07/08/22

Neil Ferguson, la Cina e un fanatico ministro della Salute socialista: la storia non raccontata dei lockdown imposti in Italia e in Occidente

 


Sul sito The Daily Sceptic - sito focalizzato sulle politiche basate sulla 'scienza', invocata come fonte di indiscutibile verità, ma che spesso è solo la copertura di un'agenda politica nascosta - si prende in esame il caso italiano, primo paese del mondo occidentale ad adottare il metodo autoritario cinese per il controllo del virus, e che ha così fatto da apripista per tutti gli altri paesi. Oltre a una utile ricostruzione dei discutibili documenti, mai resi pubblici,  su cui si è fondata la scelta italiana, nell'articolo sono riportati anche degli stralci del famoso libro del ministro Speranza, poi immediatamente ritirato dal mercato, dai quali traspare in maniera evidente come l'eccesso di zelo fosse motivato soprattutto dal desiderio di sfruttare l'occasione per attuare delle politiche finalmente di "sinistra". Purtroppo se Speranza sembra esser consapevole che sposandosi col neoliberismo la sinistra ha perduto la sua anima, quest'anima cerca di ritrovarla frugando proprio nell'aspetto peggiore della sinistra, quello dell'autoritarismo paternalista e della volontà di sorveglianza delle persone, da educare e controllare, sino alla ferocia. 


di Michael P Senger*, 5 agosto 2022

 

Un'infezione, anche una letale come il cancro, spesso inizia con una ferita. Attraverso questa ferita, l'agente patogeno entra nel corpo dentro una sola cellula, dove si replica patologicamente e corrompe anche quelle che la circondano, fino a consumare l'intero ospite.

Quello che succede con un’infezione, vale anche con il totalitarismo. Nel 2020 il totalitarismo ha trovato la sua ferita per entrare nel mondo libero in Lombardia, Italia. Nello specifico, per mezzo di un Ministro della salute, Roberto Speranza, su ordine del quale, il 21 febbraio del 2020, 50.000 lombardi sono stati posti in lockdown, il primo lockdown del mondo occidentale moderno. In poche settimane, le chiusure si son diffuse in tutte le città d’Italia, fino a quando il 9 marzo è stata bloccata l'intera nazione . Ad aprile 2020 più della metà della popolazione mondiale – circa 3,9 miliardi di persone – era stata messa in isolamento.


Prima del lockdown di Wuhan, in Cina, da parte di Xi Jinping, chiusure di questo tipo erano senza precedenti nel mondo occidentale e non facevano parte del piano pandemico di nessun paese democratico.  Le chiusure non sono riuscite a rallentare in modo significativo la diffusione del coronavirus, che ha ucciso decine di migliaia di giovani in vari paesi di tutto il mondo, compresa l'Italia.

Peggio ancora, i funzionari che hanno guidato la risposta al Covid in diversi dei più grandi paesi hanno testimoniato che l'adozione da parte dell'Italia della politica di lockdown della Cina è stato uno degli eventi più importanti che hanno portato alla imposizione delle chiusure anche da parte loro. Come ha scritto la coordinatrice della risposta al coronavirus della Casa Bianca Deborah Birx nel suo libro, che contiene una curiosa autodenuncia:

 “[Abbiamo] lavorato simultaneamente a sviluppare le linee guida per appiattire la curva, che speravo di presentare al vicepresidente alla fine della settimana. Ottenere il consenso sulle semplici misure di riduzione del rischio che ogni americano poteva adottare è stato solo il primo passo, che ha portato poi a interventi più duraturi e aggressivi. Dovevamo renderli appetibili all'amministrazione, evitando che sembrasse un completo lockdown all’italiana. Allo stesso tempo, avevamo bisogno di misure efficaci nel rallentare la diffusione del virus, il che significava avvicinarsi il più possibile a ciò che aveva fatto l'Italia: un compito arduo.”

Allo stesso modo, con le parole del professor Neil Ferguson dell'Imperial College, architetto dei modelli Covid estremamente approssimativi che hanno promosso i lockdown nel mondo libero:

“È uno stato comunista a partito unico, abbiamo detto. Non potevamo farla franca in Europa, pensavamo... E poi l'Italia ce l'ha fatta. E abbiamo capito che potevamo.”

