In un'intervista a The Spectator, il candidato Tory a primo ministro britannico Rishi Sunak prende una posizione coraggiosa rivedendo, dall'interno del suo precedente incarico di governo, le vicende che hanno portato alla deriva autoritaria del lockdown, con una consacrazione al potere senza precedenti di 'scienziati indipendenti' le cui decisioni erano sottratte a ogni controllo democratico. Errore da non ripetersi, dice Sunak. L'intervista conferma tra l'altro quanto già emerso in questo articolo sul ruolo avuto dall'Italia e sui discutibilissimi documenti su cui si sono basate le scelte del governo italiano.
di Fraser Nelson, 27 agosto 2022
Quando la Gran Bretagna è stata bloccata in lockdown, al
paese è stato assicurato che tutti i rischi erano stati adeguatamente e
fermamente considerati. Sì, le scuole avrebbero chiuso e l'istruzione ne avrebbe
risentito. La normale assistenza sanitaria avrebbe subito un duro colpo e le
persone di conseguenza sarebbero morte. Ma il governo ha ripetutamente
affermato che gli esperti avevano esaminato tutto questo. Dopotutto, non poteva
essere che ci avessero rinchiusi senza aver soppesato seriamente le
conseguenze, no?
Quelle conseguenze si stanno ancora manifestando: caos nelle analisi, aumento delle lista d'attesa del National Health Service, migliaia di "morti in eccesso" inspiegabili, arretrati giudiziari e caos economico. Era tutto questo che i leader si aspettavano, che avevano calcolato e ritenuto fosse un prezzo che valeva la pena pagare? Sin dall'inizio del lockdown, i ministri avevano già iniziato a preoccuparsi che la politica fosse attuata in modo sconsiderato, senza che nessuno pensasse seriamente agli effetti collaterali. Solo un piccolo gruppo di attori chiave, ai vertici, ha preso le decisioni: tra questi Rishi Sunak, il cancelliere. Ora, egli ha deciso di rendere pubblico ciò che è accaduto.
Quando ci siamo incontrati nell'ufficio da lui affittato per la sua campagna per la leadership, che presto entrerà nella sua ultima settimana, ha detto subito che non è interessato a puntare il dito contro i più accaniti sostenitori del lockdown. All'inizio nessuno sapeva niente, e sostiene che il lockdown era, per necessità, un azzardo. Chris Whitty e Patrick Vallance, il direttore medico e il capo consulente scientifico del governo, avevano ammesso apertamente che il lockdown avrebbe potuto fare più male che bene. Ma quando le prove hanno iniziato ad arrivare, vi è stato uno strano silenzio nel governo: le voci dissenzienti sono state filtrate ed è stata adottata la politica del far finta di non vedere.
La storia di Sunak inizia con il primo incontro sul Covid, in cui ai ministri è stato mostrato dai consulenti scientifici un poster A3 che spiegava le diverse opzioni. "Vorrei averlo tenuto, perché elencava cose che non avevano alcun impatto: vietare gli eventi dal vivo e tutto il resto. Diceva: dovreste stare attenti a non fare queste cose troppo presto, perché in una società moderna è molto difficile poterle sostenere". Quindi il consiglio scientifico era, inizialmente, di rifiutare o almeno ritardare il lockdown.
Tutto è cambiato quando Neil Ferguson e il suo team dell'Imperial College hanno pubblicato il loro famoso "Rapporto 9", in cui si sosteneva che le vittime di Covid avebbero potuto arrivare a 500.000 se non si fosse intervenuti, ma che la cifra poteva scendere a 20.000 se la Gran Bretagna avesse adottato il lockdown. Questa previsione, ovviamente, si è rivelata essere una grande esagerazione sulla capacità del lockdown di limitare le morti per Covid. L’Imperial sottolineava che "non aveva considerato i più ampi costi sociali ed economici delle chiusure, che sarebbero stati alti". Ma sicuramente chiunque fosse coinvolto nella definizione di questa politica poteva comprenderlo.
