Cari lettori, vi auguro buon Natale con un post che non è come al solito una traduzione, ma una riflessione che mi è sorta spontanea dopo aver sentito l'eroe nazionale volteggiare con leggiadria sul corpo ferito della nostra Costituzione violata, fingendo allegramente che sia viva e vegeta, ma soprattutto dopo aver visto qualcuno commuoversi, anche: ma come, dici, ci sono cascati! eppure la commozione è un buon segno, significa che quei valori ci fanno nostalgia, perché sappiamo, in realtà lo sappiamo, che più li esaltano e più ce li stanno sottraendo.
Posso
essere d'accordo che sia la più bella del mondo, come proclama
Benigni, che nel suo tanto atteso spettacolo televisivo decanta con
passione i Principi Fondamentali della nostra Costituzione. Una
Costituzione "fondata sul lavoro"! Perché il lavoro è
l'unico modo di sostenersi e crearsi una famiglia e vivere con
dignità, a meno che uno non sia "ricco di nascita" e abbia
delle rendite che gli consentano di vivere senza lavorare! Una
Costituzione – come la nostra - che vuole dare valore alla
persona, non può non riconoscere l'importanza del lavoro e tutelarlo
e metterlo a fondamento dello Stato!
Cosa
significhi mettere a fondamento della repubblica il lavoro, lo si può
comprendere meglio proseguendo nella lettura e arrivando all'art.
4 - che tra i principi fondamentali riconosce il "diritto"
al lavoro - e al titolo
III della prima parte, che pone il baluardo costituzionale a
garanzia dei diritti dei lavoratori, e del sistema di sicurezza
sociale.
Vediamo
meglio l'art. 4, secondo il quale la repubblica riconosce a
tutti i cittadini il diritto al lavoro, e promuove le condizioni che
rendano effettivo questo diritto. Bellissimo, ha ragione Benigni.
Ma
cosa può fare un governo che vuole davvero promuovere il lavoro? può
adottare delle politiche economiche che favoriscano il raggiungimento
della piena occupazione. E queste sono, in base alla teoria e alla
pratica dell'economia, delle politiche economiche anticicliche,
che quando l'economia per un motivo o per un altro attraversa una
fase di recessione, rimettano in moto il paese attraverso degli
interventi di spesa pubblica volti a sostenere la domanda, e
alleggeriscano la pressione fiscale per lasciar più disponibilità
alle famiglie per i consumi e alle imprese per i necessari
investimenti. La politica monetaria di una banca centrale
"dipendente" dal popolo sovrano (rappresentato nel governo)
finanzierà queste politiche di bilancio e agevolerà il credito
alle imprese, e quando l'economia sarà ripartita la crescita stessa
ripagherà questi investimenti.
Ma
allora, come si concilia questo dettato dell'art. 1 e dell'art. 4,
posti "a fondamento" della nostra Costituzione, con la
modifica dell'art. 81 (seconda parte Cost.) attuata con legge di
revisione costituzionale del 2012, che richiede il pareggio di
bilancio e vieta l'indebitamento pubblico, salvo casi "eccezionali",
e così facendo ci impedisce di fare proprio quelle politiche necessarie per
sostenere l'occupazione nelle fasi di crisi, alle quali ci
impegna la Costituzione più bella del mondo?
Benigni
questo non lo dice, ma in realtà i principi fondamentali hanno
subito uno schiaffo terribile dall'approvazione del nuovo art. 81.
Secondo
i più prestigiosi costituzionalisti i principi fondamentali,
proprio perché come dice la parola stessa sono posti a fondamento
dello stato (a differenza della seconda parte della Costituzione che
semplicemente ne prevede i modi di organizzazione), non sono
soggetti a revisione neppure coll'usuale procedimento di revisione della Costituzione previsto dall'art. 138 (doppia approvazione delle Camere ed
eventuale referendum se non c'è la maggioranza dei due terzi).
Quindi se – nonostante tutto – assistiamo a una loro negazione,
esplicita o implicita, ciò vuol dire che ci troviamo davanti a un
grave sovvertimento, a un altro e diverso tipo di stato che sta cercando di
soppiantare quello precedente. Ma un nuovo stato (che sia
democratico) può nascere solo con un nuovo procedimento costituente
(un'assemblea costituente eletta dal popolo che scriva una nuova
Costituzione), altrimenti, normalmente, si tratta di un tentativo di
"colpo di stato".
