19/10/13

La Grecia comincia a somigliare alla Germania di Weimar

Daniel Hannan, scrittore e giornalista, commenta sul Telegraph la tragedia Greca e l'ascesa di Alba Dorata.  Hannan è deputato conservatore britannico al Parlamento europeo dal 1999. Parla francese e spagnolo e ama l’Europa, ma crede che l’Unione Europea stia rendendo i paesi che la compongono più poveri, meno democratici e meno liberi.
 
Nikolaos Michaloliakos, leader di Alba Dorata (Foto: AFP/GETTY)

Traduzione di Malachia Paperoga
 I problemi economici hanno portato all’ascesa di Alba Dorata e provocato una crisi della democrazia.

Collasso economico, disoccupazione di massa, milizie paramilitari, violenze di strada, assassini politici e, ora, la carcerazione dei capi dell’opposizione parlamentare. La Grecia Euro-distrutta sta cominciando a somigliare alla Repubblica tedesca di Weimar.

Il governo di Atene, sotto assedio, ha arrestato 5 deputati e altri 15 attivisti del partito fascista Alba Dorata, incluso il suo leader, Nikolaos Michaloliakos. La Costituzione greca proibisce la messa al bando di un partito politico, ma le autorità sono riuscite ad aggirare la norma classificando Alba Dorata come un’organizzazione criminale e collegandola all’assassinio, 11 giorni fa, di un musicista di sinistra.
 
Usiamo la parola “fascista” così liberamente in questi giorni che essa ha perso il suo significato. Se ti opponi all’immigrazione, sei considerato fascista. Se critichi l’Unione Europea, sei considerato fascista. Se strapazzi un esponente di sinistra in una discussione online allora, prima o poi, vieni considerato fascista.

La tendenza non è nuova, anche se è stata probabilmente accelerata da internet. George Orwell, scrivendo in un periodo dove c’erano in giro dei veri regimi fascisti al potere, ha osservato che “la parola Fascismo ora non ha più significato, eccetto in quanto significa ‘qualcosa di non desiderabile’”.

Perciò, facciamo fatica a trovare una parola adeguata per descrivere un autentico, evidente e schietto partito neo-Nazi come è Alba Dorata, il movimento politico greco che ha preso il 7% alle 2 elezioni generali dello scorso anno.

Alba Dorata è un partito fascista nel senso più letterale, lo è nella struttura, nell’ideologia e nel comportamento. E’ antidemocratico, dato che predilige uno stato autoritario guidato da un uomo forte. Guarda al passato degli anni ‘30 con nostalgia della dittatura del generale Metaxas, che bandì i partiti politici, mise fuori legge gli scioperi e censurò la stampa. Dà la colpa della povertà greca all’immigrazione – in modo un po’ eccentrico, considerando che il paese è ora un netto esportatore di persone. Molti dei suoi sostenitori sono nettamente antisemiti: uno dei suoi leader, ricercato dalla polizia dopo aver aggredito una donna parlamentare, si è difeso facendo riferimento al Protocollo dei saggi di Sion e denunciando di essere la vittima di un complotto Giudaico.

Come tutti i partiti autenticamente fascisti, Alba Dorata disdegna il libero mercato e l'impresa privata. Ha flirtato col paganesimo, considerando la cristianità come un sistema Giudaico di credenze senza fondamento, prima di cambiare completamente opinione e abbracciare la belligerante chiesa ortodossa. I suoi membri sono stati coinvolti in numerosi atti di violenza politica e, come i nazisti negli anni ‘20, sembra abbiano stabilito legami con elementi della polizia e delle forze armate. L’emblema del partito richiama sinistramente una svastica. Alba Dorata insiste nel sostenere che si tratta di un “meandro”: uno di quei motivi geometrici che si possono vedere intorno ai bordi dei mosaici classici o nelle fasce ornamentali. Ma i membri ordinari del partito non sono così accorti: indossano spesso vere svastiche e croci di ferro e fanno il saluto a braccio teso.