La valutazione di Ferguson è doppiamente ironica, perché si trattava di uno studio condotto in parte anche da Ferguson e dal suo team all'Imperial College, che pretendeva di dimostrare che il lockdown di Speranza della città di Vo', in Italia, il 22 febbraio 2020, era stato efficace e aveva portato il 9 marzo alle chiusure di tutta Italia . La conclusione del suo studio era, ovviamente, una fesseria: ora abbiamo la prova che il tasso di crescita dell'infezione da Covid era in declino ben prima che iniziassero i lockdown, compresi quelli in Lombardia e a Vo', in Italia. Ferguson ha giustificato il lockdown nel Regno Unito sulla base del lockdown dell'Italia, che a sua volta era stato giustificato con un falso studio condotto in parte dallo stesso Ferguson.

Pertanto, è di fondamentale importanza capire cosa ha portato alla decisione di Speranza di ordinare quei lockdown iniziali in Lombardia e a Vo', in Italia.

Nell'ottobre 2020, Speranza ha pubblicato un libro intitolato “Perché guariremo. Dai giorni più duri a una nuova idea di salute”. Poco dopo essere stato pubblicato, il libro è stato frettolosamente ritirato dai negozi. Il motivo dichiarato era che l'Italia stava attraversando una seconda ondata di Covid, ma leggendo il libro è evidente che Speranza, che aveva firmato i primi ordini di lockdown nel mondo occidentale, tradisce un'imbarazzante mancanza di preoccupazione per il Covid stesso e una molto maggiore attenzione a come la risposta avrebbe potuto essere utilizzata per attuare riforme politiche di estrema sinistra in tutta Italia. Come afferma in un passaggio significativo:

 “Sono convinto che abbiamo un'occasione unica per radicare una nuova idea della sinistra… Credo che, dopo tanti anni in cui abbiamo proceduto controcorrente, ci sia ora la possibilità di ricostruire un'egemonia culturale su nuove basi.”

Allo stesso modo, Speranza afferma che una lezione fondamentale del Covid è che l'OMS deve essere rafforzata. e richiede che agli Stati Uniti venga impedito di lasciare l'OMS.

“A metà luglio ho scritto una lettera a Jens Spahn, Ministro della salute tedesco e presidente del Consiglio dei ministri della salute, e a Stella Kyriakides, chiedendo un'iniziativa a livello europeo per impedire agli Stati Uniti l’uscita dall'OMS, prevista per il 2 luglio 2021. L'OMS è fondamentale: va difesa, migliorata, rafforzata e riformata a partire dai principi di trasparenza e autonomia.”

Per contro, in tutto il libro di 229 pagine, Speranza non esprime mai alcuna critica alla Cina, arrivando solo al punto di riconoscere che la Cina ha "un modello culturale, politico e istituzionale molto diverso", e promuovendo legami più stretti con la Cina.

“La Cina è una grande protagonista del tempo che stiamo vivendo e sono convinto che si stia aprendo uno spazio politico importante per l'Europa come cerniera tra la nuova potenza asiatica e gli Stati Uniti.”

Speranza è uno dei leader del neo-costituito partito politico italiano Articolo Uno, fondato dall'ex Primo Ministro Massimo D'Alema, il primo ex membro di un partito comunista a diventare Primo Ministro di un paese NATO. D'Alema ora è presidente onorario della Silk Road Cities Alliance, un'organizzazione statale cinese.

Speranza chiarisce che era ben consapevole, all'epoca in cui ordinò il primo lockdown del mondo libero in Lombardia, in Italia, che stava copiando una politica che solo la Cina aveva fatto e che sarebbe stata una restrizione dei diritti costituzionali fondamentali dei cittadini.