Questo è stato il punto cruciale: nessuno lo ha fatto davvero. Un calcolo costi-benefici, requisito fondamentale per quasi tutti gli interventi di sanità pubblica, non è mai stato effettuato. "Non mi era permesso parlare di questo compromesso da fare", dice Sunak. I ministri sono stati informati dal n. 10 su come gestire le domande sugli effetti collaterali del lockdown. “Il copione era che non bisognava mai riconoscerli. La sceneggiatura era: oh, non c'è alcun calcolo da fare tra costi e benefici, perché prendere queste misure per la nostra salute fa bene all'economia.'
Se la discussione franca e aperta veniva censurata all'esterno, Sunak pensava che sarebbe stato tanto più importante che si svolgesse almeno internamente. Ma non è stata questa la sua esperienza. "Nessuno ne parlava", dice. "Non abbiamo mai parlato di visite mediche saltate o dell'accumulo enorme di arretrati nel servizio sanitario. Non è mai stato detto niente”. Quando cercava di sollevare le sue preoccupazioni, incontrava un muro. “Quegli incontri si svolgevano letteralmente così: io seduto a quel tavolo, che litigavo. È stato tremendamente sgradevole, ogni singola volta”. Sunak ricorda un incontro in cui sollevò la questione dell'istruzione. “Ero molto sensibile a questo, dicevo: ‘Dimentichiamo l'economia. Sicuramente siamo tutti d'accordo sul fatto che i bambini che non vanno a scuola siano un grandissimo problema’ o qualcosa del genere. Dopo le mie parole, ci fu un grande silenzio. Era la prima volta che qualcuno lo diceva. Ero veramente furioso.'
Una delle grandi preoccupazioni di Sunak riguardava i messaggi di paura, che il suo team del Tesoro temeva potessero avere effetti a lungo termine. “In ogni incontro, abbiamo cercato di dire: fermiamo la narrazione della ‘paura’. Era sempre stato sbagliato fin dall'inizio. Dicevo costantemente che era sbagliato.” I poster che mostravano i pazienti Covid coi ventilatori, ha detto, erano i peggiori. "È stato un errore spaventare le persone in quel modo". Il momento in cui è andato più a fondo in questa sfida è stato in un discorso del settembre 2020, in cui diceva che era tempo di imparare a ‘vivere senza paura’, una risposta diretta ai messaggi del Governo. "Si sono molto arrabbiati per questo."
La sua campagna ‘Eat Out to Help Out’ è stata progettata per essere una contro-narrazione ottimistica. "I dati del sondaggio in tutta Europa hanno mostrato che il nostro paese era di gran lunga quello che aveva meno probabilità di tornare alla normalità. Tutte i dati indicavano che tutti erano troppo spaventati per ricominciare a vivere. Abbiamo un'economia guidata dai consumi, quindi tutto ciò sarebbe stato molto negativo.” Come in effetti è stato. Il Regno Unito si è ritrovato con la peggiore recessione di tutta Europa.
Il lockdown – chiudere le scuole e gran parte dell'economia, mandando la polizia a cercare le persone che sedevano sulle panchine al parco – è stata la politica più draconiana mai introdotta in tempo di pace. Il n. 10 voleva presentarla come "seguire la scienza" piuttosto che come una decisione politica, e questo ha avuto implicazioni per il circuito del processo decisionale del governo. Significava elevare il Sage, un gruppo allargato di consulenti scientifici, a comitato con potere di decidere se il paese si sarebbe dovuto bloccare o meno. Non esisteva un equivalente socioeconomico del Sage; nessun forum dove poter porre altre domande.
Quindi chiunque scriveva i verbali degli incontri del Sage – traducendo le sue discussioni in linee guida per il governo – stabiliva la politica della nazione. Nessuno, nemmeno i membri del gabinetto, sapevano come erano state raggiunte queste decisioni.
