
Sorriso del bambino, un ente di beneficenza greco per le famiglie in crisi, ha detto di aver aiutato 10.927 bambini lo scorso anno, con rifornimenti di emergenza di cibo, vestiti, scarpe, libri scolastici e sostegno psicologico. L'anno precedente, il numero era stato di 4.465 casi.

'Di solito avevamo a che fare solo con persone di livello economico molto basso, ma ora stiamo vedendo persone della classe medio-alta, che perdono il posto di lavoro e non sanno dove andare', ha detto Tania Schiza, un'assistente sociale del gruppo.
Spesso questi 'nuovi poveri' sono riluttanti a
chiedere aiuto, peggiorando così la loro situazione.
'
Abbiamo alcuni casi di famiglie che facevano donazioni, che ora sono diventate loro vittime della crisi. Ora vengono da noi per un aiuto,' ha detto Schiza.
'Tutte queste famiglie sono profondamente deluse. Sentono che qualunque cosa facciano, nulla può cambiare la loro situazione '.


Altri enti di beneficenza raccontano storie simili. I Villaggi SOS Bambini cinque anni fa aiutavano una cinquantina di famiglie, oggi ne stanno aiutando 900 e aprono nuovi centri in tutta la Grecia, per scongiurare la disgregazione della famiglia in questa crescita esponenziale della povertà.

Molte delle persone
che si rivolgono a loro provengono da famiglie della classe media una volta prospere, ristoratori, commercianti e uomini d'affari, e tra loro vi è anche un alto dirigente di una grande azienda che ha perso il lavoro.

Nel corso degli ultimi tre anni la società greca è fortemente cambiata', ha dichiarato Pavlos Salihos, un insegnante ed esperto psicologo presso il villaggio dei bambini a Vari. 'Non abbiamo mai avuto casi come questi prima; trattavamo solo problemi sociali, come l'abuso di droga.'

Un altro funzionario
dei Villaggi SOS Bambini ha detto che alcuni giovani stavano così male che potevano a mala pena parlare. Una scuola ha detto uno su sei dei suoi studenti soffre di malnutrizione. In altre scuole, gli insegnanti hanno iniziato a distribuire frutta, panini e latte. Un ente della sanità pubblica ritiene che i livelli di sicurezza alimentare in Grecia sono scesi a quelli di certi Paesi africani. Gli assistenti sociali hanno detto di bambini che semplicemente rinunciano al lavoro scolastico, il primo segno del trauma mentale causato dalla crisi.

Negli ultimi tre anni i tassi di suicidio e i problemi di salute mentale sono aumentati notevolmente per tutte le età; nella mia ultima visita, mi sono imbattuto in una donna che aveva perso il lavoro e stava minacciando di saltare dalla finestra del suo ufficio. Un giornale ha detto che la Grecia è una 'società sull'orlo di una crisi di nervi'.

Ironia della sorte,
gira l'immagine dei Greci come inetti e pigri, anche se degli studi hanno trovato un maggior numero di imprenditori per abitante e orari di lavoro più lunghi che altrove in Europa.

Ma a peggiorare le cose,
come aumenta la domanda da parte di genitori disperati, il vortice che ha travolto la Grecia sta rendendo più difficile per i centri di beneficenza a corto di fondi mantenere aperti i centri.

Venerdì scorso, il giorno che ho
fatto la visita, la fondazione che gestisce Zanneio stava chiudendo e fondendosi con un altro gruppo; gli edifici sono stati acquistati dalla Chiesa per la formazione dei preti.

Anche se i suoi fondatori
del 19° secolo hanno dotato la fondazione di decine di proprietà, il reddito da locazione della fondazione nella crisi finanziaria è crollato da £ 1.300.000 a £ 850.000, mentre le nuove tasse imposte da un governo che sta raschiando il barile sono aumentate di £ 300.000 all'anno.

Il centro è stato ri
levato da Hatzikonsta – il più antico istituto di assistenza all'infanzia della Grecia, fondato 160 anni fa da una famiglia di commercianti benestanti. Hatzikonsta ha già visto il numero di bambini di cui si occupa, aumentare di oltre quattro volte dall'inizio della crisi - e quattro quinti dei bambini sono lì per motivi economici.
Eppure, anch'esso, sta lottando per sopravvivere. E' a credito di più di £ 850.000 da affitti di immobili; già i 72 membri del personale hanno avuto dei tagli salariali consistenti. 'Devo essere stato come minimo Gengis Khan, nella vita precedente, per meritarmi una tale punizione,' ha scherzato Leonidas Dragoumanos, il direttore che cerca di destreggiarsi nei problemi finanziari.