La progressione dei contagi nel Lodigiano e anche in Veneto ci impone di ‘chiudere’ aree non piccole, impedendo necessariamente ad oltre 50mila persone di entrare e uscire dai confini del proprio territorio di residenza. Si tratta di una misura con preoccupanti implicazioni per il tessuto economico e sociale, ma anche con un terribile impatto simbolico. Limitare la libertà di movimento dei cittadini, inviare l'esercito a controllare il rispetto delle chiusure. La tutela del diritto alla salute, riconosciuta dall'articolo 32 della Costituzione, può portarci a limitare altri diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione? E poi, questo tipo di intervento funzionerà davvero, per fermare il contagio? Nessun altro Paese occidentale ha ancora sperimentato questo virus e le strategie di gestione che richiede. L'unico precedente a cui possiamo guardare è la Cina, con un modello culturale, politico e istituzionale molto diverso dal nostro. In Italia, tutti dicono da settimane, sarebbe impossibile fare quello che ha fatto la Cina. Ma se fosse necessario?”

Prima di imporre i primi lockdown nel mondo occidentale, Speranza ha svolto un ruolo in Italia di allarmista Covid della prima ora, simile a quello svolto negli Stati Uniti dal vice consigliere per la sicurezzanazionale Matt Pottinger, l'agente dell'intelligence che parla fluentemente mandarino e che, a partire da gennaio 2020, ha unilateralmente alzato l'allarme alla Casa Bianca, ha sostenuto rigidi obblighi sulla base delle sue stesse fonti in Cina e ha nominato Deborah Birx per orchestrare i lockdown in tutti gli Stati Uniti.

Come Pottinger, che a metà gennaio 2020 ha organizzato i primi incontri della Casa Bianca sul coronavirus, Speranza ha organizzato nello stesso periodo i primi incontri della task force italiana sul coronavirus, prima ancora che ci fossero casi confermati nel mondo occidentale. Come gli incontri di Pottinger, gli incontri di Speranza sul coronavirus si tenevano quotidianamente. E, come Pottinger, Speranza dice di essere stato ispirato a farlo dalla risposta che ha visto in Cina.

Giovanna Botteri tiene informato il pubblico italiano. I suoi aggiornamenti da Pechino sono frequenti e puntuali. Decine di secondi di copertura giornalistica, che però trasmettono una situazione surreale. Ospedali presi d'assalto, nuove strutture sanitarie temporanee organizzate in poche settimane, controlli della temperatura in ogni angolo del paese. E poi il lockdown e la quarantena: città enormi, con milioni di abitanti, chiuse con il blocco totale delle attività e il divieto di uscire di casa. Guardo quelle immagini e penso che in Occidente non sarebbe possibile gestire una crisi in questo modo. Ma possiamo soltanto sperare che non diventi necessario...

Ed è con questa idea che il 12 gennaio ho costituito per la prima volta la task force per il Coronavirus. Consulto immediatamente i principali scienziati italiani, consapevole del privilegio di poterlo fare. La ricerca, la matematica, per me, sono una parte fondamentale della forza dell'umanità. Da razionalista convinto, ho una vera fiducia nella scienza… La task force si riunirà, in mia presenza, tutti i giorni alle 9 o anche prima, senza eccezioni, fino a quando il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) non sarà operativo.”

Come Pottinger, a fine gennaio 2020 Speranza ha iniziato a lanciare l'allarme per il coronavirus ai più alti livelli del potere politico italiano.

“Il 29 gennaio, per la prima volta, dico al Parlamento che il paese in questa sfida deve essere unito. Non c'è più maggioranza, né opposizione. Ci sono gli italiani, c'è un problema enorme che li minaccia e ci sono le istituzioni che devono difendere i propri cittadini. Al termine della mia relazione al Parlamento, prendo il telefono e chiamo personalmente i tre leader dell'opposizione: Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini.”

Più o meno nello stesso periodo, Speranza iniziò anche a lanciare l'allarme al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.

Anche se l'ECDC ritiene basso il rischio di diffusione del virus in Europa, dopo alcune sollecitazioni informali e personali alla commissaria europea Stella Kyriakides e al ministro della salute croato – che detiene la presidenza di turno dell'UE – decido di chiedere formalmente, a nome del governo italiano, la convocazione del Consiglio di tutti i ministri della salute dell'Unione europea...

