In questo lungo articolo Geert Vanden Bossche, virologo con esperienza trentennale nel campo dei vaccini di cui abbiamo già tradotto diversi contributi al tema della pandemia (vedi qui e qui), descrive in maniera dettagliata e documentata lo scenario probabile che seguirà all'intervento di vaccinazione di massa con vaccini non sterlizzanti, e le pesanti conseguenze che ricadranno nel tempo su tutta la popolazione, sia i vaccinati, che gli immunizzati naturali, che i non vaccinati. Alla fine, malgrado questo intervento artificiale che Vanden Bossche giudica tragicamente sbagliato alla radice, sarà la natura a generare una immunità di gregge sufficiente a porre termine alla pandemia, ma al prezzo di un pesante tributo in salute e vite umane che dovrà essere versato prima di ricominciare da zero, cioè da uno stato immunitario pari a quello che si aveva all'inizio, da cui affrontare varianti virali molto più infettive rispetto al ceppo originario. In conclusione alcune indicazioni per mitigare il prezzo da pagare, e un piano di azione collettivo che potrebbe essere attuato, sempreché l'homo sapiens riesca a unire all'intelligenza razionale l'intelligenza emotiva, e quindi a invertire la tendenza e iniziare a rimediare all'errore.
1. Sintesi
Il programma di vaccinazione di massa dell'OMS è stato
istituito in risposta a un'emergenza sanitaria pubblica di interesse
internazionale. Fin dai primi giorni delle campagne di vaccinazione di massa, alcuni
esperti hanno messo in guardia contro l'impatto catastrofico che un tale
programma avrebbe potuto avere sulla salute globale e individuale. La vaccinazione di
massa nel mezzo di una pandemia è soggetta a promuovere la selezione e
l'adattamento di varianti di fuga immunitaria caratterizzate da un aumento di infettività
e resistenza agli anticorpi diretti contro la proteina spike (S), diminuendo
così la protezione nei vaccinati e compromettendo i non vaccinati. Questo già
spiega perché il programma di vaccinazione di massa dell'OMS non solo non è in
grado di generare l'immunità di gregge (HI), ma porta anche ad una sostanziale
erosione della protezione immunitaria potenziale della popolazione. Poiché il
programma di vaccinazione di massa universale in corso promuoverà presto la
propagazione dominante di varianti di fuga dagli anticorpi neutralizzanti altamente infettive (cioè le cosiddette "varianti resistenti agli Ab-S"),
sia quelli acquisiti naturalmente che gli anticorpi neutralizzanti vaccinali, esso non
offrirà più alcuna protezione agli individui immunizzati, mentre un'elevata pressione
infettiva continuerà a mettere sotto pressione il sistema di difesa immunitaria
innato dei non vaccinati. Questo per dire che ogni ulteriore aumento dei tassi
di copertura vaccinale contribuirà ulteriormente a forzare il virus verso la
resistenza agli Ab-S neutralizzanti. L'aumento dell'infettività del virus,
combinata con l'evasione dall'immunità antivirale, comporterà inevitabilmente
un ulteriore tributo da pagare in termini di salute e vite umane. È quindi necessario
intraprendere un'azione immediata per ridurre drasticamente i tassi di
infettività virale e prevenire la rapida diffusione di varianti selezionate di
fuga immunitaria nell'intera popolazione, vaccinata o meno. Questo primo passo
fondamentale può essere raggiunto solo interrompendo immediatamente il
programma di vaccinazione di massa e sostituendolo con un uso diffuso di
chemioprofilattici antivirali, dedicando
importanti risorse di sanità pubblica ai trattamenti multifarmaco precoci della
malattia da Covid-19.
2. Introduzione:
Fatti e dati:
- L'immunità innata contribuisce in maniera cruciale a
proteggere la popolazione dal Covid-19. Questo è il motivo per cui i bambini e
le persone sane (cioè non immunodepresse e senza malattie di base) godono di un
significativo grado di protezione dalla malattia da Covid-19. Gli anticorpi
naturali e innati (Abs) e le cellule Natural Killer (NK) possono prendere di
mira le strutture comuni non mutabili dei virus altrimenti altamente mutanti e
quindi gestire tutte le varianti del Sars-CoV-2 (1). Tuttavia, poiché si tratta
semplicemente di una prima linea di difesa immunitaria con un'affinità
relativamente bassa, essa non è abbastanza bene attrezzata per affrontare alte
concentrazioni di agenti patogeni (1, 2, 3). Sebbene il nostro sistema di
difesa immunitaria innato possa essere considerato un'arma biologica naturale
molto potente contro il Sars-CoV-2, esso è formato da anticorpi che possono
essere facilmente superati nella competizione dagli anticorpi specifici per la
proteina spike (Ab-S). Ciò è dovuto al fatto che l'affinità di legame degli
anticorpi specifici per l'antigene (Ag) verso un antigene specifico è molto più
elevata dell'affinità degli anticorpi polireattivi innati per lo stesso
antigene (* 2); 3, 6, 7). Questo
fenomeno biofisico già spiega perché i tassi di morbilità e mortalità tendano
ad aumentare con l'aumento della pressione virale infettiva (ad es. a causa di
una maggiore infettività intrinseca del virus circolante o per
sovraffollamento, assembramenti, contatti ravvicinati ecc., soprattutto se
abbinati a scarse condizioni igieniche e abitative). Tale aumento del tasso di
infezione è stato anche all'origine dell'importante seconda ondata di malattia
e decessi che ha colpito particolarmente i giovani durante la pandemia
influenzale del 1918 (8). Per quanto ne so, nessuno degli attuali modelli
matematici che studiano l'evoluzione virale e le dinamiche di trasmissione
della pandemia di COVID-19 ha inserito nell'equazione la suscettibilità della
nostra difesa immunitaria innata a una maggiore infettività virale. Poiché questo è un prerequisito importante per comprendere
la selezione e la propagazione dominante di varianti sempre più infettive, e
poiché l'affidabilità della modellazione dipende sempre dalle ipotesi fatte, le
previsioni di questi esercizi di modellazione non si sono avverate. Nessuno di questi
modelli si è nemmeno avvicinato alla realtà. La mancata considerazione del
ruolo degli Abs e delle cellule NK innate, polireattive (cioè
multipatogene-specifiche) è la spiegazione più importante del perché i
meccanismi alla base della crescente infettività delle varianti virali
circolanti e della loro rapida evasione dall'immunità antivirale siano rimasti incompresi.
