Come riporta Evans-Pritchard sul Telegraph, l’ex capo della Bundesbank Axel Weber si aspetta quest’anno nuovi attacchi dei mercati all’eurozona e l’economista Kenneth Rogoff diche che l’euro è stato un "gigantesco errore di proporzioni storiche"
Un manipolo di super esperti a Davos ha raffreddato gli entusiasmi di chi sostiene che la crisi europea sia finita, avvertendo che l'eurozona rimane bloccata in una trappola del debito dovuta alla bassa crescita e rischia di essere relegata ai margini dell'economia mondiale dagli Stati Uniti e dalla Cina.
Axel Weber, l'ex capo della Bundesbank tedesca, ha detto che il disordine di fondo continua a fare danni e che quest'anno probabilmente l’eurozona dovrà affrontare un nuovo attacco dei mercati.
"L'Europa è sotto scacco. Sono ancora veramente preoccupato. La situazione dei mercati è migliorata, ma non l'economica reale della maggior parte dei paesi”, ha detto al World Economic Forum di Davos.
Weber, ora presidente di UBS, ha detto che gli stress test della BCE sulle banche che si terranno a novembre rischiano di provocare un nuovo panico sul debito sovrano, riattivando la crisi nei paesi del Mediterraneo.
"I mercati stanno ora sottovalutando i rischi, specialmente in periferia. Mi aspetto che alcune banche non riescano a passare i test nonostante la pressione politica. Non appena questo diventerà evidente, ci sarà una reazione finanziaria nei mercati," ha dichiarato.
Il professore di Harvard Kenneth Rogoff ha detto che il lancio dell'euro è stato un "errore gigantesco di proporzioni storiche, realizzato troppo presto", che ora richiede un grado di unione fiscale e un fondo comune di risoluzione bancaria per poter funzionare, ma i leader dell’UEM ancora si rifiutano di intraprendere queste azioni.
"La gente non parla più del crollo dell'euro, ma la disoccupazione giovanile è davvero tremenda. Non è possibile lasciare andare questa tempesta per altri cinque anni," ha dichiarato.
Rogoff ha detto che l’Europa sta sperperando la "risorsa scarsa" della sua gioventù, che sarebbe estremamente necessaria per dare forza a una società che invecchia a causa della crisi demografica.
Mentre l'Europa ha ancora grandi competenze tecnologiche e un ordinamento giuridico che è l'invidia di molti mercati emergenti, ora rischia di perdere terreno come primo attore dell'economia globale.
"Se queste potenzialità tecnologiche non vengono realizzate, l’Europa si sveglierà, come Rip Van Winkel, da un lungo sonno di tipo giapponese, ritrovandosi ad essere una parte molto più ridotta e molto meno importante dell'economia mondiale."
Rogoff ha detto che le ristrutturazioni dei debiti della periferia dell'UEM "alla fine si faranno", ma più a lungo i leader lasceranno degenerare la crisi con mezze misure, peggiori saranno i danni per la società europea una volta che le ristrutturazioni saranno divenute inevitabili.
Weber, che si è dimesso dalla Bundesbank e dalla BCE per una divergenza riguardo alla strategia sulla crisi del debito dell’eurozona, ha detto che le nuove regole di "bail-in" per gli obbligazionisti delle banche dell'eurozona porteranno gli investitori ad agire in via preventiva con l'obiettivo di evitare grandi perdite, prima che la BCE renda pubblici i risultati dei test: "Potrebbe accadere che gli speculatori non aspettino fino a novembre, ma scommettano prima su chi vince e chi perde".
Il pericolo è che i guai delle banche riaccendano i riflettori su quegli Stati sovrani che non possono facilmente permettersi di sostenere i loro sistemi bancari. Anche se non si nomina esplicitamente nessun paese, quelli considerati vulnerabili sono Spagna, Italia e Portogallo. Anche l’Irlanda può essere nuovamente a rischio, con un rapporto debito/PIL del 125%. "Questa è la questione chiave di quest'anno", ha detto.
Weber ha avvertito i leader dell'UE di non farsi "pericolose illusioni" o di indulgere in autocompiacimenti sulla ripresa. "La situazione sembra migliore di quella che è. La ripresa è troppo debole per generare posti di lavoro. Il punto non è se le cose stanno migliorando: i livelli di crescita, occupazione e PIL sono molto peggiori rispetto a prima della crisi," ha dichiarato.
Ha detto che stare a guardare se la Germania fa meglio della Francia è in realtà una distrazione, poiché tutta l'UEM sta andando male. "Il vento tira nella direzione degli Stati Uniti e della Cina. C'è un mondo intero là fuori che è più competitivo," ha detto.
Sir Martin Sorrell, capo del WPP inglese, ha detto che l’Europa sta soccombendo a un nuovo ordine mondiale dominato da un "G2" composto da USA e Cina, fiancheggiato dalle economie emergenti dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) e dai Prossimi Undici. "Gli Stati Uniti e la Cina diventeranno le due economie dominanti, a meno che l'Europa non cambi," ha detto.
La Francia è ancora "sul lato discendente della parabola" e anche se la Spagna si sta riprendendo, questo non è sufficiente per scongiurare una crisi politica derivante dalla massiccia disoccupazione giovanile (57%). "La tecnologia ora è nemica dei lavoratori, quindi la disuguaglianza e la disoccupazione peggioreranno" ha detto.
Sir Martin ha detto che l'Eurozona sta perseguendo una "curva di Phillips" - la forbice tra disoccupazione e inflazione - all'inverso: come se stesse testando "quale livello di disoccupazione è disposta a tollerare pur di avere inflazione zero".