Come
ben sappiamo, naturalmente, questo sovvertimento dei principi
fondamentali ce l'ha chiesto l'Europa, perché é l'Europa
che ha proposto come necessario per i paesi dell'eurozona l'accordo
intergovernativo, il cosiddetto Fiscal
Compact, che impone ai paesi firmatari la riduzione del debito
pubblico a tappe forzate da qui al raggiungimento del 60% del Pil
(limite "stupido", non essendoci nella scienza economica
alcuna valida motivazione a sostegno) – e il pareggio di bilancio
da ora e per sempre. E a miglior garanzia del patto fiscale stesso,
ha caldamente suggerito che i paesi aderenti introducessero la
regola d'oro del pareggio di bilancio all'interno dei loro
ordinamenti nazionali a livello costituzionale.
A
questo punto mi paiono logiche due domande, che sarebbe stato bello fossero venute in testa anche a Benigni, che con slancio dice che dobbiamo
"cedere" la nostra sovranità per realizzare il "sogno"
europeo! (ma dai sogni bisogna pure svegliarsi, è ora!) :
- L'Unione
Europea, in quanto organismo sovranazionale cui abbiamo aderito
tramite trattati internazionali, può legittimamente chiederci
questo sacrificio dell'obiettivo costituzionale della piena
occupazione?
- Ma
poi perché, perché ce lo chiede? E' necessario, è forse cosa
buona e giusta?
1.
Quello che un'organizzazione internazionale può chiederci o non
chiederci si trova stabilito nell'art.
11 Cost., sempre nei Principi Fondamentali, dove si dice che
l'Italia, stato indipendente e sovrano nella comunità
internazionale, può consentire - in condizioni di reciprocità - a porre dei limiti alla propria
sovranità in favore di organizzazioni internazionali che abbiano
come proprio scopo la pace e la giustizia fra le nazioni.
E
allora:
in
primo luogo, non c'è scritto da nessuna parte che l'Italia possa limitare (o men che mai "cedere") la propria sovranità per aderire a un'unione
monetaria, perché nessuno è mai arrivato a pensare che per
mantenere la pace occorra entrare in un'unione monetaria!
in
secondo luogo, i nostri costituenti quando hanno scritto l'art. 11
pensavano a limitare quella espressione molto più prosaica della
sovranità che consiste nella libertà di decidere se, quando e come
dichiarar guerra, sovranità che storicamente viene sottoposta a dei limiti quando si entra in un'organizzazione che si suppone dovrebbe operare per la
pace e la giustizia tra le nazioni, ed era appunto l'ONU a cui si pensava;
in
terzo luogo, rinunciare a promuovere il diritto al lavoro tramite le politiche di piena occupazione – cioè a un
principio posto a fondamento stesso della repubblica democratica
Italiana – è impossibile perché è parte irrinunciabile della Costituzione.
Altrimenti si tratta di colpo di stato;
in quarto luogo, le condizioni di reciprocità non sono rispettate, perché uno stato forte come la Germania si riserva di verificare sempre la rispondenza della normativa e dei trattati europei alla sua Costituzione interna, mentre noi ci affrettiamo a voler addirittura "cedere" sovranità (concetto apparentemente sovrapponibile, ma invece ben diverso da quello della "limitazione", vedi sotto il commento di Luca) senza condizioni.
2.
A questo punto viene logico porsi la seconda domanda: ma perché,
perché i governi europei ce lo chiedono? Ok, non si potrebbe fare,
ma sarà urgente e necessario, sarà cosa buona e giusta, necessaria
per la pace! Sarà che un'unione monetaria è necessaria per la pace!
In
realtà, dato che in base alla Costituzione si può limitare la sovranità solo
per realizzare la pace e la giustizia a livello internazionale, ecco che il perseguire la pace diventa la bandiera
dell'euro.
Srebbe bello se Benigni, oltre ad essere così
romantico e sognatore, si sforzasse anche di essere semplice come una
colomba e prudente come un serpente – come Dio comanda.