Metaxia Georgitsi, 40 anni, una madre single di tre figli, ha messo
nell'istituto a tempo pieno il suo figlio maggiore - un 14enne - dopo che il suo reddito da lavoro di pulizie è crollato di quasi due terzi, quindi ha perso il lavoro e si trova a cercar di sopravvivere con un'assistenza di £ 300 al mese.

'All'inizio piangevamo tutti i giorni' ha detto. 'Ho cercato di fargli visita ogni giorno, per stare un po' meglio, ma era difficile. Senza un marito, che altro potevo fare – non abbiamo avuto altra scelta. E' stato molto difficile – avevo dei debiti da ripagare e non avevo abbastanza soldi per il cibo. Ma almeno lì lo hanno aiutato con i compiti a casa e ha mangiato bene'.
Dopo un anno, lo scorso autunno la famiglia si è riunita, quando il ragazzo è tornato a casa. Ma ora dopo un anno senza lavoro il sussidio di disoccupazione è finito e potrebbe essere necessario affittare la sua casa, che lei ha solo perché i suoi anziani genitori pagano il mutuo.

Non so proprio cosa potrò fare in futuro, ha detto Metaxia, secondo la quale le famiglie monoparentali sono stati colpite in modo particolarmente duro. 'La crisi ci ha annullato. Temo che dovrò mettere di nuovo il mio ragazzo in orfanotrofio, mandare le mie ragazze a vivere con mia madre e io resterò con un amico. La famiglia sarà completamente divisa. E' lo scenario peggiore possibile.'
Tra le mense per i poveri, i negozi chiusi e la gente che fruga tra i rifiuti, qualcosa di buono viene fuori da questa catastrofe greca: come lo stato sociale è distrutto, si riscopre la solidarietà e la gente si riunisce. A Marousi, un sobborgo di Atene che ha subito un taglio del 70 per cento dei finanziamenti statali, il sindaco Giorgos Patoulis ha dato impulso all' apertura di un centro sanitario per il trattamento di 6.000 pazienti non assicurati, mense, banche di abbigliamento e anche una farmacia composta da volontari e sostenuta da donazioni.

'La mentalità doveva cambiare e ci sono i segni di una nuova solidarietà,' ha detto. 'Ma se questa crisi va avanti ancora molto, come potremo essere in grado di prenderci cura di tutta la nostra gente?'

E' una domanda che
sempre più greci si pongono, soprattutto quelle migliaia di genitori in bilico sull'orlo del baratro. La maggior parte di loro farebbe eco alle parole di Amalia Ntougia, 46, una vedova madre di tre figli di Marousi, che ha chiuso il suo negozio nella crisi. Anche se vive di elemosine e briciole della piccola pensione di suo padre disabile, alla domanda se metterebbe i suoi figli in un istituto, ha risposto indignata: 'No, io sono una madre greca.'

Tragicamente, per molti genitori greci, anche
un orgoglio familiare così intenso non è più sufficiente.


12 commenti:

  1. se la crisi è a questi livelli l'unica alternativa per me sarebbe emigrare, non lascerei mai i miei figli.
    E poi ricordarsi nelle urne di chi ti ha portato ad accettare questo stato di cose supinamente e senza mettere in discussione l'adesione all'UE: se faccio un default lo faccio per poter ricominciare a crescere e ripagare i debiti con la crescita, non con l'austerità!

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  2. Emigrare con "zero" soldi purtroppo è impresa assai ardua....anche xchè qualsiasi paese ospitante ha le sue barriere, che ultimamente si stanno innalzando velocemente. La gente Greca si è fatta prendere in giro come stanno prendendo in giro noi. Quanti ancora sostengono ciecamente le politiche imposte da Bruxelles?Quanti si fanno spaventare dai terroristi del "se usciamo dall'Euro siamo perduti"??Purtroppo troppi...anche in Grecia. I media hanno troppo potere e la gente ha disimparato a pensare con la propria testa...ed il conto sarà davvero salato...purtroppo.