Nei primi giorni, Sunak aveva un vantaggio. “Per molto tempo la gente del Sage non si era resa conto che c'era una persona del Tesoro che assisteva a tutte le loro chiamate. Una bella signora. Era fantastica, perché era seduta lì, ad ascoltare le loro discussioni.'
Ciò significa che Sunak era presto stato avvisato del fatto che questi importantissimi verbali delle riunioni del Sage spesso eliminavano le voci dissenzienti. A quanto racconta, la sua talpa gli diceva: "‘Be’, in realtà si scopre che molte persone non erano d'accordo con questa conclusione’, oppure ‘Ecco i motivi per cui non erano sicuri’. Così, almeno, ero in grado di partecipare a queste riunioni meglio armato."
Ma le sue vittorie furono poche e distanziate tra loro nel tempo. Una, dice, arrivò a maggio 2020, quando furono elaborati i primi piani per uscire dal lockdown in estate. "Ci sono delle parole lì dentro che noterai, perché ho combattuto per questo", dice. "Si parlava di impatto sulla salute non Covid". Solo poche frasi, dice, ma che egli considera come un trionfo dato che a quel punto gli effetti collaterali del lockdown siano stati finalmente riconosciuti.
Non nomina Matt Hancock, che ha presieduto tutto questo come segretario alla salute, o Liz Truss, che è rimasta in silenzio per tutto il tempo. Come ha detto all'inizio, non vuole fare nomi, ma piuttosto parlare chiaramente di ciò che non è stato detto al pubblico e del processo che ha portato a questo. In genere, ha detto, ai ministri venivano mostrate analisi del Sage secondo le quali, se la Gran Bretagna non avesse imposto o esteso il lockdown, si sarebbero verificati orribili "scenari". Ma nemmeno lui, in qualità di cancelliere, riuscì a scoprire come fossero stati calcolati questi importantissimi scenari.
"Io dicevo: ‘Riassumete per me i presupposti chiave, in una pagina, con tutti i punti sensibili e le motivazioni per ciascuno di essi’”, dice Sunak. "Ma nel primo anno non sono mai riuscito ad ottenere questo". Il Tesoro, dice, non avrebbe mai raccomandato una politica basata su modelli senza spiegazioni: era una questione di competenza di base. Eppure, per un anno, la politica del governo del Regno Unito – e il destino di milioni di persone – è stata decisa sulla base di grafici privi di spiegazioni elaborati da accademici esterni.
"Questo è il problema", dice. "Se dai il potere a tutte queste persone indipendenti, sei fregato” Sir Gus O'Donnell, l'ex segretario di gabinetto, aveva suggerito che si sarebbe dovuto chiedere al Sage di riferire a una commissione superiore, che avrebbe considerato gli aspetti sociali ed economici del lockdown. Sunak era d'accordo. Ma essendo stato consacrato al potere sin dall'inizio, il Sage ha mantenuto il suo potere fino alla ribellione, avvenuta lo scorso Natale.
Lo scorso dicembre, quando la variante Omicron aveva iniziato a diffondersi, le danze si erano riaperte. Un'analisi del Sage affermava che, senza un quarto lockdown, le morti per Covid avrebbero potuto raggiungere i 6.000 decessi al giorno. Era fuori di 20 volte. Ma lo sappiamo solo perché, per una volta, il governo ha respinto il consiglio del Sage. Questa volta, Sunak stava raccogliendo opinioni per conto suo, compresi gli accademici della Stanford University, dove aveva frequentato la business school, e i suoi ex colleghi nel mondo della finanza che avevano iniziato a fare un po' di modelli di Covid. Fondamentalmente, JP Morgan utilizzava i dati sudafricani su Omicron per suggerire che gli ospedali del Regno Unito non sarebbero stati sovraccaricati, contrariamente alle previsioni del Sage.