Sebbene diverse pubblicazioni sottoposte a peer-review abbiano ripetutamente
evidenziato il ruolo fondamentale degli anticorpi naturali multipatogeno-specifici all’interno
della miriade di meccanismi di difesa immunitaria naturali, la stragrande
maggioranza dei vaccinologi, virologi ed epidemiologi non sembra nemmeno essere
consapevole dell'importanza funzionale di questi Abs (vedi riferimenti alla
letteratura sul sito web www.geertvandenbossche.org, sotto il topic 1).
- Parallelamente alla vaccinazione universale, la prevalenza
di ceppi più infettivi è aumentata rapidamente. Secondo gli epidemiologi
molecolari, Sars-CoV-2 si sta evolvendo rapidamente anche verso la resistenza
agli Abs S-specifici (9, 10). Questo è stato attribuito alla pressione
immunitaria diretta alla S, ora in rapido
aumento nella popolazione. Non c'è dubbio che la resistenza agli anticorpi vaccinali
sarà il punto d’arrivo di qualsiasi programma di vaccinazione di massa che
utilizzi i moderni vaccini durante una pandemia di una malattia virale acuta
autolimitante causata da un virus altamente mutante. Contrariamente ai vaccini
vivi, i vaccini prodotti dalle moderne tecnologie vaccinali non riescono a
indurre l'immunità sterilizzante (*3). Questa omissione porta inevitabilmente
alla selezione e all'adattamento di varianti sempre più infettive e alla fine
costringe il virus a resistere agli Abs neutralizzanti per poter sopravvivere.
- Come abbondantemente riportato in letteratura e sui social
media, i soggetti vaccinati non solo diffondono varianti di Sars-CoV-2 (*4), ma ora
stanno anche sviluppando sempre più infezioni sintomatiche (*5).
- L'immunità acquisita protegge da uno spettro diversificato
di varianti Sars-CoV-2. Ciò è probabilmente dovuto alla diffusione
dell'antigene "mediata dall'adiuvante" come risultato della profonda
stimolazione immunitaria causata da una malattia naturale (comunicazione
personale (*6)). Benché ciò significhi che l'immunità acquisita anti-Sars-CoV-2
possa affrontare una serie di distinte varianti di fuga immunitaria, è
improbabile che possa anche essere in grado di affrontare uno spostamento
antigenico che causi la “fuga di neutralizzazione" come ad esempio
descritto per la variante lambda (11). Per il virus dell'influenza, ad esempio,
è stato ben documentato che i vaccini, soprattutto se adiuvati, possono ancora
funzionare contro varianti antigeniche che sono state soggette a deriva
antigenica, ma non contro varianti provocate da uno spostamento antigenico (12,
13).
- Mentre le aspettative basate sulla scienza sono ora sempre
più confermate dalle dinamiche evolutive della pandemia, le aspettative
delle case produttrici e delle autorità sanitarie (PH) per i vaccini Covid-19 (C-19), come
riassunte nella tabella 1, hanno dovuto essere in gran parte abbandonate (il
primo obiettivo delle campagne di vaccinazione di massa era quello di arrivare
all’immunità di gregge). Ciò ha comportato un continuo cambiamento di
dichiarazioni e affermazioni fatte dalle autorità sanitarie globali e sostenute
dai governi nazionali, come indicato nella tabella 2.
3. Come la Natura provvederà al fallimento dell'umanità (ma non senza alzare il prezzo per arrivare
all'immunità del gregge).
È fondamentale capire come la vaccinazione di massa stia
inevitabilmente guidando questa pandemia di varianti antigeniche altamente
infettive in una direzione molto pericolosa per la salute pubblica e globale.
Ma perché dovremmo preoccuparci delle varianti antigeniche e
della maggiore infettività virale quando i vaccini proteggono ancora ampiamente
i vaccinati dalla malattia (grave) e dal ricovero in ospedale?