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  3. Sono indignato, con tutto questo i Greci non stanno ancora facendo la rivoluzione. E gli Italiani quanto riusciranno a sopportare?
    I Greci sono cittadini europei come gli altri, in teoria. In teoria non esistono cittadini europei di serie A e cittadini di serie B, e invece in pratica pare proprio di sì. I fondamentali dell'economia italiana sono ben diversi, ottimi, rispetto alla Grecia, ma vediamo cosa succede in Spagna, in Portogallo e cosa alcuni burocrati e politici, come per esempio una mentalità perversa e paternalista come Schäuble, hanno avuto il coraggio di pensare e di imporre a Cipro. In Europa ci sono dei criminali, si trovano un po' in tutta l'Europa, ma si concentrano volentieri a Bruxelles.
    Ci sarà una nuova Norimberga, qualcuno pagherà per ciò che sta succedendo in alcuni paesi Europei.
    Chi si ostina a non capire che l'Euro, la moneta unica, è uno dei fattori principali degli squilibri economici esistenti e un mezzo per portare avanti scellerate politiche, arroganti e prepotenti, da parte dei paesi core, in primis della Germania, che pare volerci trasformare a sua immagine e somiglianza, ormai può essere considerato un collaborazionista. Lo hanno detto e lo ripetono i più grandi economisti, ci ostiniamo ancora a credere a qualche giornalista o pseudo-economista pagato dalla BCE o da altre istituzioni europee?
    Ma per piacere, sveglia, che se no va a finire molto male, per noi, per i Greci, per gli Spagnoli e i Portoghesi, ma anche per tutti glia altri, compresi Germania e Belgio.

    Meditate, quelli che vogliono vendersi come cittadini di serie A sono arroganti e molto pericolosi, discendono da gente che solo 75 anni fa ha incominciato a fare cose indescrivibili, tali che ancora tra 10 secoli non solo loro, ma tutti i cittadini europei, dovranno vergognarsi di avere permesso e tollerato cose simili. E poi ci sono popoli come l'Italia, tendenzialmente, anche se non maggioritariamente, opportunisti ed ebetisti, che hanno seguito la disciplina alemanna in una parte di quel tragitto, una parte troppo lunga, purtroppo. Per fortuna una buona metà degli italiani (e non sto pensando a destra e sinistra, ma a intelligenti e cretini) non è così, come spero non siano così una buona parte dei tedeschi. In 400 anni Francia e Germania hanno continuato a farsi guerre ogni 20 – 50 anni, sono innumerevoli le guerre in cui erano coinvolti questi due paesi in costante contrapposizione; statisticamente, se il passato fosse un metro di misura, dovrebbe già essere scoppiato un nuovo conflitto armato tra i due paesi. E invece non è accaduto, non ancora, perché l'Europa è nata anche e soprattutto per questo, ma a quale prezzo?
    Qualcuno è responsabile per tutto questo, noi italiani ed europei, ricordiamoci sempre del monito e della maledizione di Primo Levi:

    Voi che vivete sicuri
    nelle vostre tiepide case,
    voi che trovate tornando a sera
    il cibo caldo e i visi amici:

    considerate se questo è un uomo,
    che lavora nel fango,
    che non conosce pace,
    che lotta per mezzo pane,
    che muore per un sì o per un no.
    Considerate se questa è una donna
    senza capelli e senza nome,
    senza più forza di ricordare,
    vuoti gli occhi e freddo il grembo
    come una rana d’inverno.

    Meditate che questo è stato:
    vi comando queste parole.
    Scolpitele nel vostro cuore,
    stando in casa andando per via,
    coricandovi alzandovi;
    ripetetele ai vostri figli.

    O vi si sfaccia la casa,
    la malattia vi impedisca
    i vostri nati torcano il viso da voi.

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  4. Unica possibilità:
    uscire dall'euro subito.

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  5. Giorni fa in ufficio parlavamo proprio della Grecia e le mie colleghe non riuscivano ad allontanarsi dal solito luogocomune "hanno vissuto al di sopra delle proprie possibilità". Gli ho ricordato quando Papandreou voleva il referendum se rimanere o uscire dall'euro e Sarcozy e la Merkel lo minacciarono. Già in quel momento dovevamo capire che era in ballo la democrazia e non solo in Grecia ma in tutta Europa ed invece la nostra reazione fu di paura, di quello che sarebbe accaduto e quindi gli europei invece di indignarsi sperarano che il referenum non fosse fatto. Ancora adesso non vogliamo capire, stanno riducendo il popolo greco alla fame, se solo pensassimo ai bambini dovremmo avere uno scatto di dignità e di compassione invece stiamo ancora a discutere se l'uscita dall'euro deve avvenire da destra o da sinistra. Il lavaggio del cervello del popolo europeo è stato attuato con precisione tanto che si vedono i frutti avvelenati di tale sporco lavoro. Spesso su Rai storia raccontano del fascismo e dei partigiani, poveri partigiani morti per niente, noi con le nostre vite sprecate abbiamo reso vano il loro sacrificio.