Ma la mia sensazione è che la nostra coesione sia insufficiente, che il livello di allerta sul virus sia troppo basso e che i meccanismi di funzionamento delle istituzioni comuni siano troppo deboli per poter essere attivati ​​efficacemente in caso di emergenza. In queste ore è necessaria una riunione urgente dei ministri della salute.”

Il giorno successivo, 30 gennaio 2020, il presidente del Consiglio Conte annunciava i primi due casi confermati di Covid in Italia e dichiarava immediatamente lo stato di emergenza, "che consentiva al governo di ridurre rapidamente la burocrazia se necessario".

Quando Speranza ha ordinato il lockdown della Lombardia, in una conferenza stampa ha dichiarato di essere consapevole che stava compiendo un'azione importante non solo per l'Italia, ma per il mondo intero.

Mi sembra un fatto abbastanza chiaro, le misure messe in atto dall'Italia sono misure del più alto livello in Europa, ma probabilmente anche a livello globale."

Questo è in linea con una informazione riservata anonima, pubblicata il 30 gennaio 2020, lo stesso giorno in cui sono stati confermati i primi casi in Italia, proveniente da qualcuno che affermava di avere amici e familiari al CDC e all'OMS e che l'OMS stava progettando di iniziare a riprodurre la risposta della Cina nel mondo occidentale, chiudendo per prime le città italiane.

 L'OMS sta già parlando di quanto sarà "problematico" realizzare il modello di la risposta cinese nei paesi occidentali e il primo paese in cui vogliono provare è l'Italia. Se inizia un grande focolaio in una grande città italiana, vogliono lavorare attraverso le autorità italiane e le organizzazioni sanitarie mondiali per iniziare a bloccare le città italiane nel vano tentativo di rallentare la diffusione del virus, almeno fino a quando non saranno in grado di sviluppare e distribuire vaccini, che appunto è lì dove bisogna iniziare a investire.”

Nonostante il lockdown non avesse precedenti nel mondo occidentale, questo suggerimento si è rivelato una previsione quasi perfetta degli eventi successivi.

La task force sul coronavirus di Speranza, infatti, aveva già commissionato uno studio sui possibili scenari di progressione della Covid. Questo studio, condotto da Stefano Merler presso la Fondazione Bruno Kessler (FBK), che utilizzava i dati della Cina, è stato fornito al Comitato tecnico-scientifico italiano sul coronavirus il 12 febbraio 2020.

FBK e Merler sono stati citati positivamente da Bill Gates, il secondo maggior finanziatore dell'OMS, al World Economic Forum nel 2017, dopo che Merler e FBK avevano lavorato con Gates sulla risposta all'Ebola. L’esistenza dello studio di Merler è stata mantenuta riservata ed è stata divulgata solo mesi dopo. Per questo motivo è stato soprannominato dai partiti di opposizione italiani lo "studio segreto".

Lo "studio segreto" di Merler non è mai stato pubblicato, ma nel 2020 Merler ha pubblicato altri due articoli con diversi coautori cinesi e finanziamenti del governo cinese, ciascuno con l'intento di dimostrare l'efficacia dei lockdown e degli interventi non farmaceutici contro il coronavirus in Cina. Il primo degli articoli  di Merler con coautori cinesi, finanziato in parte dal governo cinese, è apparso nell'aprile 2020 e pretendeva di dimostrare che "il solo distanziamento sociale, implementato in Cina durante l'epidemia, è stato sufficiente a controllare il COVID-19" , sulla base dei dati forniti da Wuhan. Il secondo articolo di Merler con coautori cinesi, finanziato in parte dal governo cinese, è apparso nel luglio 2020 e pretendeva di dimostrare che gli NPI (interventi di tipo non farmaceutico) erano stati efficaci nel controllare la diffusione del coronavirus nelle città cinesi fuori Wuhan, sempre sulla base dei dati forniti dalla Cina.

Una persona ragionevole probabilmente riconoscerebbe che i dati della Cina su cui Merler ha basato le conclusioni dei suoi articoli, provenienti da un regime totalitario con una nota storia di falsificazione dei dati, erano inattendibili.