Un livello più
elevato di variazione antigenica e di infettività associata rende i vaccini
C-19 meno efficienti nel contenere l'infezione. Questo attualmente porta a
infezioni breakthrough nella stragrande maggioranza dei vaccinati, e anche i
casi di malattie breakthrough sono ora in aumento. D'altra parte, l'aumento
dell'infettività rappresenta una seria minaccia per gli individui non vaccinati,
in quanto può erodere l’efficacia della loro immunità innata, non specifica
verso le varianti, in seguito alla riesposizione dopo un'infezione primaria
asintomatica (14). Ciò sta attualmente causando un aumento dei tassi di
morbilità nella parte della popolazione non vaccinata, principalmente nei
gruppi di persone di età avanzata non vaccinate (*7). Tuttavia, anche le
persone più giovani non vaccinate ora contraggono sempre più la malattia da
C-19. Poiché nel frattempo le misure
di prevenzione delle infezioni sono state allentate in molti paesi, gli
individui più giovani non vaccinati ora sono più coinvolti in contatti sociali
più stretti. L'allentamento delle misure di prevenzione delle infezioni in
un contesto di circolazione di varianti più infettive colpisce principalmente i
non vaccinati, poiché sono più suscettibili a un'elevata pressione infettiva.
Tuttavia, poiché le varianti dominanti più infettive stanno attualmente
incorporando sempre più mutazioni che influenzano la loro sensibilità agli Abs
che neutralizzano il virus e poiché la vaccinazione di massa è ora estesa a
fasce di età sempre più basse, si può ragionevolmente presumere che l'incidenza
della malattia breakthrough e dei decessi nella parte vaccinata della
popolazione aumenterà rapidamente. D'altra parte, è probabile che i tassi di
morbilità nella parte non vaccinata della popolazione diminuiranno nelle
prossime settimane o mesi, perché il serbatoio di candidati suscettibili si
esaurirà rapidamente, soprattutto per il fatto che il virus (p. es. la
variante delta) si sta ora diffondendo molto rapidamente e le riserve di
individui suscettibili vanno esaurendosi man mano che sempre più giovani
vengono vaccinati. I meccanismi della vaccinazione di massa e il suo prevedibile
impatto sulla pressione infettiva virale, nonché sui tassi di morbilità e
mortalità nella parte della popolazione vaccinata rispetto a quella non
vaccinata sono descritti più dettagliatamente di seguito (vedere
"Meccanismi della vaccinazione e impatto previsto dell’aumentata infettività
virale su tassi di morbilità e mortalità nella parte della popolazione
vaccinata rispetto a quella non vaccinata').
Che la resistenza virale agli Abs neutralizzanti S-specifici
possa verificarsi è tutt'altro che una fantasia. Per quanto ne so, l'esempio
più convincente di una variante in grado di sfuggire agli Abs neutralizzanti
specifici per S è la variante lambda del Sars-CoV-2. Questa variante ha
incorporato un importante cambiamento nel dominio N-terminale (NTD) della sua
proteina spike. Questo spostamento antigenico fa sì che il virus diventi
resistente agli Abs neutralizzanti. Il cambiamento è causato da una mutazione per
delezione e impedisce agli Abs neutralizzanti di legarsi al dominio di legame al
recettore (RBD) di S (11). Grazie a questa mutazione, la variante lambda può
ottenere un sostanziale vantaggio competitivo se il virus viene improvvisamente
sottoposto a una pressione immunitaria S-diretta sostanziale e diffusa. Un notevole aumento dei casi (come è stato osservato, ad
esempio, in diversi paesi sudamericani) può portare a un drammatico aumento
della pressione immunitaria diretta verso S, specialmente nelle persone sane
che vengono rapidamente riesposte al virus a causa di un forte aumento della
pressione infettiva. Questo spiega come all'improvviso una variante di fuga
immunitaria in grado di resistere agli anticorpi S-specifici possa rapidamente
diventare predominante in popolazioni che attraversano un aumento sostanziale
dei casi. Ma anche le popolazioni soggette a vaccinazione di massa possono
esercitare una forte pressione immunitaria sull'infettività virale (cioè sulla
proteina S). Ciò suggerisce che gli alti tassi di copertura vaccinale
alla fine trasformano le popolazioni in eccellenti terreni di coltura per questo
tipo di varianti resistenti al vaccino. Anche se queste ultime non vengono generate
direttamente nella popolazione altamente vaccinata, possono facilmente
utilizzare tale popolazione come una comoda capsula di Petri per la loro
espansione in prevalenza (* 8). Se una avanzata campagna di immunizzazione di
massa non avesse sufficientemente preparato la popolazione a esercitare una
pressione immunitaria abbastanza forte sull'infettività virale, la variante
lambda non potrebbe essere in grado di competere con la variante delta più
infettiva in circolazione, anche se quest'ultima non riuscisse (ancora?) a
sfuggire alla neutralizzazione. Tuttavia, dato che i tassi di copertura
vaccinale e la pressione infettiva vanno crescendo ulteriormente, non c'è
motivo di credere che la variante delta non possa incorporare una mutazione di
"fuga di neutralizzazione" altrettanto drammatica per sfuggire
completamente all'immunità antivirale, mantenendo il suo alto livello di
infettività. Un tale evento potrebbe, ad esempio, derivare dalla selezione
naturale di una mutazione (es. delezione) in un sito allosterico della proteina
spike (es. nel NTD), comportando quindi un cambiamento conformazionale nel RBD,
o da un evento di ricombinazione naturale dovuto alla coinfezione con due
diverse varianti.