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  6. Che poi a cosa serve questo massacro lo sanno anche i sassi:: "Ma l'apparente successo dell'"esperimento" messicano ci ha indotti a ritentare la ricetta, più e più volte, prima in Thailandia, poi in Indonesia e ancora in Corea del Sud, Russia, Brasile, Argentina, con risultati variabili dal semplice fallimento al vero e proprio disastro. Per i diversi salvataggi, sono state spese inutilmente decine di miliardi: il denaro non è riuscito neppure ad arrestare la diminuzione dei tassi di cambio e il pacchetto di politiche, costituito da tassi di intersse elevati e tagli alle spese, è servito soltanto a peggiorare la crisi (come aveva previsto la teoria economica tradizionale). L'aggravarsi della recessione ha provocato una repentina riduzione delle importazioni e l'eccedenza delle esportazioni rispetto alle importazioni ha fornito ai paesi un'improvvisa liquidità con cui pagare i creditori. Se l'obiettivo fosse stato questo - anziché mantenere in forza l'economia - allora si potrebbe parlare di una riuscita di questi programmi." (Stiglitz, I ruggenti anni Novanta, Einaudi, Torino, 2004, pag. 211). E dobbiamo ancora vederci il cravattaro, o l'errand boy, di turno col ditino alzato a farci la morale col piddino che si martella il petto: nostra culpa, nostra maxima culpa. E han pure il coraggio di parlare di solidarietà europea.

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  7. Ritengo personalmente che l'Unione europea, i suoi rappresentanti ed i responsabili politici greci che ne hanno appoggiato e recepito le politiche debbano essere processati per crimini contro l'umanità.

    Innanzi ad un tribunale internazionale.

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    Risposte
    1. Sono stati denunciati per crimini contro l'umanità da una cittadina tedesca attivista per i diritti umani: Sarah Luzia Hassel-Reusing.
      http://www.ecplanet.com/sites/ecplanet.com/files/englische-Version-Strafanzeige-IStGH2.pdf

      Ha trattato la questione 48 in questo post:
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/01/essi-vivono-they-live.html

      Fate il confronto con il Cile a tre anni dal golpe di Pinochet e dei Chicago Boys, così come descritto dall'economista Orlando Letelier, poi assassinato dal dittatore (è la stessa ideologia... U€)
      http://www.ditext.com/letelier/chicago.html

      Finché non usciamo dall'euroregime sarà difficile che esista giustizia.

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    2. Il post di 48 merita un'attenta lettura. Sviscera la questione del rapporto tra diritto comunitario e diritto interno, e soprattutto quello zoccolo duro di diritti costituzionali fondamentali, analisi che può tornare molto utile nel momento in cui si tratterà di sostenere giuridicamente l'uscita.
      Personalmente, pur apprezzando l'iniziativa dei coniugi tedeschi (come anche di Paola Musu qui da noi), ho l'idea che i processi si fanno a guerra vinta e che la giustizia di Eurimberga, che tutti ci attendiamo, sarà il suggello giuridico di una mutata situazione economica e sociale.

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  8. Questo articolo mi addolora profondamente. Rendiamo di dominio pubblico questo scempio. Tantissimi fra noi vivono ancora nel l'ignoranza

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  9. Avete ragione tutti:dobbiamo uscire dall'euro e subito forse riusciremo a salvarci e a salvare quel poco che ci resta e poi molti ci ringrazieranno. Dobbiamo farlo sapere che non siamo d'accordo con la rotta che ci hanno imposto, dobbiamo scendere in piazza a gridarlo ai nostri politici, dobbiamo svegliarci prima che sia tardi troppo tardi.

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  10. Mi chiedo visto il sistema in cui siamo impaludati, anche con una completa divulgazione della verità a "tutti" come possiamo uscirne senza una rivolta sociale ... Le stesse votazioni oggi sono di fatto inutili e bloccate (vedi liste decise dai partiti parlo dell'Italia). La nostra classe politica ormai è auto referenziante e del popolo frega niente se non le tasse per pagare i loro "amici"; per assurdo basterebbe che questa oligarchia si auto voti dando parvenza di trasparenza e democrazia. Purtroppo non vedo vie al momento non abbiamo una figura politica veramente democratica forte che sia con il popolo.

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