Si
sa che un'unione monetaria non ottimale (come è quella
europea, ormai a gran voce a detta di tutti ) ha necessità, per
mantenersi in occasione di una crisi, di una svalutazione del lavoro
e dei salari nei paesi colpiti, e di conseguenza di una forte
disoccupazione che come si sa porta i lavoratori ad accontentarsi di
paghe più basse e condizioni di lavoro più duramente flessibili.
Non ce n'è. O si svaluta, o si fa l'unione fiscale, o si svalutano i
salari. E la scelta, a vantaggio dei paesi creditori e finché dura,
è molto chiaro che è quest'ultima.
Per
far accettare al popolo una così grave deflazione bisognerà
sostenerla con argomenti forti, bisognerà dire che è necessaria
come minimo per evitare guai peggiori, ad esempio per mantenere la
pace, ed
ecco chiuso il cerchio.
La risposta è: dovremmo "cedere" sovranità per mantenere l'unione
monetaria, che come tutti gli economisti sanno (ma non tutti dicono)
va sempre a vantaggio dei paesi più forti, che espandono a dismisura
le loro esportazioni avendo bloccato i normali meccanismi di
riequilibrio del mercato, mentre gli altri – i paesi più deboli, o
con più alta inflazione - devono svalutare i salari per tentare di
rincorrere a prezzo di sudore e lacrime la competitività perduta.
La beffa poi è che ci ritroveremo spremuti come limoni per pagare
i creditori, senza più né l'unione, che scoppierà, né il sogno della pace per
tirare avanti...
Se
Benigni, invece che esaltarsi per i valori così elevati proclamati
dalla nostra Costituzione, il lavoro, la sovranità del popolo, la
solidarietà...si fosse accorto, destandosi dal sogno, che questa
sovranità e questi valori i signori re cittadino e regina cittadina
li stanno cedendo per un piatto di lenticchie scadute, non avrebbe fatto ahimé quella figura che ha
fatto, di guitto paradossale al servizio del potere, che esalta i valori sociali non vedendo, o fingendo di non vedere, che vengono
in realtà tragicamente calpestati.
Anche se il mondo non è tecnicamente finito, navighiamo in tempi difficili. Cerchiamo di essere semplici e
prudenti, e di non farci incantare dai suonatori di piffero. Buon Natale.
Gentile Voci dall'Estero anzittutto complimenti per il blog cui sono arrivato quale lettore di 48.
RispondiEliminaQuanto al post odierno, apprezzandone la sostanza, mi permetto qualche osservazione.
Così noto che anche qui si finisca per cadere in quello che imho è un errore parlando di rinunce alla sovranità in luogo alle testualmente consentite dall'art.11 "limitazioni". Concetti certamente per larga parte sovrapponibili, ma a mio modesto parere non perfettamente coincidenti.
La rinuncia, differentemente dalla limitazione, presuppone una compressione della sovranità definitiva e, almeno ipoteticamente, irreversibile. Una volta che si sia rinunciato ad un diritto o ad una prerogativa, la si perde e non la si può più esercitare.
Io credo che il nostro Costituente, che siocco o sprovveduto non era, abbia, invece, usato il concetto di limitazione proprio per evidenziare come sia certamente consentito limitare la sovranità statuale a favore di ordinamenti sovranazionali, ma che tae limitazione non possa divenire in alcun modo definitiva essendo sempre e comunque necessario che siano rispettate e tre condizioni enunciate: reciprocità, finalità di pace e finalità di Giustizia (condizione di cui ci si dimentica troppo facilmente).
A mio parere proprio l'uso del termine limitazione, in luogo del'erroneamente considerato sinonimo "rinuncia" (o peggio ancora "cessione") esprime la necessità che da parte degli Organi statuali preposti si continui a verificare il risoetto delle condizioni, in difetto imponendosi sempre e comunque la fibe della limitaziobe alla sovranità con la sua piena riespansione mediante denuncia dell'atto internazionale.
Cobseguenza di quanto qui sostenuto è evidentemente che non sia sufficiente per il legittimo mantenimento di una condizione di limitazione di sovranità che originariamente le condizioni fossero rispettate, ma è necessario che nella pratica costante le si rispetti.
