Dal suo blog sul Telegraph, A. E. Pritchard ricorda i due gravi episodi trapelati di recente - le pressioni della BCE sull'Irlanda e il famoso colpo di stato italiano - mettendone in evidenza con forza la gravità dal punto di vista costituzionale. Dovremmo temere questa UEM, una mostruosità autoritaria che sfugge al controllo democratico.
di Ambrose Evans-Pritchard
3 Ottobre 2014
Così alla fine viene
fuori la verità. Al culmine della crisi
finanziaria la Troika UE/FMI - in realtà la BCE - ha
costretto lo Stato irlandese ad assumersi le forti passività delle
banche anglo-irlandesi e di altre banche.
La BCE ha minacciato di staccare
la spina al sistema bancario irlandese, in violazione del
suo dovere fondamentale di agire da prestatore di ultima
istanza, a meno che il contribuente irlandese non si assumesse le
intere perdite.
Questo ha protetto gli obbligazionisti da quello che sarebbe stato il loro giusto destino, nonostante la loro piena complicità nella bolla creditizia irlandese. In effetti, essi hanno contribuito a crearla, insieme alla politica monetaria ultra-espansiva della BCE e ai tassi reali negativi (adatti alle esigenze tedesche) durante il boom. Anche le tranche più rischiose del credito subordinato sono state considerate off limits.
I giovani lavoratori di Cork, Limerick e Dublino dovranno servire un debito pubblico molto elevato - attualmente il 124pc del PIL, dal 25pc nel 2007 - per un tempo molto lungo.
Patrick Honohan, governatore della banca centrale irlandese, qualche tempo fa a Dublino ha dichiarato a un gruppo di giornalisti stranieri che era avvenuto questo. Sapevamo, ma avevamo giurato di tacere, costretti a morderci la lingua ogni volta che dovevamo ascoltare da certi ambienti il solito mucchio di menzogne.
Ora ha parlato, in un libro appena uscito sull'ex ministro delle finanze irlandese, Brian Lenihan. Gli estratti sono stati pubblicati nell'Irish Independent di domenica (qui in italiano su Vocidallestero). Coloro che seguono l'Irlanda ne saranno già al corrente, quindi mi perdonino se sono arrivato tardi.
Nel
2010 Mr Honohan si trovava
in una posizione impossibile. La
BCE avrebbe
potuto in
qualsiasi momento rifiutare il sostegno
di emergenza, mandando a fuoco e fiamme il
sistema finanziario irlandese. I termini della BCE per il
programma di salvataggio erano che
l'Irlanda avrebbe protetto
tutti i creditori (molti di loro britannici,
olandesi, belgi
e tedeschi).
"I funzionari della Troika dissero a Brian in termini categorici che "bruciare" i creditori avrebbe significato rinunciare al programma [di salvataggio, ndVdE] e che, di conseguenza, questo non avrebbe potuto essere consentito. Per una qualche ragione, hanno aspettato fino a dopo questa prova di forza per informarmi di questa decisione, che a quanto pare era stata presa durante una teleconferenza di altissimo livello a cui nessun rappresentante irlandese era stato invitato".
All'Irlanda
non è stato permesso di fare come
l'Islanda e tirarsene fuori.
Vorrei essere chiaro. L'argomento della BCE a quel tempo era per tanti versi difendibile, e probabilmente era la cosa giusta da fare, ma i metodi sono stati scandalosi. L'Islanda è molto piccola, priva di rilevanza sistemica per il mondo. Il sistema bancario irlandese all'inizio della crisi finanziaria era pari a € 800 miliardi. Era ed è strettamente connesso col sistema bancario europeo.
Un
haircut (ristrutturazione del debito,
ndVdE) per gli
obbligazionisti della UEM in
quel momento molto pericoloso - prima che la zona euro avesse
accumulato riserve e trovato soluzioni allo
stato di crisi - avrebbe portato al
contagio immediato e a conseguenze
incalcolabili (come gli
spasmi successivi della
crisi del debito UEM dovevano
dimostrare).
Mr Honohan mi ha detto che gli anglo-irlandesi erano "di rilevanza sistemica" per l'intera zona euro in quel frangente, e sono pienamente d'accordo. L'Irlanda ha difeso l'intera unione monetaria (e la City di Londra). Ha retto la situazione con coraggio e stoicismo.
La mia
critica è che le autorità della UE non
gliel'hanno mai riconosciuto, e non
hanno mai ammesso quel che è avvenuto a
porte chiuse. Infatti, ancora oggi
negano che Lenihan sia stato costretto
con la minaccia ad accettare
di assumersi il debito.
Al
vertice UE di giugno 2012 hanno
riconosciuto che
la zona euro ha una speciale responsabilità
nei confronti dell'Irlanda,
e che il meccanismo di salvataggio UE dovrebbe assumersi la
responsabilità diretta di ricapitalizzazione delle banche irlandesi
(retroattivamente), sollevando il peso dalle spalle dello
stato irlandese.
