24/10/11

"Sotto Paga , Non Si Paga!" Dalla commedia di Dario Fo alla Nostra Contemporanea Distopia* Greca


*la distopia all'opposto dell'utopia,  rappresenta l'idea di un mondo futuro invivibile


Il Giornale El Paìs ha chiesto a Yanis Varoufakis, professore di economia all'Università di Atene, un articolo sulla “disobbedienza fiscale” che sta prendendo piede in Grecia. (I PIIGS si contattano...) Ecco l'articolo:


di Yanis Varoufakis -  "Sotto Paga, Non Si Paga!", era una chiassosa commedia satirica di Dario Fo, con cui il drammaturgo incitava il pubblico a ripensare le loro responsabilità politiche. Nel corso degli ultimi due anni, qui in Grecia, abbiamo avuto una spontanea implementazione del titolo di Dario Fo. E' iniziata sulle autostrade del paese quando i conducenti si sono rifiutati di fermarsi al casello, chiedendo di essere autorizzati a guidare senza pagare il pedaggio. La loro sfida è stata alimentata dalla notizia che un governo precedente aveva, in effetti, venduto il flusso futuro dei pedaggi agli investitori privati utilizzando complessi strumenti derivati intermediati da Goldman Sachs. L'idea che tutto quel denaro che sarebbe stato versato negli anni a venire dai conducenti greci allo Stato per mantenere le strade, era stato usurpato dai politici e dai finanzieri, ha suscitato la rabbia che ha portato a queste proteste.
Poi è arrivata una serie di raids sui magri risparmi della gente da parte dello Stato, così preso dal panico del proprio fallimento da perdere ogni senso di decenza. In ogni famiglia sono arrivate comunicazioni fiscali che chiedevano a persone a basso reddito di pagare retroattivamente delle tasse aggiuntive, senza motivo, senza giustificazione, e in un modo che qualsiasi tribunale decente avrebbe dichiarato illegale. E quando, a seguito ai licenziamenti e ai tagli salariali, molte persone non hanno potuto fare questi pagamenti, con cosa se ne è venuto fuori questo governo 'socialista'? Col piano geniale di tassarli ancora, questa volta attraverso la bolletta elettrica, essenzialmente ricattando le famiglie che se non avessero tirato fuori i soldi, avrebbero dovuto cucinare usando carbone e stufe a legna, mentre i loro bambini avrebbero fatto i compiti a lume di candela.

In questo clima di collasso totale del contratto sociale tra governanti e governati, i cittadini hanno trovato facile dichiarare che la giustizia richiede una disobbedienza fiscale e civile. Non comincia come una mossa politica. Il mancato pagamento è solitamente il risultato di una semplice, triste incapacità di pagare. Ma quando lo Stato reagisce con aggressività e senza scrupoli, si accumula la rabbia che, spontaneamente, assume la forma di un entusiasmo morale a sfidare uno stato predatore. Probabilmente non risolverà nulla. Ma per lo meno quella disobbidienza, cui stiamo assistendo ovunque, dai cortili delle scuole ai caselli autostradali, agli uffici della compagnia elettrica, alla piazza centrale di fronte al Parlamento, potrebbe essere l'unica via che i cittadini hanno per rivendicare parte della loro dignità rubata.


2 commenti:

  1. Ritirare i soldi dalle banche e farle fallire questa è una via per rivendicare la dignità rubata!

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  2. Confermo.
    Saluti.
    Orazio

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