E qui vengo alla seconda osservazione (già prima accennata). Ossia al fatto che oltre a reciprocità e finalità di pace, la limitazione di sovranità per esser legittima deve mirare anche, e io dico soprattutto, alla Giustizia. Concetto non sovrapponibile alla pace richiedendo, a differenza di questa, anche l'adozione attiva da parte degli altri Stati contraenti un'attività diretta al suo perseguimento. In altri termini per garantire la pace è sufficiente impegnarsi a non entrare in conflitto mentre per garantire la giustizia è necessario che i soggetti internazionali a favore dei quali si concede la limitazione di sovranità si adoperino attivamente per eliminare gli squilibri per assicurare non solo il vuoto rispetto formale delle norme (concetto meglio espresso come legalità), ma anche e soprattutto rispetto per quei diritti inviolabili che sempre il nostro Costituente ha ricoosciuto (addirittura come fenomeno pre-giuridico che non necessita di creazione positiva) nell'articolo 2 della Costituzione.
E tra questi evidentemente il nostro Costituente ha inserito proprio il diritto al lavoro, addirittura considerato elemento fondante dello Stato, incomprimibile tanto dall'ordinamento interno, tanto (e a maggior ragione) dall'ordinamento sovranazionale da cui, nel caso di compressione, l'Italia ha l'obbligo (e non solo la facoltà) di uscire eliminando la limitazione alla propria sovranità.
Cordiali Saluti, Luca
Grazie Luca, le tue osservazioni sono veramente puntuali e preziose, le condivido in toto.
EliminaLe inserirò nel post (al più presto, appena ho un attimino di tempo) in modo da non rischiare di favorire fraintendimenti.
Ottima analisi Luca!
Eliminac'è da dire che sono doverose le precisazioni.
ovviamente, il punto focale è che nessuno può pensare che queste "limitazioni" possono riguardare aspetti come i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario.
e francamente, visto la struttura della nostra costituzione nemmeno quello di prevederne un IV e per giunta autonomo (la politica monetaria).
la giustizia si promuove in tanti modi ma non con la moneta o la legislazione comune (perché si generalizza e più si "fa media" più le particolari esigenze dei vari Stati non vengono considerate.
altro esproprio.
art. 1 italia come repubblica democratica.. il potere appartiene al popolo..
art. 139 la forma repubblica non può essere oggetto di revisione costituzionale..
due domande d'obbligo:
1) di che popolo stiamo parlando? di quello italiano e non di quello che non esiste (europeo)
2) come si può aderire ad una forma istituzionale così ibrida che ci rende confederati, in pratica?
A proposito di art. 1 nella sua parte del "fondata sul lavoro".
non si parla di "fondata sulla stabilità dei prezzi".
questo è un altra parte del discorso.
per un motivo semplice.
1) la curva di Phillips sbugiarda la speranza di quasi piena occupazione con quasi deflazione
2) le dinamiche dei prezzi sono differenti tra stato e stato.
con Istwine abbiamo discusso dell'argomento e su un'analisi dei prezzi che andrebbe fatta.
per fare un esempio: un artigiano che basa il proprio lavoro sulle sue abilità, un aumento del suo "costo del lavoro" (e dei suoi dipendenti) quanto si ripercuote sui prezzi rispetto alla grande industria?
come influisce la posizione strategia della Germania in termini di minimizzazione dei costi di logistica rispetto a quella Italiana (che per giunta ha problemi per via della conformazione geografia e la presenza di isole e isolotti)?
nel tentativo di recuperare stabilità finanziaria come influenzano le tasse sulle dinamiche dei prezzi?
Ecco che tutto questo rende giustizia a ciò che pensiamo: USCIAMO DALL'EURO, neghiamo un po' di trattati e ricominciamo
Cara Carmen,
RispondiEliminalo vedi "che la cosa è reciproca"? :-)
Auguroni a te e alla "democrazia del lavoro disegnata dalla Costituzione"...Noi vogliamo sentir dire queste parole, di Mortati, tutte insieme (se no prese da sole "loro" le indeboliscono)...e senza alcuna aggiunta di "europa"
Certo, è reciproca ..;)
EliminaAugurissimi anche a te, e grazie di ricordare il Mortati, che ai tempi seppe rendermi appassionante l'esame di diritto pubblico...