Per più di 30 anni, Alba Dorata ha arrancato come uno dei tanti trascurabili movimenti filonazisti, sostenuto da qualche centinaio di perdenti dalla testa rasata riuniti nelle cantine delle loro mamme. A mala pena si candidavano alle elezioni, prendendo solitamente intorno allo 0,1% dei voti. Poi, nel 2012, sotto lo slogan senza compromessi “Possiamo spazzar via il fango da questa terra!”, si sono assicurati quasi mezzo milione di voti e sono diventati il terzo maggior partito.

Che cosa è successo? In una sola parola, l’euro. Per una volta, la metafora di una tragedia greca è davvero adatta. I greci sono passati attraverso i bagordi degli anni dei prestiti facili, quando i mercati hanno trattato i debiti greci e tedeschi come interscambiabili. 
Ora, stanno soffrendo la nemesi: il PIL crollato di un quasi incredibile 23% dal suo massimo, disoccupazione al 28%; ateniesi della classe media che rovistano i cassonetti in cerca di cibo; agricoltori che portano scorte di cibo ai cugini di città. 
La catarsi, però, è stata artificialmente bloccata. La Grecia non si potrà riprendere finché non fa default, si sgancia e svaluta, emettendo una sua propria valuta e ritrovando un proprio accesso al mercato. Ma una classe politica chiusa e "semi-ereditaria" ha messo gli interessi dell’Unione Europea davanti a qualsiasi altra cosa. Il sistema di Bruxelles è stato molto conveniente, a livello personale, per i politici e i funzionari greci che, persino ora, sono protetti dagli effetti della crisi.

Non dovremmo stupirci se il resto del paese reagisce perdendo fiducia nel sistema. Questa alienazione è precisamente quello che gli oppositori dell’euro avevano denunciato quando la valuta comune era stata proposta.

L’Arresto dei "Cinque Membri" - non posso resistere alla tentazione di chiamarlo così (il riferimento è al fallito tentativo di Carlo I nel 1642 di arrestare 5 membri del Parlamento inglese, ndT) - cura un sintomo sgradevole, ma lascia indenne la malattia. Eliminare Alba Dorata non ridurrà la validità del suo messaggio, non più di quanto eliminare il partito nazista nel 1924 arrestò la sua ascesa. Alcuni greci si rallegreranno, ma altri vedranno la casta politica proteggere i suoi interessi. Alla richiesta di un commento all’arresto, il primo ministro, un Antonis Samaras apparso stremato, ha risposto: “Giustizia, stabilità, niente elezioni”. Queste parole potrebbero rappresentare un perfetto euro-slogan; spiegano perché così tanti greci siano spinti a dare sostegno agli estremisti.

Ieri, i greci stavano discutendo la notizia ufficiosa che gli arresti fossero un tentativo di impedire ai leader di Alba Dorata di dimettersi dal parlamento e innescare così una serie di elezioni straordinarie per coprire i seggi vacanti. La crisi economica è diventata una crisi di democrazia.

Vi ricordate perché l’euro fu introdotto? I suoi sostenitori promisero due risultati. In primo luogo, l’euro avrebbe dovuto rendere i suoi membri più ricchi; inoltre avrebbe dovuto migliorare i rapporti tra le nazioni partecipanti. In realtà, esso ha inflitto un’immotivata povertà ed emigrazione nei paesi periferici, e ora sta degradando la democrazia stessa. Cos’altro deve accadere prima che le élite di Bruxelles ammettano che hanno sbagliato tutto?






1 commento:

  1. Beh, è ovvio che la frase finale appare più che altro come una domanda retorica...
    sulle trasformazioni dei metodi di governo, direi che la democrazia è un regime molto difficile da realizzare in pratica, perché richiede una preparazione adeguata del depositario della sovranità, il popolo. In mancanza di cultura e informazione corretta, il popolo è facilmente manipolato dai portatori di interessi particolari, che trasformano il regime democratico in un regime oligarchico. E' questo che sta avvenendo. La destra populista se ne avvede, mentre la sinistra rimane invischiata nelle bugie di cui si è fatta portavoce, consapevolmente o no.

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