Pierre Nanterme, presidente e amministratore delegato di Accenture, ha detto che l’Europa sta perdendo la grande battaglia per la competitività e rischia una spirale negativa, dove gli oneri del debito al 100% del PIL impediscono ai governi di rilanciarsi investendo in competenze e tecnologia.
Nanterme ha dichiarato che l’Europa sta perdendo ulteriore terreno, mentre gli Stati Uniti si avvalgono di energia a buon mercato e investono in tecnologia all'avanguardia. "La posta in gioco è molto alta. Se in 12-24 mesi non si avrà un cambiamento radicale per spezzare il circolo vizioso, potremmo avere non solo 5 o 10, ma 20 anni di bassa crescita in Europa," ha detto.
Rogoff ha detto che sarebbe molto più facile per l'Europa reagire se il tasso di cambio euro/dollaro fosse a 1,10 anziché a 1,35, in rialzo dell’8% negli ultimi 18 mesi.
Weber replica che l'euro scenderà di valore appena la stretta della Federal Reserve e di altre banche centrali lasceranno l'Europa da sola come la nota fuori dal coro. "La BCE ha l'esigenza di fare una politica monetaria accomodante. Tra un anno o due, la differenza di politica monetaria diventerà evidente a tutti," ha detto.
Per allora, potrebbe essere troppo tardi.
Dire che lo sapevamo da tempo ha la stessa gratificazione della masturbazione turca (quello con la quale uno con un randello si colpisce i coglioni e gode quando li manca) ma la speranza rimasta nel "vaso di Pandora" ormai aperto porta a dire che se il "gotha" del liberismo globale evidenza la "criticità" sistemica" è assolutamente evidente e dichiarato l'INSOSTENIBILITA' della euro-zona.
RispondiEliminaLe riflessioni sono attorno ai "gestori" e alle "modalità" con le quali si attiverà, inevitabilmente, il processo di euro-exit.
Cara Carmen, grazie per i tuoi ottimi articoli!
RispondiEliminaio comunque continuo a rimanere costernato, quando persino la Commissione Europea fa determinate ammissioni-previsioni, sul futuro dell'euro e sugli effetti che avrà prodotto, che son degne di un visionario complottista, come a dire "noi sapevamo tutto, sapevamo che sarebbe andata così, avevamo tutto pianificato". Questo uno stralcio di un documento UE, segnalatomi da Fabio sul blog di Foa:
“On the assumption that the euro area and US forecasts underpinning this scenario prove accurate, the euro area is forecast to end up in 2023 with living standards relative to the US which would be lower than in the mid-1960′s. If this was to materialise, euro area living standards (potential GDP per capita) would be at only around 60% of US levels in 2023, with close to 2/3 of the gap in living standards due to lower labour productivity levels, and with the remaining 1/3 due to differences in the utilisation of labour (i.e. differences in hours worked per worker and the employment rate)."
http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/qr_euro_area/2013/pdf/qrea4_en.pdf
E questa è la loro conclusione:
RispondiElimina"In order to bring the growth potential of all euro area countries up to that of the best performers, structural reforms must be continued and further advanced in line with the priorities identified in the European Semester and the "Europe 2020" programme."
Più riforme sfrutturali per tutti!
Axel Weber disse nel 2 Agosto del 2007 anche questo:
RispondiElimina1. Voci che dicono che il systema bancario tedesco sia in gravi condizioni e completamente infondato, l'IKB ha solo Piccoli problemi interni.
2. L'ingaccio di istituti creditizi tesesci nel mercato immobiliario USA è inesistente o minimo, tutto è sotto controllo.
poco dopo il systema bancario tedesco andò in Tilt, solo con massicci interventioni statali(500 mrd€) si è riuscito a stabilizare tutto. questo si chiama austerità alla tedesca.
In italia invece sono ancora li a dormire, da 9 mesi il dibattito si cira solo attorno porcellum, italicum o Berlusconi. da pazzi.
saluti paolo
Grazie Paolo per l'uso della memoria, davvero. Metti una fonte così ce le ricordiamo meglio queste dichiarazioni quando sarà il momento.
EliminaLa libera circolazione dei capitali e la mancata redistribuzione dei profitti crescenti (che ci sono stati, eccome!) sono nemici dei lavoratori, non la tecnologia. Ipocriti, avidi bastardi...
Poi che "Sir Martin" ci informi del fatto che le oligarchie dell'eurozona stiano testando in questo laboratorio a cielo aperto il limite di sopportazione del CMI (Cittadino Medio Impoverito) è palese: ne prenderà atto e morta lì, cosa volete che provi un sociopatico?
Che l'euro sia insostenibile, per le vipere di Davos significa solo una cosa: "Vai Mario, mò tocca a te! Facce er QE!". Draghi for president...
PS_Bella forza che le ITC corporations USA sprizzano brevetti da tutti i pori! Non mi stupirei se la prima auto a idrogeno performante e accessibile su vasta scala fosse prodotta da Google...
Signori, questi vengono gonfiati dai miliardi di dollari che la Fed elargisce a tasso zero al sistema finanziario USA, lo stesso che sta gonfiando l'ennesima bolla nel suddetto settore. Letteralmente non sanno dove mettere tutto il denaro che viene loro prestato! Questi forniscono servizi "praticamente" gratuiti (altro che sottocosto!), mi dite come cavolo possono fare, non dico le famose "start-up" con cuici stracciano i maroni un giorno sì e l'altro pure, ma i paesi Ue a competere?
Cioè, la Fed PAGA gli agenti del mercato finanziario perché i corsi azionari restino ai massimi, non so se è chiaro, qui siamo oltre la "facilitazione quantitativa" e il "sostegno alla ripresa": siamo alla totale abdicazione della politica (vecchia!) in favore dell'economia (qualunque cosa per i Signori di Davos ancora significhi...).