Cara Carmen : eccellente!
RispondiEliminaps dopo Vocidallestero, Goofynomics, Orizzonte48, chissà se può funzionare un blog di educazione civica fuori tempo massimo (qualcosa tipo : la Costituzione che ci resta)
pps tanti auguri
Vai Neri! un blog di educazione civica ci vuole e non è mai fuori tempo.
EliminaIo sto anche pensando ad un aggregatore di blog, dove riunirsi ed alternarsi ed essere sempre presenti... teniamoci a vista!
pensieri che dovrebbero risultare banali per la loro ovvietà, ed invece in questi tempi assurdi... Cmq molto ben scritto. Complimenti
RispondiEliminaGrazie Giuseppe, tempi assurdi dove la chiamano pace e hanno fatto un deserto...
Elimina"Ne sutor ultra crepidam" un vecchio motto latino al quale si potrebbe sostituire
RispondiElimina"Ne COMICUS...."
E' importante il moto di ribellione verso lo spettacolo offertoci dal comico.
Bisogna che la gente tutta cominci a riflettere su tutte le mistificazioni che ci vengono propinate dai MEDIA ASSERVITI al potere.
Per riflettere e' indispensabile che chi ne hale capacita'metta a nudo l'argomento per rendere chiaro a tutti l'imbroglio che ci viene perpetrato.
Ringrazio pertanto l'articolista per l'ottimo lavoro.
Questa societa' necessita di un profondo cambiamento-trasformazione in favore dell'UOMO in quanto tale.
Uomo,umanita', solidarieta', fratellanza,amore,conoscenza,ricerca della verita', senso della vita...
Tutto quello che aiuta ad una migliore presa di coscienza, a far luce, ad aprire cuore e menti e' benvenuto e basilare per la RIVOLUZIONE prossima ventura, ineluttabile scritta nei Segni dei Tempi.
Che Fiducia e Speranza siano sempre con noi.
Saluti Giovanni, auguri e continuate nel lavoro, insieme a tanti altri, verra' anche il giorno dell'unione.
Grazie Giovanni, speriamo bene che sia come dici tu, tanti auguri anche a te
EliminaBuon Natale a te e alla tua bella famiglia, cara Carmen, non dimenticherò mai quei giorni trascorsi insieme. :))
RispondiEliminaClaudia! Ti pensavo anch'io, tanti auguri anche a te e famiglia...come dimenticarsi di quella bella avventura? ...comunque per essere sicuri di non dimenticarsi, sarebbe bene ripetere..;)
EliminaAnalisi impeccabile...non c'è altro da dire
RispondiEliminaBenigni con la sua orgia celebrativa ( 2ª atto, dopo il cento cinquantenario ) pretende di ergersi a difensore della Costituzione più evaporata del mondo, Piero Angela economista....
RispondiEliminacantore del pareggio di bilancio! É cominciata la campagna elettorale più squallida di tutti i tempi.
Auguro a tutti giorni sereni prima della Tempesta......
Ciao Contessa, e serena tempesta...
Eliminaguardavo benigni ed ho cambiato canale dopo mezzora, schifato.
RispondiEliminagrazie per questo post che mi ha chiarito così bene le contraddizioni di benigni.
oramai, benigni, è completamente asservito ai poteri forti, ai traditori della Patria asserviti alle bce e agli interessi degli stranieri.
tutto ho pensato ma mai di dover constatare, ex post, che il governo Berlusconi era meno peggio di quello tecnico appoggiato dalla cosidetta sinistra.
Che paese di m
Ciao Fed 67, quando tutti si accanivano sul bunga bunga, già temevo il peggio che si preparava.., qui vanno a ondate mediatiche e ci muovono come burattini.
EliminaPurtroppo il nostro non è un paese di m, ma di m è la cosiddetta sinistra che ha ingannato il suo elettorato popolare, abbandonandolo al suo destino. Le motivazioni possono anche variare su tutta la scala di sfumature che va dalla collusione vera e propria alla semplice dabbenaggine e ignoranza, ma purtroppo non fa differenza...