Il verificarsi della resistenza virale ai vaccini C-19
implica che gli Abs neutralizzanti non si legano più al Sars-CoV-2. Gli Abs
naturali, non specifici per le varianti, nei vaccinati, quindi, non sarebbero
più soppressi (* 9). Questo per dire che gli individui che hanno acquisito
protezione nei confronti del Sars-CoV-2, sia a seguito di vaccinazione che di
guarigione da una precedente malattia, perderanno tale protezione e rimarranno
semplicemente con la capacità protettiva fornita dai loro Abs naturali,
aspecifici per le varianti. Poiché le
varianti in grado di resistere agli Abs anti-S possono essere ancora molto
contagiose, la pressione infettiva in paesi/regioni con comunità densamente
popolate potrebbe rimontare rapidamente dopo una precedente ondata. In
alternativa, un aumento del tasso di infezione potrebbe verificarsi anche
quando una tale variante viene introdotta in un paese/regione con un alto tasso
di copertura vaccinale e dove la pressione infettiva è stata precedentemente
abbassata a causa del distanziamento sociale e di altre misure di salute
pubblica. Poiché la resistenza virale agli Abs diretti verso S rende
inutile l'immunità acquisita (* 10), tutti i vaccinati saranno ora dipendenti
dai loro Abs naturali innati per la protezione contro la malattia. Sebbene gli
Abs neutralizzanti specifici per S non possano più legarsi al virus e la
soppressione degli Abs naturali sia, quindi, revocata, la circolazione delle
varianti altamente infettive sarà ancora molto problematica, poiché il loro
contributo alla pressione infettiva virale complessiva non può più essere
mitigato né dagli Abs vaccinali (cioè nei vaccinati) né dagli Abs acquisiti
naturalmente (cioè in coloro che hanno precedentemente contratto la malattia
Covid-19). Ciò interesserà principalmente la parte vaccinata della popolazione,
poiché quest'ultima comprende la maggior parte dei gruppi di età più avanzata.
Anche se i loro anticorpi naturali non vengono più soppressi, ora diventano
ancora più vulnerabili rispetto all'inizio della pandemia, perché le varianti in
circolazione che ora si trovano ad affrontare hanno acquisito un livello più
elevato di infettività (* 11). Il cambiamento nella dinamiica di legame degli Ab è stato riassunto in Fig. 1.
Meccanismi della
vaccinazione e prevedibile impatto della maggiore infettività virale sui tassi
di morbilità e mortalità nella parte della popolazione vaccinata rispetto a
quella non vaccinata
Più avanzano le campagne di vaccinazione di massa, più
individui giovani e sani saranno vaccinati. Tuttavia, più gli individui giovani
e sani verranno vaccinati, più crescerà la frazione della popolazione in cui
gli Abs innati non specifici per le varianti avranno sperimentato una
soppressione prolungata da parte degli Abs vaccinali, e più aumenterà la
pressione immunitaria a livello di popolazione sull'infettività virale (cioè
sulla proteina spike). Più aumenterà la pressione immunitaria a livello di
popolazione, più è probabile che le varianti selezionate naturalmente e più
infettive troveranno un terreno fertile adatto alla loro espansione, e più
velocemente queste varianti più infettive inizieranno a prevalere. Quanto più
velocemente le varianti infettive in circolazione continueranno a riprodursi, sino
a diventare la popolazione virale dominante, tanto più rapidamente aumenteranno
i tassi di morbilità e mortalità, prevalentemente nella parte non vaccinata
della popolazione. Finché non si verificherà la resistenza al vaccino, nei
vaccinati gli Abs vaccinali si legheranno al Sars-CoV-2 e quindi supereranno
gli Abs naturali. Tuttavia, la capacità di neutralizzazione di questi Abs
diminuirà progressivamente man mano che le varianti più infettive ospiteranno
sempre più mutazioni di fuga capaci di influenzare il legame del RBD al
recettore cellulare dell'enzima di conversione dell'angiotensina (Ace) -2.
D'altra parte, solo una parte della popolazione sana e non vaccinata, in
costante diminuzione, rimarrà suscettibile all'elevata pressione infettiva
esercitata dalle varianti circolanti più infettive (ad es. variante delta),
grazie al drastico calo dell'età media di questa popolazione (* 12). Questo per dire che, alla fine, l'estensione
dell'immunizzazione naturale (conseguente alla malattia C-19) e della
vaccinazione di massa ai gruppi di età più giovane fornirà meno opportunità al
virus di causare malattie nella restante parte della popolazione non vaccinata.
Sulla base delle dinamiche sopra descritte, è ragionevole concludere che il
proseguimento della vaccinazione di massa, insieme alla circolazione predominante
di varianti più infettive (facilita dalla vaccinazione di massa!), porterà
inevitabilmente a tassi di morbilità e mortalità relativamente più elevati nei
vaccinati rispetto ai non vaccinati. Ne consegue anche che più la parte
vulnerabile, ma non vaccinata, della popolazione aderirà a rigorose misure di
prevenzione delle infezioni (* 13), più il picco di morbilità e mortalità si
sposterà dai non vaccinati ai vaccinati. Ciò diventerà ancora più evidente
quando le varianti maggiormente infettive prevalentemente in circolazione
diventeranno resistenti agli Abs neutralizzanti specifici per l'S,
semplicemente perché la parte vaccinata della popolazione include la maggior
parte dei gruppi di età più avanzata.