Che fosse motivato da ragionamenti diretti, finanziamenti o qualcosa di peggio, Stefano Merler, l'autore principale dello "studio segreto" inedito basato sui dati della Cina che ha portato al primo lockdown del mondo libero in Lombardia,  stava effettivamente conducendo un'operazione di riciclaggio della propaganda del Partito Comunista Cinese per tutto il 2020.

Sebbene lo studio segreto di Merler non sia mai stato reso pubblico, è stato poi condiviso in via privata con "La Repubblica", quotidiano italiano di centrosinistra. La Repubblica ha scritto un articolo sullo studio, ma in vita mia non ho mai visto un articolo mainstream così accuratamente nascosto. Non solo il link originale all'articolo non funziona, ma anche gli archivi web non funzionano e l'articolo non viene visualizzato su Google. Fortunatamente, un sito Web ha copiato il testo dell'articolo.

Il Covid deve essere davvero un virus, visto che ha impedito al giornale italiano di mantenere gli standard di base sulla conservazione dei documenti online per l'unico articolo che è stato scritto su uno studio chiave del governo condiviso con la redazione in privato. Naturalmente, questo è in linea con il modello di segretezza e totale disonestà che abbiamo visto da parte dei governi di tutto il mondo occidentale da quando è apparso il coronavirus.

In effetti, parallelamente allo studio segreto di Merler, esisteva anche un "piano segreto" più dettagliato, specificamente intitolato "Piano operativo di preparazione e risposta a diversi scenari di possibile sviluppo di un'epidemia di 2019-nCov", di cui nessun dettaglio è mai stato pubblicato. Nel dicembre 2020, il partito di opposizione è andato in tribunale per ottenere la pubblicazione del Piano Operativo segreto, ma Speranza ha comunque rifiutato di renderlo pubblico, sulla base del fatto che non si trattava di un "piano pandemico formalmente approvato".

Interessante il rifiuto di Speranza di divulgare il Piano Operativo segreto, perché all'inizio del 2020 anche il governo tedesco ha commissionato un piano operativo riservato, poi ottenuto attraverso una serie di indiscrezioni, di informatori e richieste di FOIA, (accesso civico generalizzato)  “basato sui risultati scientifici dei gruppi di esperti dell'Università di Bonn/University of Nottingham Ningbo China”, almeno uno dei quali non aveva esperienza alcuna in malattie infettive o epidemiologia, contenente un “catalogo di misure” che avrebbe dovuto essere attuato dal CDC tedesco. Esso delineava, nel dettaglio, i passaggi per implementare i lockdown, test di massa e strutture di quarantena, tra le altre misure draconiane. Il documento suggeriva specificamente "appelli allo spirito pubblico" incluso lo slogan "insieme e separati". Delle 210 pagine di e-mail inviate dalla FOIA che hanno portato alla pubblicazione del piano operativo tedesco, 118 sono state completamente oscurate. Le e-mail contengono frequenti discussioni  sulla Cina, ma quasi tutti questi riferimenti sono oscurati. Il motivo dichiarato: "Può avere effetti negativi sulle relazioni internazionali".

Naturalmente, poiché il Sig. Speranza ha deciso che non è nell'interesse del popolo italiano conoscere i contenuti del Piano Operativo segreto dell'Italia, non abbiamo modo di sapere se assomigli al piano operativo segreto della Germania basato sulle scoperte dei lobbisti cinesi contenente istruzioni specifiche sull'attuazione dei lockdown, test di massa, strutture di quarantena e appelli allo spirito pubblico.

Sintesi dei punti chiave:

1. Neil Ferguson ha giustificato il lockdown del Regno Unito sulla base del lockdown dell'Italia, che a sua volta era stato giustificato con un falso studio condotto in parte dallo stesso Ferguson che pretendeva di dimostrare che il lockdown della città di Vo', in Italia, aveva avuto successo.