"Sono ancora nella mailing-list della ricerca di JP Morgan", dice. “Mi dà una prospettiva un po' diversa.” Nel caso di Omicron, se quella prospettiva molto diversa fosse stata corretta, allora ognuno dei 12 scenari Sage forniti ai ministri sarebbe stata una grande esagerazione e la Gran Bretagna sarebbe stata bloccata inutilmente. Eppure gli ingranaggi avevano già incominciato a girare, dice Sunak. "Avevano già informato che ci sarebbe stata una conferenza stampa. Il sistema era già orientato.'
Sunak rientrò subito da un viaggio in California. A questo punto l'analisi del lockdown di JP Morgan fu inviata via e-mail tra i ministri di gabinetto come un documento clandestino, ed erano ormai pronti a ribellarsi. Sunak incontrò Johnson. "Gli ho appena detto che non è giusto: non dovremmo farlo". Non minacciò di dimettersi se ci fosse stato un altro lockdown, "ma ho usato il giro di parole più efficace" per implicare quella minaccia. Sunak quindi telefonò agli altri ministri, confrontando i dati.
Normalmente, i membri del governo non venivano tenuti al corrente delle decisioni che venivano prese sul Covid: il numero 10 di Johnson li informava dopo l'evento, piuttosto che consultarli in anticipo. Sunak dice di aver esortato il Primo Ministro a far passare la decisione dal gabinetto, in modo che i suoi colleghi potessero dargli la copertura politica per rifiutare il consiglio del Sage. «Ricordo di avergli detto: fai la riunione di gabinetto. Vedrai. Tutti saranno completamente dietro di te... Non devi preoccuparti. Sarò accanto a te, così come ogni altro membro del gabinetto, probabilmente a parte Michael [Gove] e Saj [Javid]." Cosa che poi si è dimostrata vera.
Sunak sta forse esagerando il proprio ruolo? Per quel che vale, il suo resoconto corrisponde a ciò che ho appreso dai suoi critici al governo: che Sunak, ossessionato dall’economia, considerava una missione personale silurare il lockdown. E forse anche il Presidente del Consiglio. "Tutto quello che ho fatto è stato visto attraverso una sola lente: ‘Stai cercando di mettere problemi, stai cercando di diventare il leader’”, dice. Egli cercava di non sfidare il Primo Ministro in pubblico, o di non lasciare tracce cartacee. "Gli dicevo un sacco di cose in privato", dice. “Ci sono tracce scritte di tutto. In generale, le persone le fanno trapelare e causano problemi.'
In qualsiasi momento, Sunak avrebbe potuto uscire allo scoperto o addirittura rassegnare le dimissioni. Gli chiedo se avrebbe dovuto farlo. Andarsene in quel modo durante una pandemia, dice, sarebbe stato irresponsabile. E uscire allo scoperto, o rendere pubblici i suoi timori, sarebbe stato visto come un attacco diretto al Primo Ministro.
A quel tempo, la strategia del n. 10 era quella di creare l'impressione che il lockdown fosse una politica basata sulla scienza, che solo i pazzi potevano osare mettere in discussione. Se fosse trapelata la voce che il cancelliere aveva serie riserve, o che un'analisi costi-benefici di base non era mai stata applicata, questo non sarebbe stato di nessun aiuto per il n. 10 dal punto di vista politico.
Solo ora Sunak può parlare liberamente. Si sta aprendo, non solo perché sta correndo per essere primo ministro, dice, ma perché ci sono lezioni importanti da trarre da tutto questo. Non tanto sapere chi ha sbagliato, ma come è potuto succedere che questioni così importanti sui profondi effetti a catena del lockdown – questioni che probabilmente domineranno la politica negli anni a venire – non siano mai state adeguatamente esplorate.