L’impatto della
pressione immunitaria selettiva diretta a S esercitata dall’affollamento di
massa rispetto a quello esercitato dalla vaccinazione di massa
I paesi che non sono colpiti da grandi ondate registrano
tassi di morbilità e mortalità più favorevoli, ma alla fine possono pagare un
prezzo ancora più alto, poiché la loro popolazione può essere colpita da diverse
ondate "più infettive" prima che la pressione virale infettiva e/o la
pressione immunitaria a livello di popolazione possano raggiungere un livello
che sia abbastanza alto da costringere il virus alla resistenza. Ciò vale in
particolare quando le misure di prevenzione delle infezioni tengono sotto
controllo la diffusione virale e i progressi nell'aumento dei tassi di
copertura vaccinale sono lenti. Ma non importa quanti altri cicli ci vorranno,
le dinamiche evolutive molecolari di questa pandemia porteranno inevitabilmente
a conferire resistenza S-Ab al Sars-CoV-2 e, quindi, a restituire ai vaccinati
il pieno utilizzo della loro prima linea di difesa immunitaria contro le
varianti Sars-CoV-2. Questo già ci fa capire che il rafforzamento della difesa
immunitaria innata della popolazione diventerà ancora più importante quando le varianti
più infettive resistenti agli Abs specifici per S diventeranno dominanti. Ciò significa
anche che prima che il virus diventi resistente agli Abs neutralizzanti specifici
per S, non c'è modo che la popolazione possa neanche iniziare a costruire una
immunità di gregge (HI) significativa. Tuttavia, una volta che le varianti saranno
diventate resistenti agli Abs diretti verso S, non vi sarà più la necessità per
il virus di aumentare ulteriormente o ridurre la sua infettività intrinseca. Le
popolazioni, che improvvisamente si vedranno costrette a pagare un prezzo elevato (* 14) in cambio della licenza di costruirsi
una HI veramente protettiva (cioè, in cambio del permesso al virus di sfuggire
all'immunità virucida a livello di popolazione), soffriranno solo per un
periodo di tempo relativamente breve. Questo perché queste popolazioni stabiliranno più
rapidamente una HI pienamente protettiva, una volta che la licenza sarà stata riottenuta.
Al contrario, le popolazioni che sono riuscite a contenere abbastanza bene la
diffusione delle infezioni da Sars-CoV-2 e, quindi, pagano un prezzo molto più
basso per ottenere la loro licenza per l’HI (cioè in cambio di permettere al
virus di diventare resistente all'immunità antivirale) soffriranno per un
periodo di tempo relativamente più lungo. Una volta che la licenza sarà stata nuovamente
concessa, ci vorrà più tempo prima che una popolazione raggiunga un'HI pienamente
protettiva. In questo caso, potrebbero essere necessari uno o più cicli
aggiuntivi di più ondate infettive prima che la variante più infettiva (ad es. delta)
sia portata a una piena resistenza verso gli anticorpi neutralizzanti S
specifici. Il percorso evolutivo più prolungato della pandemia in queste
popolazioni renderà meno probabile che tali ondate (più) infettive esauriscano
i candidati suscettibili e alla fine potrebbe causare un tributo relativamente
più elevato alla pandemia in termini di salute e di vita di persone
precedentemente infette in modo asintomatico.
È difficile immaginare come la somministrazione di un
vaccino di richiamo "aggiornato" possa non far altro che far precipitare
la resistenza virale poiché aumenterebbe la probabilità di un forte effetto di
richiamo sugli Ab precedentemente sollecitati (cioè Ab che sono specifici per
il vaccino originale a base di S) dovuto al “peccato antigenico”. Il
riconoscimento subottimale delle varianti più infettive in evoluzione da parte
di questi "vecchi" Ab potrebbe essere motivo di notevole preoccupazione,
poiché gli antigeni che sono scarsamente abbinati agli Ab leganti l'Ag
potrebbero contribuire a innescare il potenziamento della malattia dipendente
dall'Ab (ADE).
In assenza di sensibili misure di attenuazione, è probabile
che caratteristiche immunitarie genetiche e fenotipiche favorevoli (ad es. un
background immunogenetico innato, l’età, lo stato di salute generale) guidino la selezione naturale di individui in
grado di resistere alla malattia C-19. A meno che la pandemia non causi una
drastica diminuzione della densità di popolazione in aree precedentemente
altamente popolate, le possibilità che misure rigorose di controllo tese a
prevenire le infezioni abbiano un impatto significativo sulla riduzione della
trasmissione di varianti Sars-CoV-2 altamente infettive e resistenti agli S-Ab
sono remote. Al fine di mitigare il
prezzo, ingiustificabile e inaccettabile, in termini di vite umane, vi è,
quindi, l’obbligo morale ed etico di procedere immediatamente con un piano
d'azione chiaro. Il piano dovrebbe essere dichiarato un'emergenza sanitaria
pubblica di interesse internazionale e deve includere le seguenti azioni da
intraprendere ORA:
- Stop alla vaccinazione di massa
- Non procedere con richiami di vaccinazioni aggiornate
- Implementare una chemioprofilassi antivirale a livello
globale per ridurre la pressione infettiva virale (potrebbe essere necessario
includere anche i serbatoi animali rilevanti!)