E'un blog di alto profilo intellettuale, io so che Voi sapete, perciò non parlo del passato ma del futuro*; fra i vari scenari sempre possibili, ora, io sto prediligendo questo: al contrario del senso comune popolare il progressivo impoverimento dell'Italia (in tutti i sensi)non porterà a rivoluzioni**, ma ci porterà ad assomigliare più al Messico (60k di morti ammazzati nel 2012)che alla Spagna, proprio per l'importanza dei volumi di denaro in essere ed alla presenza di mafie consolidate e vincenti.
RispondiEliminaQuando penso al futuro dell'Italia, penso al mio viaggio in Messico. Un paese estremo per polarizzazione sociale, praticamente militarizzato, con cittadelle per ricchi ed enormi discariche umane di pezzenti.
Ecco il perfetto esempio di un paese che si è venduto agli stranieri.
Grazie per l'attenzione
Notte
Federico
*anni, ma non più di 2 lustri.
** non posso articolare spiegazioni in un post
Bellissimo Post,grazie,sono convinto che i padri costituenti gia rivoltati nella tomba per gli eventi in corso ti ringrazierebbero per l'opera di vera valorizzazione delle loro parole.Buon anno a tutti,nella speranza che il ricordo della nascita di gesu,come simbolo del bene, porti il sol invictus di rinascita ad un mondo migliore
RispondiEliminaGrazie, Jefferson, ma il mio umile blog è troppo indegno dei padri, trattasi di semplice divulgazione, e comunque buon anno a tutti, condividendo la speranza di una rinascita
EliminaEii Voci dall'Estero. Non ti pare CONTRO NATURA che l'Italia, la Spagna, la Grecia debbano adottare una moneta che vale un franco svizzero e ventun centesimi e che per comprare un euro occorrano un dollaro e trenta ???? Ti sembra sia sostenibile a lungo ciò ? Che ci AZZECCA con i fondamentali di questi paesi un cambio del genere ?
RispondiEliminaCome ha detto benissimo Evans Pritchard sul Telegraph, il più grave problema economico dell'Italia è quello di avere la valuta sbagliata (e aggiungerei che è anche la più grave minaccia per la nostra democrazia).
Eliminavorrei segnalare un altro interessante articolo
RispondiEliminahttp://m.guardian.co.uk/politics/2012/dec/28/margaret-thatcher-role-plan-to-dismantle-welfare-state-revealed
grazie ancora x ottimo lavoro!
buon anno :)
Bravo Domenico, bella pesca!
EliminaGrazie e auguri anche a te
Una Costituzione in quando documento base di una nazione va giudicata dai risultati che produce, dal momento che abbiamo un paese ingovernabile per ragioni politiche, l'intero impianto va rivisto e corretto. Non c'e' niente di peggio di non voler riconoscere i propri errori.
RispondiEliminaE' sottinteso che l'ingovernabilita' di un paese ha un effetto deleterio sulla vita quotidiana dei cittadini, siamo in crisi economica e l'ingovernabilita' aumenta la gravita' della situazione.
I cambiamenti necessari secondo me devono essere l'articolo 1, l'Italia si deve basare sulle liberta' individuali dell'individuo, il lavoro e' una componente delle stesse.
Essendo stata scritta in controtendenza al ventennio fascista, si e' creato un esecutivo debole e paralizzato dai veti incrociati, invece un governo deve essere in grado di governare, saranno poi i cittadini a giudicare e decidere.
Bisogna vietare sconfinamenti della magistratura nella politica (la clausola dell'indipendenza della magistratura va rivista perche' anche l'ordine giudiziario deve rendere conto al popolo sovrano),
definire una chiara demarcazione tra stato e chiesa,
il sindacato in quanto forza non eletta dalle urne non ha legittimita' nel processo gestionale del paese,
infine fermare e rimuovere il controllo della criminalita' organizzata sulla politica, qui purtroppo la magistratura ha dimostrato tutta la sua inettitudine nel compito di sua pertineza.
Se la Costituzione e' la piu' bella del mondo, un endorsement da parte di un clown non le da certo lustro, al contrario.
bruno g
Bruno, aggiungo due parole al commento di Valsandra qui sotto, solo per dire che l'instabilità dei governi italiani di cui parli può essere legata alla seconda parte sull'Ordinamento della repubblica o al sistema elettorale, che sono sicuramente emendabili, con grande attenzione, e comunque non c'entra nulla con i principi fondamentali o la prima parte.