 2. Prima di ordinare il primo lockdown del mondo libero in Lombardia, e prima che venissero confermati i casi di Covid, Roberto Speranza ha svolto in Italia il ruolo di primo allarmista Covid, simile a quello svolto alla Casa Bianca da Matt Pottinger, convocando i primi incontri quotidiani in Italia sul coronavirus e suscitando l'allarme in Parlamento e nell'ECDC.

3. Speranza sapeva bene, all'epoca in cui ordinò il primo lockdown del mondo libero in Lombardia, che stava copiando una politica che solo la Cina aveva fatto e che avrebbe limitato i diritti fondamentali dei suoi cittadini.

4. In tutto il suo libro, frettolosamente ritirato dai negozi, Speranza non critica mai la Cina, mentre esprime un forte desiderio che la risposta al Covid porti alla attuazione di riforme di estrema sinistra in tutta Italia e a un rafforzamento dell'OMS.

5. Il comitato di Speranza ha commissionato uno studio segreto sui possibili scenari Covid, che è stato prodotto da Stefano Merler della FBK, un'organizzazione legata alla Fondazione Gates, il secondo finanziatore dell'OMS. Questo studio segreto ha portato al lockdown della Lombardia.

6. Stefano Merler, autore principale dello studio segreto commissionato dal comitato Speranza, ha effettivamente condotto un'operazione di riciclaggio della propaganda del PCC di tutto il 2020, pubblicando numerosi articoli con diversi coautori cinesi e finanziamenti del governo cinese che pretendevano di dimostrare che i lockdown e i NPI in Cina erano riusciti a controllare il virus, utilizzando dati che una persona ragionevole probabilmente riconoscerebbe come falsi.

7. Parallelamente allo studio segreto prodotto da Merler, esisteva anche un Piano Operativo segreto più dettagliato che Speranza si è rifiutato di produrre anche quando formalmente richiesto in tribunale.

Speranza nel suo libro si presenta come una persona molto più carismatica rispetto al carattere  totalitario di Deborah Birx nella strana confessione contenuta nel suo libro di memorie. Spesso egli travalica le linee di partito, ricordando con affetto il suo primo incontro con l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi:

"Dopo lo scambio di convenevoli, l'ex presidente del Consiglio ha concluso con un sorriso: “Hai una faccia così pulita, da bravo ragazzo, ma cosa ci fai con questi comunisti? Vieni con noi!"

Speranza esprime un sincero desiderio di riforme politiche di estrema sinistra e in più luoghi esprime bei ricordi di quando lavorava come giovane socialista internazionale:

Il mio primo vero impegno politico, nella Sinistra Giovanile, è stato in gran parte dedicato alla politica europea e internazionale. Mi fa sorridere che oggi Enzo Amendola sia seduto con me in Consiglio dei ministri come ministro per gli Affari europei. Ha qualche anno più di me e abbiamo lavorato insieme per anni su questioni internazionali, lui a capo dell'International Young Socialists, io in Italia nella Sinistra giovanile, fino a diventare presidente nazionale, ma sempre con un occhio di riguardo a ciò che accade nel mondo...

Facevo parte dell'Internazionale Socialista e in quel viaggio ho respirato davvero, nel modo più popolare e umano, il concetto di solidarietà internazionale. Quello dal basso, quello dei ragazzi della mia generazione, con poco budget e tanta fiducia nel mondo. Da questo punto di vista credo di appartenere a una generazione privilegiata, che era già una comunità europea: ragazzi con pesanti zaini sulle spalle che si sono incontrati, ovunque nel continente, e si sono riconosciuti."

È possibile che Speranza sia stato gradualmente coinvolto in una rete di totalitarismo in stile cinese a causa di una sovrabbondanza di zelo e di una sua affinità per la propaganda tradizionale ed egualitaria del socialismo. Questo era più comune nell'era sovietica, quando le realtà distopiche del comunismo erano meno conosciute, ma  basta parlare con un giovane in un bar liberal della città per sapere che la propaganda originale del comunismo va ancora molto nell'estrema sinistra.