- Fino a quando non avremo drasticamente ridotto la pressione
virale infettiva, dovranno essere reintrodotte delle rigorose misure globali di
prevenzione delle infezioni
- Fornire - a costo zero - un trattamento multifarmaco precoce
a tutti i pazienti che ne hanno bisogno
- Lanciare campagne per promuovere diete e stili di vita sani
- Implementare tutto quanto sopra per guadagnare tempo per lo
sviluppo di uno sterilizzatore immunologico universale (* 15) (UIS) che sia in
grado di prevenire o eliminare l'infezione da qualsiasi ceppo Sars-CoV-2
Non c'è dubbio che il prezzo in vite umane, salute e sistemi sanitari sarà molto più alto se
permettiamo alla NATURA di prendersi cura del nostro gigantesco errore. E anche
se alla fine si giungerà alla HI, potrebbe essere molto più fragile ed
eterogenea per molti anni a venire di quella che si sarebbe raggiunta dopo una
pandemia naturale. Questo perché l'HI che mette fine a una pandemia di varianti
altamente infettive di Sars-CoV-2 inizialmente si baserà solo sull'immunità
innata a livello di popolazione. Dati i limiti degli Abs naturali
multipatogeno-specifici e l'alto livello di infettività intrinseca delle
varianti circolanti (*16), il livello di protezione inizialmente garantito
dall'immunità innata a livello di popolazione sarebbe relativamente basso,
fragile ed eterogeneo. Pertanto, un moderato affollamento e condizioni abitative
e igieniche inadeguate potrebbero innescare più facilmente un'epidemia locale.
A livello individuale, qualsiasi deterioramento della difesa immunitaria innata
di una persona (ad esempio, a causa dell'invecchiamento, delle comorbilità o
della depressione immunitaria) darebbe una probabilità media più elevata per
quella persona di contrarre la malattia da Covid-19. Durante i primi anni del percorso per giungere all'HI, le
epidemie stagionali possono quindi essere più probabili e comportare un prezzo
relativamente più alto da pagare in termini di salute e di vite umane.
Tuttavia, con il passare degli anni e delle epidemie stagionali, le popolazioni
ricostituiranno progressivamente la loro riserva di immunità acquisita (cioè,
grazie a coloro che si riprendono dalla malattia) e alla fine renderanno l'HI
della popolazione molto più robusto. Sebbene il sovraffollamento, la scarsa
igiene e gli assembramenti di massa, anche a lungo termine, innalzeranno una
bandiera rossa (come minimo anche come preparazione alle pandemie in generale),
il rafforzamento dell'HI della popolazione dovrebbe in definitiva consentire di
tornare a una vita normale. Ma questo potrebbe facilmente richiedere un mezzo
decennio, specialmente nei paesi che hanno combinato pesanti programmi di
vaccinazione di massa con rigorose misure di prevenzione delle infezioni.
L'immigrazione controllata di gruppi di età più giovane o altri cambiamenti
favorevoli nelle caratteristiche demografiche della popolazione (ad esempio,
aumento del tasso di natalità) possono aiutare a rinvigorire lo stato
immunitario di una popolazione in generale e, quindi, a raggiungere l'HI più
rapidamente.
4. Conclusioni,
prospettive future e fondamento razionale di un intervento immunitario
alternativo
Aumentando l'infettività virale, sia l'affollamento di
MASSA che la vaccinazione di MASSA contribuiranno solo a promuovere la
circolazione dominante di varianti virali più infettive e, quindi,
comprometteranno il sistema immunitario naturale in una frazione relativamente più
alta della popolazione giovane e sana (cioè, rispetto alla parte colpita dalle
precedenti pandemie naturali). Questo porterà prima o poi alla piena resistenza
virale agli Abs che neutralizzano il virus e a un drammatico aumento dei tassi
di morbilità e mortalità. Non c'è modo che la pandemia di Sars-CoV-2 possa
essere controllata dagli attuali, imperfetti vaccini C-19. L'uso di vaccini
imperfetti per controllare una pandemia (di un virus altamente mutabile che
causa un'infezione virale acuta e autolimitante) aumenterà solo il tributo che
la Natura imporrà sulla salute e sulle vite umane in cambio della concessione
di una licenza per ricostruire l'HI.
Una pandemia può essere risolta definitivamente solo se la
popolazione sviluppa una robusta immunità che protegga dal virus. Questo
avviene naturalmente attraverso l’ HI. L'HI diventa sempre più forte come
risultato combinato della selezione immunitaria naturale mediata dalla malattia
(cioè, per quanto riguarda la sua componente innata, multipatogeno-specifica) e
dell'immunizzazione attiva (cioè, per quanto riguarda la sua componente
adattativa, specifica per il patogeno) . Più robusta diventa l'HI, più
efficacemente e durevolmente la popolazione controlla il virus, meno
frequentemente si verificheranno focolai e saranno meno impressionanti.