“Tutto questo incolpare i dipendenti pubblici – è una cosa che odio”, dice, “Siamo eletti per guidare il paese, non per incolpare qualcun altro. Se l'apparato non funziona, lo cambiamo". Quando le cose vanno bene, dice, "è la persona al vertice che è in grado di prendere decisioni in modo corretto - e di capire come prendere buone decisioni".
Che è, ovviamente, il suo argomento definitivo: "Il leader conta. Importa chi è la persona al vertice.' È il motivo per cui ha rassegnato le dimissioni, alla fine, e fa parte della sua proposta di essere leader del partito conservatore. Dice che i ministri devono essere onesti sul rovescio della medaglia di qualsiasi politica (compresi i tagli alle tasse) e che negare peggiora sempre le cose.
E le altre lezioni del lockdown? "Non avremmo dovuto dare potere agli scienziati nel modo in cui lo abbiamo fatto", dice. "E bisogna riconoscere i costi e benefici fin dall'inizio. Se avessimo fatto tutto questo, potremmo trovarci in una situazione molto diversa". Quanto diversa? "Probabilmente avremmo preso decisioni diverse su questioni come la scuola, per esempio". Una discussione più franca avrebbe potuto aiutare la Gran Bretagna a evitare del tutto il lockdown, come ha fatto la Svezia? "Non lo so, ma avrebbe potuto essere più breve. Diverso. Più veloce."
C'è un fattore importante di cui non parla: i sondaggi di opinione. I lockdown sono stati imposti in tutto il mondo, che era terrorizzato, nel marzo 2020, e il Primo Ministro era già stato accusato di avere le mani insanguinate per non aver agito prima. Forse chi si trovava al numero 10 sarebbe stato costretto al lockdown dall'opinione pubblica? Ma il pubblico, dice Sunak, veniva spaventato in un modo senza senso, mentre veniva tenuto all'oscuro dei probabili effetti del lockdown. "Abbiamo contribuito a plasmare l’opinione pubblica: con i messaggi di paura, dando potere agli scienziati e non parlando dei necessari compromessi".
Questi compromessi sono evidenti. All'inizio, nessuno ha chiesto cosa avrebbero significato tutti quegli appuntamenti cancellati dal servizio sanitario. Quando è arrivata la risposta, è stata devastante: una lista d'attesa che dovrebbe crescere dai sei milioni di oggi a nove milioni entro il 2024. Le morti per cancro evitabili, dovute alla diagnosi tardiva, saranno migliaia. Poi c'è l'impatto economico. "Mancano da 300.000 a 400.000 [lavoratori]", dice. "Questo è un problema”. Circa 5,3 milioni sono in sussidio di disoccupazione, con molti ultracinquantenni che hanno rinunciato completamente al lavoro: una tendenza che secondo Sunak non è stata individuata “fino a quando non è stato troppo tardi”.
Anche ora, Sunak non sostiene che il lockdown sia stato un errore, ma solo che le molte ricadute negative sulla salute, l'economia e la società in generale, avrebbero potuto essere mitigate se fossero state discusse apertamente. È iniziata un'indagine ufficiale, ma Sunak dice che ci sono lezioni da imparare ora. L'emergere di un'altra variante del Covid (o di un altro nuovo agente patogeno) un giorno potrebbe portare a richieste di un altro lockdown. Una delle domande sarà come tutelare e proteggere il controllo democratico in una crisi futura - come garantire che la messa in discussione e la verifica delle politiche vada avanti, anche quando è opportuno che il governo sopprima il dibattito.
Per Sunak, questo è stato il problema al centro della risposta del governo al Covid: la mancanza di franchezza. C'è stata un’impossibilità di sollevare domande difficili su dove tutto questo avrebbe portato e una tendenza a usare messaggi di paura per soffocare il dibattito, invece di incoraggiare la discussione. Quindi, in una frase, come avrebbe gestito la pandemia in modo diverso? "Avrei solo avuto una comunicazione più adulta con il paese."
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