29/01/23

Zero Hedge - La RAND Corporation prende le distanze dai falchi e mette in guardia contro il "conflitto prolungato" in Ucraina (con addendum)



La Rand Corporation, uno dei più influenti think tank Usa che aveva contribuito a elaborare un piano strategico a lungo termine per indebolire la Russia e costringerla a sbilanciarsi - tra le altre cose facendo ricorso alle sanzioni, sostenendo le proteste interne, boicottandola a livello internazionale e armando l'Ucraina -  ora nel suo ultimo studio si accorge che il gioco si è spinto troppo oltre e raccomanda di evitare l'escalation, distanziandosi dai falchi e avvicinandosi in qualche modo a quegli alti funzionari ed esperti che hanno fatto sentire la loro voce in tal senso (vedi ad esempio il col. MacGregorambienti del Dipartimento della Difesa americano, il professor Mearsheimer e il col. Richard Black).  Il commento qui di seguito tradotto è di Zero Hedge  (e grazie a @tablerider per la segnalazione)


di Tyler Durden, 28 gennaio 2023


Il famoso think tank RAND Corporation, collegato al Pentagono e al governo degli Stati Uniti, alla fine ha tentato di introdurre un po’ di inconsueto realismo nel pensiero e nei piani dell'establishment di Washington sulla guerra in Ucraina. Finora, durante gli undici mesi di conflitto, che rimane in gran parte in stallo anche se gli ultimi giorni hanno visto crescere lo slancio e l'avanzata militare russa nell'offensiva di Bakhmut, i funzionari degli Stati Uniti e della NATO hanno acclamato senza esitazione e con entusiasmo ogni importante escalation nel coinvolgimento dell'occidente.

Ma un nuovo studio di 32 pagine della RAND Corporation ha lanciato l'allarme sui pericoli di questo approccio, il che è insolito dato che il think tank è noto per essere il braccio accademico dei falchi del complesso militare-industriale. È  stato così in particolare durante la guerra in Vietnam, quando il think tank è diventato tristemente famoso per aver alimentato la linea politica dietro ai vari fiaschi di insurrezione e controinsurrezione in Vietnam, Laos e Tailandia.

La RAND ora sostiene che in Ucraina "gli interessi degli Stati Uniti sarebbero meglio garantiti evitando un conflitto prolungato" e che "i costi e i rischi di una lunga guerra... superano i possibili benefici".

Il documento politico spiega che consentire al conflitto di protrarsi più a lungo - cosa che, va detto, l'amministrazione Biden ha quasi assicurato con la sua decisione della scorsa settimana di fornire carri armati avanzati - è di per sé un grave pericolo.

L'abstract nella pagina introduttiva recita quanto segue:

Gli autori sostengono che, oltre a ridurre al minimo i rischi di una grave escalation, anche gli interessi degli Stati Uniti sarebbero meglio garantiti evitando un conflitto prolungato. I costi e i rischi di una lunga guerra in Ucraina sono significativi e superano i possibili benefici per gli Stati Uniti di una prospettiva di questo tipo.  Sebbene Washington non possa da sola determinare la durata della guerra, può adottare delle misure che rendano più probabile un'eventuale conclusione negoziata del conflitto.

In definitiva lo studio (pdf) spiega perché, da un punto di vista strategico basato sui reali interessi degli Stati Uniti, ci sono pochi vantaggi per Washington nel ridurre il controllo del territorio ad est da parte della Russia; invece, ne deriverebbero rischi immensi e costi elevati.

Lo studio conclude inoltre, a proposito dei tentativi in corso di punire la Russia a livello economico e militare, che “un ulteriore progressivo indebolimento [della Russia] probabilmente non è più un vantaggio così significativo per gli interessi degli Stati Uniti". In alternativa, avverte che l'impatto sui mercati dell'energia e del cibo della spinta a "mantenere lo stato ucraino economicamente solvibile" ‘a tutti i costi’, potrebbe non valere la pena, dato che questi costi non faranno che "moltiplicarsi nel tempo".

Analogamente ad alcuni recenti resoconti dei media sulle constatazioni fatte, pur in maniera riluttante, da alcuni funzionari statunitensi, anche la RAND sottolinea che continuare con gli aiuti militari della NATO all'Ucraina "potrebbe anche diventare insostenibile dopo un certo periodo", data la probabilità che la Russia possa "azzerare le conquiste ucraine sul campo di battaglia".