Non importa quanti errori commetta l'umanità, la Natura
prenderà sempre il controllo della pandemia e genererà una HI sufficiente per
portarla a termine. Tuttavia, questo non avverrà senza un terribile prezzo da
pagare per un intervento immunitario che era già sbagliato alla radice. Questo
perché la Natura riporterà prima lo stato immunitario della popolazione a
quello che era all'inizio di questa pandemia, cioè simile a quello di una popolazione
naïve al Sars-CoV-2. La differenza è, tuttavia, che la popolazione
immunologicamente naïve al Sars-CoV-2 dovrà ora affrontare varianti virali che
hanno un livello di infettività molto più elevato rispetto al ceppo originale
di Wuhan. Ciò rappresenta una sfida formidabile per il nostro sistema
immunitario innato, poiché non è stato concepito per affrontare un'elevata
carica virale (1, 2, 3). Nell'era "post-resistenza", la circolazione
di varianti altamente infettive, combinata con un'immunità della popolazione
sottodimensionata, rischia di portare a infezioni con tassi di morbilità e
mortalità più elevati negli insediamenti umani ad alta densità di popolazione
(ad es. aree urbane), mentre le aree rurali sarebbero meno frequentemente e
meno gravemente colpite. Al contrario, l'HI si accumulerebbe molto più
velocemente nelle aree urbane, mentre le persone che vivono in aree a bassa
densità di popolazione avrebbero meno probabilità di beneficiare dell'HI in
tempi brevi. Affinché questi ultimi riducano al minimo il rischio di
esposizione ripetuta, probabilmente dovrebbero fare affidamento su misure di
prevenzione delle infezioni per molto più tempo. Potrebbero volerci diversi
anni prima che le disparità epidemiologiche tra aree rurali e urbane si riuniscano
in una distribuzione più omogenea e Sars-CoV-2 diventi veramente endemico.
L'intervento immunitario artificiale (umano) in una pandemia
di Coronavirus (CoV) potrebbe fornire una protezione immunitaria rapida e
duratura a individui vulnerabili se, e solo se, venisse indotta l'immunità
sterilizzante. Cioè se la risposta immunitaria indotta fosse mirata
all'eliminazione delle cellule infettate dal virus. A condizione che si possa
giungere a questo in una fase iniziale dell'infezione, si potrebbero prevenire
contemporaneamente sia la trasmissione virale che la fuga immunitaria. Di
conseguenza, gli interventi immunitari che generano l'immunità sterilizzante
non corrono il rischio di esercitare una pressione immunitaria sul virus e di
allevare varianti virali più infettive, anche se dispiegati durante una
pandemia di varianti altamente infettive e anche se la copertura vaccinale deve
essere estesa a parti più grandi (vulnerabili) della popolazione. La prima
ondata di una pandemia colpisce generalmente la parte più vulnerabile della
popolazione. Come risultato della crescente pressione infettiva, un certo numero
di individui giovani e sani può vedere il proprio sistema immunitario innato
temporaneamente soppresso. Durante questo breve periodo di soppressione degli
Ab naturali (circa 6-8 settimane; 15), questi individui diventano suscettibili
alla malattia da Covid-19. Coloro che guariscono dalla malattia trasformeranno la loro
difesa immunitaria innata in una immunità acquisita durevole nel tempo. Ciò
significa che il tasso complessivo di immunizzazione attiva durante una
pandemia è semplicemente determinato dal livello di pressione virale infettiva
esercitata dall'ondata precedente, ma non riflette il livello di immunizzazione
attiva che sarebbe richiesto per domare la pandemia nel caso in cui l'aumento
della pressione infettiva venisse evitato. Poiché un intervento immunitario
sterilizzante potrebbe facilmente fermare un'ondata crescente di casi
infettivi, l'immunizzazione solo della parte vulnerabile della popolazione
sarebbe già sufficiente per controllare efficacemente e durevolmente una
pandemia di una malattia virale acuta autolimitante e, quindi, ovviare alla
necessità di una vaccinazione di massa. Inoltre, l'immunità sterilizzante
garantirebbe una protezione completa e di lunga durata ai vaccinati, anche se i
serbatoi asintomatici del virus servissero ancora da fonte di trasmissione
virale continua. Infine, l'uso di sterilizzatori immunologici universali (UIS)
potrebbe fermare ed eliminare qualsiasi pandemia di CoV, indipendentemente dal
livello di infettività della linea virale circolante e senza la necessità di
eradicare (* 17) il virus. Nessuno degli attuali vaccini C-19 induce l'immunità
sterilizzante. Non devono essere usati durante una pandemia semplicemente perché
porteranno alla fuga immunitaria ed eroderanno sia l'immunità innata (cioè,
allevando più varianti infettive che esercitano una maggiore pressione
infettiva, e quindi rendendo i gruppi di età più giovani più suscettibili alla
malattia) che l'immunità acquisita (cioè, portando alla resistenza del virus
agli Abs neutralizzanti).
Se arriviamo a riconoscere che siamo tutti parte della razza
umana, un'unica umanità, noi, umani moderni, dovremmo essere in grado di
sfruttare e coordinare le nostre straordinarie e uniche capacità di "uomo
saggio" (Homo sapiens) per invertire la tendenza e correggere i nostri
errori. Tuttavia, la "saggezza" può prevalere solo se permettiamo alle
nostre capacità intellettive (misurate dal QI) di entrare in sinergia con le
nostre capacità emotive (misurate dal QE). Negli ultimi mesi abbiamo assistito
sempre di più a quanto profondamente questa sinergia sia stata disturbata.