Speranza conclude il suo libro con un epilogo di cui lo stesso Karl Marx sarebbe stato orgoglioso e che ho riprodotto integralmente qui di seguito. Come promemoria, ricordo che questo dovrebbe essere un libro sulla risposta a una pandemia. Lascio che parli da solo.

"Nel corso di queste pagine ho usato ripetutamente due termini per me essenziali come 'uguaglianza' e  'diritti'. Essi sono serviti a tracciare la rotta nella tempesta, come le stelle per i marinai. I tempi difficili non sono quelli in cui i valori e i principi devono essere lasciati da parte, perché è di quelli che c'è bisogno.

Abbiamo visto come la politica sia fatta di gestione quotidiana, scelte quotidiane, fatica quotidiana. Ma è anche un'entusiasmante storia personale e collettiva e un salto verso il futuro. Per questo credo che un altro dovere che abbiamo verso noi stessi e verso il Paese, un altro modo per non sprecare le dure lezioni di questi mesi e per affrontare al meglio le sfide che ci attendono, sia quello di abbracciare una corrente politica di cui a lungo c’è stato bisogno.

Sono convinto che abbiamo un'occasione unica per radicare una nuova idea della Sinistra, basata su un impegno che oggi tutti riconoscono come necessario: difendere e rilanciare i beni pubblici fondamentali, a partire dalla tutela della salute, dal valore dell'educazione e della difesa dell'ambiente. Abbiamo sperimentato un individualismo sfrenato e abbiamo subito la sua traduzione economica e sociale: il neoliberismo, anch’esso sfrenato. Abbiamo creduto nella propaganda che un mondo organizzato secondo questi principi avrebbe prodotto ricchezza e benessere per tutti. Per oltre trent'anni questa ideologia è stata egemone nella coscienza del mondo occidentale: non solo ha orientato la destra, ma ha influenzato significativamente anche la sinistra, cambiandola poco a poco.

Dopo la caduta del muro di Berlino e la “fine della storia”, in tutto il mondo i grandi partiti della sinistra hanno dovuto accelerare il percorso che avevano intrapreso, per aggiornare la loro visione della società. È stato uno sviluppo giusto e necessario: il mondo sta cambiando e la politica deve includere i tempi nuovi. Nel dopoguerra l'obiettivo era quello di liberare definitivamente il campo progressista e democratico dalle pulsioni antidemocratiche e illiberali che avevano caratterizzato il socialismo reale. In verità, le socialdemocrazie in Europa, e poi lo stesso Partito Comunista Italiano, avevano già da anni intrapreso un percorso pragmatico di rottura con l'esperienza sovietica.

La revisione ideologica era legittima. Lasciare campo libero a un modello di convivenza civile e politica determinato dal mercato senza regole, invece, è stato un errore. L'individualismo ha indebolito le reti sociali e frammentato la rappresentanza. Si pensava che lo Stato non fosse più necessario, che dovesse essere ridotto al minimo. Che la sua interferenza fosse una seccatura, perché la società e l'economia erano in grado di autoregolarsi. Dovevano solo essere lasciate "libere".

E così è iniziata la stagione dell'estrazione di risorse a scapito dell'equità sociale. La stagione dei tagli alla spesa pubblica, dello smantellamento dei due grandi pilastri del welfare: salute e istruzione. Salvo rarissime eccezioni, non solo in Italia, i servizi sanitari nazionali sono diventati più deboli e meno capaci di rispondere ai bisogni delle persone. E all'interno del ridimensionamento del welfare state, le disuguaglianze sono esplose. I ricchi stanno sempre più in salute e i poveri si ammalano sempre di più.

Abbiamo visto i rischi che si corrono quando un sistema sanitario, economico e sociale indebolito da decenni di scelte sbagliate si è trovato ad affrontare una vera emergenza.