 


Un'altra ammissione cruciale contenuta nel documento è che la guerra in Ucraina distrae e spreca preziose risorse della difesa da un altro importante teatro di operazioni: la Cina e l'Asia orientale. Si afferma:

Al di là delle potenziali conquiste russe e delle conseguenze economiche per l'Ucraina, l'Europa e il mondo, una lunga guerra avrebbe anche delle conseguenze sulla politica estera degli Stati Uniti. La capacità degli Stati Uniti di concentrarsi sulle altre priorità globali, in particolare la concorrenza con la Cina, rimarrà limitata fintanto che la guerra assorbirà l’attenzione dei responsabili politici e le risorse militari statunitensi.

E sebbene la Russia sarà comunque più dipendente dalla Cina, a prescindere da quando la guerra finirà, Washington ha un interesse a lungo termine nel garantire che Mosca non diventi completamente subordinata a Pechino. Una guerra più lunga che aumenti la dipendenza della Russia potrebbe fornire alla Cina dei vantaggi nella sua competizione con gli Stati Uniti.

Pertanto, un coinvolgimento del Pentagono negli aiuti all'Ucraina contro la Russia che sia a tempo indefinito e a sempre maggiore intensità, alla fine avvantaggia Pechino.

Ma a questo punto, si chiedono gli autori, cosa si può fare? La RAND raccomanda di mettere in atto immediatamente questo programma: 

Un improvviso drastico cambiamento nella politica degli Stati Uniti è politicamente impossibile, sia a livello nazionale che con gli alleati, e in ogni caso non sarebbe saggio. Ma ora elaborare questi metodi e condividerli con l'Ucraina e con gli alleati degli Stati Uniti potrebbe aiutare a catalizzare l'eventuale avvio di un processo che potrebbe portare questa guerra a una fine negoziata in un lasso di tempo che garantirebbe gli interessi degli Stati Uniti. L'alternativa è una lunga guerra che pone grandi sfide per gli Stati Uniti, l'Ucraina e il resto del mondo.

... Quindi anche la RAND è abbastanza sana di mente da vedere che il mondo occidentale è diretto al disastro, se continua questa spinta sciovinista per sostenere Kiev a tutti i costi e senza uscita.

* * *

Nel frattempo, è improbabile che la maggior parte dei principali responsabili politici e dei comandanti prenda in considerazione il promemoria...


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Addendum:

Un importante thread di @mtracey sempre su questo studio della Rand Corp segnalato dal preziosissimo @Lukyluke311 merita una immediata traduzione:


La RAND Corporation identifica come principale "ostacolo" alla fine della guerra in Ucraina "la centralità dell'assistenza occidentale".

In quanto, dicono, causa percezioni errate simili a quelle che hanno prolungato la prima guerra mondiale.

Un incredibile riconoscimento da parte del Think Tank interno al Pentagono, che tuttavia sarà ampiamente ignorato.



Lo studio suggerisce che gli Stati Uniti potrebbero affrontare il problema condizionando ulteriori "aiuti" all'Ucraina al suo impegno nei negoziati. 

Strano che la maggior parte dei media/Congresso/ecc. non direbbero queste cose manco morti, la RAND Corp. sembra proprio un tipo di organizzazione radicale anomala.



Un altro tabù violato: il rapporto suggerisce che il ripristino del pieno controllo territoriale dell'Ucraina non è così significativo e impone costi che superano di gran lunga i benefici



Continua dicendo che anche se una "guerra prolungata" favorisce l'obiettivo degli Stati Uniti di continuare a "indebolire" la Russia, ancora i costi potenziali superano di gran lunga i benefici.



Il rapporto è scritto in uno stile tipicamente non polemico e riservato, ma il ragionamento che espone praticamente farebbe partire immediatamente per chiunque altro la denuncia di tradimento filo-russo. Il che solleva l'ovvia domanda... Putin si è infiltrato nel think tank interno al Pentagono? 🤔🤔🤔


Nota a margine: il rapporto identifica come costo del prolungamento della guerra il fatto che "morirebbero più civili ucraini". Sembra sensato, quasi banalmente ovvio. Eppure quelli che si pronunciano *contro* il prolungamento della guerra sono generalmente quelli che vengono accusati di augurare la morte agli ucraini.




 


 




 

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