Rinnoviamo il nostro approccio generale a questa crisi e troviamo una soluzione
che possa riportare molto più velocemente alla normalità e ridurre il tasso di
mortalità molto al di sotto del tributo che Madre Natura reclamerà se lasciamo
a lei il compito di rimediare. Possiamo solo invertire la tendenza, a
condizione che lavoriamo fianco a fianco per fermare la vaccinazione di massa,
per cominciare, e per evitare che gli alti tassi di infezione virale infliggano
ulteriori danni alla popolazione. Nel frattempo dovremmo potenziare le opzioni
di trattamento precoce e accelerare lo sviluppo di interventi immunitari molto
più razionali e orientati alla pandemia. Questi ultimi possono essere fatti se
impariamo come educare il nostro sistema immunitario innato a mettere a punto
la sua capacità immunologica e ad acquisire memoria immunologica in modi che
consentano, rispettivamente, una maggiore specificità verso il patogeno e una
maggiore durata della risposta immunitaria.
5. Bibliografia
- https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fimmu.2020.02139/full
- https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fimmu.2017.00872/full
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- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7662119/pdf/fimmu-11-595535.pdf
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- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7451196/pdf/main.pdf
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- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7941658/pdf/nihpp-2021.02.23.21252268v3.pdf
- https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2021.07.28.454085v1.full.pdf
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- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8064354/pdf/viruses-13-00546.pdf
- https://trialsitenews.com/a-last-word-of-caution-to-all-those-pretending-the-covid-19-pandemic-is-toning-down/
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7772470/pdf/fimmu-11-610300.pdf
Tabella 1: Effetti previsti dei vaccini C-19 secondo i
produttori di vaccini e le autorità di sanità pubblica rispetto alle
aspettative basate sulla scienza (cioè, tenendo conto dell'impatto della
vaccinazione di massa sulle dinamiche evolutive della pandemia). Le deviazioni
dalle aspettative commerciali e delle autorità sanitarie sono evidenziate in
rosso.
Tabella 2 - I continui cambiamenti nella narrazione
ufficiale sui vaccini C-19
Fig. 1 - Sulla via della resistenza virale agli Ab anti-S, i
vaccinati sperimentano la soppressione di lunga durata (≥ 6 mesi?) dei loro Ab
naturali da parte degli Ab vaccinali. Una volta che si verifica la resistenza,
la soppressione viene revocata, ma ora TUTTI i soggetti (immunizzati o meno)
possono sperimentare la soppressione temporanea dei loro anticorpi naturali a
causa dell'elevata pressione infettiva esercitata dalla circolazione di
varianti più infettive e resistenti agli Ab-S
1) The binding sites are reminiscent of those built by self-motifs (1, 2, 4, 5)
(2) The measure of the overall or accumulated binding strength is described as binding ‘avidity’
(3) ‘Sterilizing’ doesn’t imply complete prevention of infectious shedding but refers to the capacity to induce an immune response that is capable of eliminating virus-infected host cells.
(4) a myriad of reports on breakthrough cases have been circulating both in the literature and on social media
(5) More and more cases of breakthrough disease are now officially reported (see recent press releases form CDC).
(6) This is also the reason why a number of vaccine manufacturers are now adding adjuvants to S-based C-19 vaccines
(7) As the vast majority of people aged 60 or above have now been fully vaccinated in Europe and the US, affected age groups in the non-vaccinated are below 60.
(8) As mass vaccination campaigns are now progressing more slowly, the population-level immune pressure may not yet suffice to collectively select an immune escape variant with neutralization escape capacity. Hence, selection and dominant propagation of new variants that are even more infectious, but do not yet need to incorporate a neutralization escape mutation to overcome the S-directed immune pressure, may still precede dominant circulation of S Ab-resistant variants. One may, therefore, expect that more infectious variants will appear in countries with relatively low infectious pressure and/ or relatively low vaccination rates before population-level immunity will force the virus into resistance.
(9) This is because the vast majority of vaccinal Abs are directed against immunodominant epitopes within the RBD of Sars-Cov-2
(10) There is no evidence for induction of protective T memory cells by either vaccination or natural infection (14)
(11) Although natural Abs can deal with all kinds of variants, they cannot deal with high viral load (1, 2, 3)
(12) As the average age of the healthy, unvaccinated population drops, its average concentration of functional, polyreactive innate Abs will drop as well.
(13) As innate Abs in vaccinees suffer from substantial immune suppression by vaccinal Abs, it is not unthinkable that infection prevention measures will have much less impact on morbidity and mortality rates in vaccinees as compared to the nonvaccinated.
(14) This is more often the case when Sars-CoV-2 is spreading within overcrowded areas on a background of poor infection prevention measures
(15) I deliberately avoid the word ‘vaccine’ as the immunological principle underlying a universal immune intervention capable of preventing infection and abrogating disease is very different from the concepts governing conventionalvaccinology
(16) Even when the pandemic storm has calmed down, transmission by asymptomatic carriers, including animal reservoirs, will ensure continued circulation of highly infectious variants
(17) As Sars-Cov-2, for example, can be transmitted by asymptomatically infected humans and several animal carriers, eradication would require a major effort, including large scale vaccination of both humans and culling or immunization of several animal species.