Questo
impegno è scritto nero su bianco nel comunicato finale, ma i leader
europei non hanno
mai adempiuto.
Quattro ministri delle finanze del nucleo dei
creditori
poi hanno addirittura negato
che ci fosse mai stato un tale accordo. Il governo irlandese ha
scelto di non continuare a protestare
su questo - con buone
ragioni, forse,
dal momento che l'Irlanda ce la sta
facendo da
sola - ma Dublino brucia.
Ora vengono fatte pressioni perché l'ex-capo della BCE Jean-Claude
Trichet sia chiamato a comparire davanti
a una commissione d'inchiesta in Irlanda,
soprattutto per determinare esattamente ciò che ha scritto in una
lettera riservata al ministro delle finanze irlandese nel novembre
2010. La BCE continua a far muro
anche dopo una richiesta in tal senso da parte del
Mediatore europeo.
C'è uno
schema ricorrente. Nel mese di agosto 2011 la BCE ha scritto delle
lettere sorprendenti ai leader eletti di
Italia e Spagna, dettando una serie di
richieste in cambio di azioni della BCE a
sostegno dei
loro mercati obbligazionari. Quando l'italiano
Silvio Berlusconi non è riuscito a rispettare pienamente le
richieste - o questi inquisitori non eletti
e segreti hanno
ritenuto
che stesse cedendo
- gli acquisti di obbligazioni sono stati
fermati.
Berlusconi è stato costretto alle
dimissioni. E'stato un colpo di stato della
BCE.
La BCE non aveva alcun mandato legale o costituzionale per azioni del genere. Le lettere toccavano questioni di stretta politica interna, come ad esempio in Italia l'articolo 18 sulla tutela del lavoro, un tema così sensibile che in Italia ha portato all'assassinio di due consulenti del lavoro sin dal 1998. La lettera italiana è poi trapelata ed è così stata resa pubblica, non certo grazie a Francoforte.
Tali
ingerenze non ha
nulla a che fare con la politica monetaria. La BCE ha agito come un
sicario del
blocco dei creditori e dei loro interessi politici.
Volendo
essere caritatevoli,
si potrebbe dire che la BCE è stata costretta in questo ruolo perché
non c'era altra istituzione europea in grado di gestire la situazione, ma questo equivale ad
ammettere che l'organizzazione della
UEM è per sua natura una mostruosità autoritaria al
di fuori di ogni
controllo democratico, un forma di sottile
tirannia monetaria. Se si ammette questo,
come si può continuare a difendere l'UEM? ... A meno che,
naturalmente, non si sia
non democratici.
Mario Draghi è stato una boccata d'aria fresca nella BCE, una mentalità moderna nella prigione umida della pedanteria della Scuola Austriaca.
Ora dovrebbe andare oltre, e rendere pubblico quel pacchetto di lettere segrete. Possiamo fare un po' di chiarezza su quel colpo di stato italiano, già che ci siamo?
E si proprio un bell' esempio di democrazia e libertà come qualcuno sostiene, https://storify.com/rekotc/titolo-provvisorio
RispondiEliminaNotiamo poi che delle imprese dei "fascisti" dell'euro possiamo leggere solo sui giornali di destra. Roba da pazzi
RispondiEliminaLa Banca Centrale Europea non è formalmente ente prestatore di ultima istanza. Di questa questione ricordo ne parlò anche il prof.Bagnai il quale sosteneva (correttamente) che l'art.123 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (ex art.101 TCE) vieta espressamente prestiti da parte della BCE a istituzioni pubbliche, ma non riguarda istituzioni finanziarie come le banche e citava a conferma un estratto preso dal sito della BCE stessa. Il fatto è che tale testo dice chiaramente che la BCE può, non deve, intervenire a favore di istituzioni finanziarie in difficoltà di liquidità. Va poi aggiunto che il ruolo di "Lender of Last Resort" non è quello di pagare i debiti di una banca insolvente, ma di intervenire nel caso di presenti una domanda di liquidità imprevista e vi sia difficoltà se non addirittura impossibilità a reperirla sul mercato. Nella pratica la BCE si è più volte comportata da prestatrice di ultima istanza però il tema qui è se questo ruolo lo abbia istituzionalmente o meno, cioè se sia obbligata a svolgerlo o no. Nel caso irlandese se si fosse giunti al collasso del sistema bancario di quel Paese, derivante dal rifiuto da parte della BCE di intervenire, probabilmente la stessa BCE sarebbe stata chiamata in causa formalmente a risponderne dinanzi la Corte di Giustizia Europea ma difficilmente sarebbe stata condannata. Almeno questa è l'opinione irrilevante mia ma autorevole di molti costituzionalisti,
RispondiEliminaScusa Maurizio, nell'articolo Pritchard dice che la BCE, nel caso italiano, si è fatta difensore delle istanze politiche dei creditori; per dirla meglio, con le parole di Tremonti, furono ricattati con la pistola puntata alla tempia. Per capire questo, non c'è bisogno dei costituzionalisti.
