E' nata dal 21 marzo l'Associazione "Riconquistare la Sovranità" . Potete trovare il Documento fondante dell'associazione sul sito appelloalpopolo.it
Pubblico qui la terza parte del Documento, che fa un'analisi molto condivisibile sull'euro.
Dal Documento di analisi e proposte politiche dell'Associazione Riconquistare la Sovranità:
3. L’errore politico e tecnico dell’euro.
L’unione europea ha sottratto allo stato italiano anche
il potere di gestire una moneta nazionale, vincolandolo a una moneta
comune che non è di nessuno. L’adozione della moneta unica si è
rivelata, oltre che un errore politico un grave errore tecnico.
Gli architetti politici che si
sono occupati della costruzione dell'euro hanno scelto di non tener
conto delle preoccupazioni espresse da vari esponenti della scienza
economica.
Non sono pochi gli esperti che
avevano rilevato per tempo come una unione monetaria fra Paesi molto
diversi rispetto ad importanti parametri economici (come competitività e
tassi di inflazione) avrebbe comportato numerosi squilibri, che
sarebbero poi esplosi nei momenti di crisi. Questo è ciò che è
puntualmente avvenuto. Nei circa dieci anni passati dall'avvento della
moneta unica, i paesi PIGS hanno avuto livelli di inflazione
significativamente più elevati di quelli della Germania, e di
conseguenza hanno perso competitività, finendo per accumulare pesanti
deficit commerciali, non a caso nei confronti della stessa Germania.
E' questa la ragione principale
della crisi di fiducia che i mercati esprimono nei confronti
dell'eurozona. I Paesi meno competitivi rispetto alla Germania vedono
peggiorare continuamente la loro
situazione economica, senza poter reagire con lo strumento della
svalutazione della moneta nazionale (che non hanno più), e sono quindi
considerati a rischio default.
La crisi di fiducia impone ai
Paesi meno competitivi di aumentare gli interessi sui titoli del debito
pubblico, al fine di riuscire a collocarli sul mercato: ma dover
corrispondere maggiori interessi rende sempre più difficile recuperare
le risorse necessarie per pagarli, e per ripagare i titoli in scadenza.
Il tutto si traduce in ulteriore aumento del rischio di default.
È ormai comunemente accettata
l'idea che per salvare l'Euro è necessario ridurre il gap di
competitività fra i paesi dell'eurozona, allineandosi alla Germania. Non
potendo svalutare la propria moneta, per recuperare competitività i
Paesi con le economie più deboli devono necessariamente ripetere quello
che i tedeschi hanno già fatto nel decennio passato: aumentare la
produttività e contemporaneamente abbassare i salari reali. Tali misure,
che comportano costi sociali altissimi, non possono determinare gli
stessi effetti sulla crescita che hanno prodotto in Germania, ma solo
contribuire ad avvitare i Paesi dell'eurozona in spirali recessive senza
uscita, alimentate anche dai tagli alla spesa pubblica imposti
dall'Unione Europea.
L'unico risultato possibile è la
recessione, e anzi la depressione, entro al quale avverrà un forte
impoverimento generale dei ceti medi e popolari, assieme al
depauperamento dei servizi pubblici (istruzione, sanità, trasporti).
Tutte le drammatiche misure di austerità imposte dall’Unione uropea e
dalla BCE per salvare l'Euro non raggiungeranno il loro scopo. Primo o
dopo l'Euro salterà. Ma il rischio è che ciò avvenga solo dopo aver
messo letteralmente in ginocchio le economie e i tessuti sociali dei
Paesi dell'eurozona o almeno dei Paesi del sud europa. A quel punto sarà
durissimo sostenere gli effetti del crollo della moneta unica.
Nel frattempo, per poter imporre
quanto deciso dalla BCE e dalla Commissione Europea (cioè da Francia e
Germania), l'Unione Europea inasprisce il proprio carattere
antidemocratico, tramite nuovi trattati che obbligano i Paesi membri a
realizzare tutto ciò che viene deciso dai tecnocrati europei,
indipendentemente dalla volontà popolare e dalle determinazioni dei
Parlamenti nazionali.
Euro ed Unione Europea sono
quindi i primi nemici da abbattere per chiunque voglia difendere le
condizioni di vita dei ceti popolari e medi, la sovranità popolare, la
democrazia politica.
* L'intero Documento di analisi e proposte politiche dell'Associazione Riconquistare la Sovranità si può leggere qua (http://www.appelloalpopolo.it/?p=6272).
Solo per suggerire che il documento fondante si trova su appelloalpopolo.it e non su appelloalpopolo.irg
RispondiEliminaStefano D'Andrea
Grazie, correggo subito, complimenti per il vostro lavoro, e disponibile a diffonderlo.
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