I mesi del Covid, però, hanno accelerato un processo di ripensamento di cui erano già visibili i primi segnali. Abbiamo riscoperto quanto siano importanti i beni pubblici fondamentali, a cominciare dalla tutela della salute. Per la prima volta, dopo tanti anni, la sinistra non va controcorrente. Siamo stati nella lunga fase in cui la storia sembrava andare nella direzione dell'individualismo neoliberista, e nel nostro andare controcorrente, cercando la strada, lottando contro soluzioni un po' disordinate e che poco avevano a che fare con i valori di sinistra, in Italia abbiamo vissuto una dolorosa spaccatura nel principale partito di centrosinistra. Oggi le cose stanno cambiando e si può riaffermare un'idea di sinistra a partire dai beni pubblici fondamentali e da un nuovo ruolo dello Stato.

Durante la crisi, le persone hanno capito che c'è bisogno di qualcuno che protegga e difenda la loro vita, la loro sicurezza personale. Chi può garantire questi diritti a ogni cittadino? Chi può offrire la certezza che la tutela del diritto alla salute non dipenda dalle condizioni economiche e sociali di ciascuno in un determinato momento della sua esistenza?

Il mercato non può farcela da solo. Di fronte a una vita messa a rischio, le sue regole non bastano, né basta l'iniziativa individuale. Non basta un'assicurazione contro un virus che uccide, né una carta di credito. È illusorio, lo abbiamo visto, pensare di salvarsi. Occorre una tutela sovraordinata dei diritti fondamentali, che solo le istituzioni pubbliche possono garantire. Serve un grande Servizio Sanitario Nazionale, radicato e organizzato, capace di prendersi cura di tutti e di non lasciare indietro nessuno. Per fermare il virus, e per ristabilire condizioni in cui nulla di quanto ci è accaduto possa ripetersi, è fondamentale curare tutti. E farlo non è solo conveniente: è giusto.

La gente lo ha capito. E questa consapevolezza ha liberato un terreno politico molto fertile per la sinistra. A patto che metta al centro della sua agenda la difesa dei beni pubblici fondamentali e il lavoro. E che smetta di imitare la destra, le sue politiche e i suoi temi, la stagione della subordinazione al neoliberismo.

Credo che, dopo tanti anni controcorrente, ci sia una nuova possibilità di ricostruire un'egemonia culturale su nuove basi. Molte tendenze che vediamo affermarsi vanno nella stessa direzione, dalle belle manifestazioni ambientaliste ispirate dalla giovane Greta, alle spontanee piazze italiane dei ‘Sardi’. Ci gridano la stessa cosa: ci sono beni pubblici fondamentali che vanno difesi e protetti. E non si può più stare a guardare. È tempo di un nuovo grande sforzo collettivo.

Il Covid ha cambiato tutto, ha segnato profondamente le vite individuali e la convivenza sociale. Non è possibile che tutto cambi e le forze politiche rimangano come sono. Dobbiamo interrogarci. Con coraggio. Io e le donne e gli uomini che hanno condiviso con me l'esperienza dell'Articolo Uno siamo disponibili a farlo immediatamente. La Destra è molto forte. Non può essere sottovalutata. Ha una straordinaria capacità di interpretare il sentimento di ansia e insicurezza diffuso nella nostra società, soprattutto nelle fasce più deboli, dove ci sono meno certezze e più paure. La risposta della Destra parla un linguaggio facile e diretto. Identifica nel diverso, nell'altro (magari con una carnagione più scura), un nemico responsabile di tutto e alza la bandiera dell'identità nazionale come un muro, una recinzione, con l'illusione di scongiurare il pericolo.

Dobbiamo coltivare un nuovo grande campo che parta dalla difesa dei valori della nostra Costituzione, del lavoro e dei beni pubblici fondamentali. Quest'area politica, al di là delle sigle oggi esistenti, che mi sembrano tutte abbastanza obsolete, deve cercare di tenere insieme le forze che sostengono oggi il nostro Governo. Ora può sembrare un'utopia, ma credo che la strada sia già segnata ed è quella giusta. Ne deriverà una nuova dicotomia. È necessario, su questa base, ristabilire il campo democratico e progressista. Anche questa è una sfida impegnativa e affascinante.

Lavoratori di tutto il mondo, unitevi.

 

*Michael P. Senger è avvocato e autore di Snake Oil: How Xi Jinping Shut Down the World. Scrive sul New Normal, dove è apparso per la prima volta questo articolo.

 

 

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