EliminaIl principio lavorista lo lascerei proprio stare dov'è, cercando di dargli attuazione, come è stato per alcuni decenni, e i sindacati fanno parte di quelle formazioni sociali in cui si esprimono gli individui diventando collettività.
Lasciamo poi stare i giudici, che esercitano la giustizia in nome del popolo sovrano solo se possono godere di una piena indipendenza, in modo da essere imparziali. La regola del "fumus persecutionis" a garanzia degli eletti, se correttamente applicata, dovrebbe bastare e avanzare.
Arrivo tardi su questo post, ma apprezzamento e auguri non hanno scadenza.
RispondiEliminaBenigni l'ho guardato una ventina di minuti, poi la consapevolezza di avere a che fare con l'ennesimo utile idiota ha prevalso e me ne sono andato a leggere.
Condivido la tua analisi e il puntuale intervento di Gian Luca: i concetti di limitazione/rinuncia, e quello spesso sottaciuto di giustizia che va insieme alla pace come obiettivo-condizione, sono illuminanti.
La qualità dei commenti è dimostrazione della qualità del lavoro che stai portando avanti.
Grazie, auguro a tutti noi un fruttuoso anno 2013.
Grazie Mauro, buon anno a tutti noi
Elimina@Bruno G
RispondiEliminama che dice?
non funziona? manco è applicata!
è stata stuprata, altro che disapplicata!
e poi l'indipendenza dei PM è la chicca della nostra costituzione, altrimenti nessuno indagherebbe un emerito mazzo.
ma per piacere..
l'unica cosa che mi sentirei di dire è che servirebbero sfiducie costruttive (alla tedesca) per il resto.. CHE NON SI TOCCHI!
PS: dire che la nostra sia il frutto del ventennio fascista è un abominio storico.. LA NOSTRA VIENE DA 150 ANNI DI FILOSOFIA SUL CAMPO!
e venivamo pure dal liberismo.. che non era prerogativa del fascismo ma della globalizzazione
vorrei ribadire la peculiarità italiana dei giudici, capolavoro di Calamandrei.
RispondiEliminache dire? togliamo pure questa e siamo fritti al 100% (adesso lo siamo al 99%).
altro discorso legato all'instabilità: qualcosa si può modificare ma bisogna comprendere che è la nostra caratteristica (penso che solo Berlusconi del 2001 nella storia repubblicana si sia fatto un mandato pieno)
La costituzione e un patto revocabile annullabile come qualsiasi contratto non esiste al mondo un contratto che duri per sempre.Se la costituzione e stata violata sia con leggi incostituzionali sia con comportamenti contrari il popolo ha diritto ha revocare per inadempimento il contratto previa diffida ad adempiere tutti gli articoli costitutivi.Ora viviamo in un epoca assurda e grottesca lo stato dal 48 non ha nessuna sovranità monetaria e conseguentemente neanche politica ecc ecc art1 - 11 cost. disattesi con l entrata nella.unione europea .Aver dato l.indipendenza alla BCE significa che l.abbiamo perduta noi .il diritto comunitario non può essere superiore al diritto costituzionale e internazionale.L.indipendenza e qualità esclusiva degli stati convenzione di Montevideo etc etc ora anche le leggi elettorali incostituzionali non avremo mai una maggioranza netta che governi e che sia la vera volontà del popolo.specie se gli eletti non decadono col porcellum....potrei scrivere alla.infinito brevemente se non si ripristina la legalità costituzionale e internazionale il popolo ha diritto all autodeterminazione con autogoverno chiedendo alla.ONU la protezione internazionale dunque revocare il patto e facendo dichiarare nullo il debiti pubblico senza giusta causa.dunque emettere moneta sovrana proporzionalmente al PIL .lo stato se vuole può vivere senza titoli di stato ne con le tasse ecc poiché può aiutate l.impresa privata con la moneta sovrana e partecipare ai profitti e agli eventuali perdite ..coi profitti stessi pagare la spesa pubblica sempre che la stessa sia produttiva e non parassitaria come oggi
RispondiElimina