RispondiEliminaIl mio commento è di carattere tecnico. L'opinione personale sulla questione l'ho già espressa nell'articolo precedente.
RispondiEliminaChiaro che il Lender of Last Resort non comporta di assumersi le insolvenze delle banche fallite.
RispondiEliminaTuttavia qui si continua a non cogliere quella che è la valenza della denuncia espressa nell'articolo, che la decisione che si è presa di "salvare" le banche è stata condizionata al fatto che il peso se lo assumessero in toto i contribuenti irlandesi, cioè il popolo irlandese, intervenendo così pesantenente su decisioni che toccano la politica interna di un paese.
Non si parli pooi di quello che è stato fatto a noi italiani.
Il fatto che la BCE condizioni l'acquisto dei titoli "sovrani" (definizione paradossale) sul mercato secondario alle politiche che si fanno all'interno di un paese è una violazione macroscopica della sovranità nazionale, la quale viene tutelata al massimo quando si tratta di opporsi alla unione fiscale che comporterebbe un peso sui paesi che finora hanno tratto il massimo vantaggio dalla situazione, mentre viene calpestata senza esitazioni quando si tratta di imporre le famose "riforme sfrutturali" ai perdenti (sinora).
Sono pratiche tese a sovvertire il metodo democratico e svuotarlo dall'interno, al solito modo dell'Unione, con la tecnica del fatto compiuto a piccoli passi. Le vogliamo vedere o vogliamo girare il capo dall'altra parte?
Personalmente non è che non colgo le questioni che ponete o che non voglio vederle voltando il capo, è che condivido il principio assunto dalle istituzioni europee. Se non si è d'accordo che nello stare in una comunità comporta degli obblighi e delle responsabilità verso i partner, allora che si invochi l'uscita dalla UE. Quanto a noi, se rileggiamo la famosa lettera inviata dalla BCE per mano di Trichet e Draghi, vediamo che questa non conteneva testi espliciti per leggi o decreti legge da approvare, ma semplicemente le indicazioni per portare il Paese fuori dalla crisi riguadagnando la fiducia dei mercati. Si rileggano i singoli punti e mi si dica cosa c'è di tanto inaccettabile. Punti tra l'altro che non sono stati del tutto attuati e la conseguenza è la situazione in cui versiamo oggi. Poi se ne si fa un discorso di principio per cui le indicazioni sarebbero condivisibili ma il problema è che non derivano dal nostro Parlamento, bensì da una istituzione esterna, allora è .altra cosa.
RispondiEliminaBe', le questioni sono due:
Eliminauna è che soluzioni proposte dalla BCE sono fallimentari. E l'hanno detto tutti, ormai (qualche volenteroso lettore mette i link?).
l'altra è che la soluzione sia graziosamente suggerita (con la pistola alla tempia) da un organo sovrannazionale non eletto al riparo dalle intemperie del processo elettorale (processo disdicevole, ovvio).
Ma cosa significa 'pistola alla tempia'? Scusa, ma è quanto accade a quasi tutti gli imprenditori che si recano in banca per fare richiesta di un fido/prestito quando la loro attività non va al meglio e si sentono rispondere che è possibile ma a fronte di un business plan attendibile. Nel caso irlandese, spagnolo e nei nostri confronti la BCE (per qualche caso assieme a FMI) è intervenuta a patto che i creditori non fossero danneggiati e che fossero attuate riforme orientate al bilanciamento dei conti pubblici. Ribadisco che i punti elencati nella famosa lettera a noi indirizzata erano generici e lasciavano ampio spazio decisionale dal parte del nostro Parlamento, punti che io trovo condivisibili perchè è ciò che dobbiamo fare. Prendo atto che non la pensate allo steso modo e che la vostra posizione è diversa in merito al ruolo che dovrebbe svolgere una banca centrale.
RispondiEliminaLO STATO NON E' UNA AZIENDA.
Eliminae, perché questo "bel" principio deve valere per i normali imprenditori e per lo Stato (una assurdità) e non per le banche????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????
VISTO CHE TRA L' ALTRO LA CRISI NON E' DI FINANZA PUBBLICA MA PRIVATA -CIOE' DELLE BANCHE?
Che il finanziamento pubblico sia una questione del tutto diversa dal finanziamento dei privati è una premessa basilare non ancora scomparsa dai libri di scienza delle finanze...se ne vogliamo tenere conto...
EliminaE poi: Punti generici che lasciano ampio spazio al potere decisionale di cosa tagliare, cosa privatizzare... Grazie, com'è democratica la BCE!